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"L'amica geniale" di Elena Ferrante libro del secolo per il @nytimes
Più di Franzen, più di Roth, più di Bolaño, più di Munro, più di Ernaux, più di Sebald valse l'intramontabile melodramma/commedia all'italiana, genere immortale, e rinnovabile in mille modi. Felicità.
— Nicola Lagioia (@NicolaLagioia) July 12, 2024
Mirella Armiero per corriere.it - Estratti
La Ferrante Fever in America non accenna a spegnersi. Il New York Times stila una classifica dei migliori cento libri del secolo (in realtà, di questo primo quarto di secolo) e mette al primo posto "L'amica geniale".
Il romanzo tutto napoletano di Lila e Lenù è quindi, per l'autorevole quotidiano, il migliore su cento titoli proposti in classifica. I lettori Usa continuano a farsi trascinare dalla lingua e dalle suggestioni della scrittrice che firma i suoi romanzi sotto pseudonimo. Il libro, tra l'altro, non viene presentato affatto come un prodotto pop, come a volte accade in Italia: nella motivazione che assegna il primato è scritto che leggere la Ferrante «è come andare in bicicletta sulla ghiaia: è grintoso, scivoloso e snervante, tutto allo stesso tempo», ma ne vale senz'altro la pena.
Per intero, così scrive il New York Times: «Il primo volume di quella che diventerà l’affascinante serie dei quattro romanzi napoletani della Ferrante, presenta ai lettori due ragazze cresciute in una violenta periferia di Napoli, Italia: la diligente e coscienziosa Elena e la sua carismatica e più spontanea amica Lila che, nonostante la sua impetuosa intelligenza è limitata dalla ristrettezza della sua famiglia.
Da qui il libro (come anche la serie nel suo insieme) si espande, come un nuovo universo, inglobando le idee sull’arte e sulla politica, sulla classe e sul genere, sulla filosofia e sul destino, ponendo il focus sull’amicizia, conflittuale e competitiva, tra Elena e Lila e su come le due ragazze diventano adulte complicate. È impossibile dire quanto la storia ricalchi la vita reale dell’autrice - Ferrante scrive sotto pseudonimo - ma non è un problema: “l’Amica geniale” si attesta come un primo esempio di ciò che definiamo autofiction, una categoria che ha dominato la letteratura del 21 secolo. Leggere questo inflessibile e indimenticabile romanzo è come guidare una bicicletta sulla ghiaia: è scivoloso, snervante e fastidioso, tutto allo stesso tempo».
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