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1. E IL ‘’FINANCIAL TIMES’’ SCRIVE: QUEI COLLEGHI SONO STUPIDI
Nino Materi per “il Giornale”
CHARLIE HEBDO POLIZIOTTO UCCISO DAI TERRORISTI
«I giornalisti e i vignettisti di Charlie Hebdo si sono comportati stupidamente». Il Financial Times ha avuto il coraggio di scrivere ciò che alcuni di noi forse pensano, ma non hanno l'ardire di scrivere per timore di apparire politically scorrect. L'editoriale choc del Financial Times pone una questione su cui è bene riflettere. Secondo il giornale della City, il magazine satirico parigino ha infatti peccato di «stupidità editoriale attaccando l'Islam».
LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SUI CATTOLICI E IL MATRIMONIO GAY
E poi: «Anche se Charlie Hebdo si ferma poco prima degli insulti veri e propri, non è comunque il più convincente campione della libertà di espressione. Con questo non si vogliono minimamente giustificare gli assassini, è solo per dire che sarebbe utile un po' di buon senso nelle pubblicazioni che pretendono di sostenere la libertà quando invece provocano i musulmani».
tignous vignettista di charlie hebdo
Criticabile senza riserve è invece l'operazione-censura messa in atto da altri importanti testate come il Daily News e The Thelegraph che hanno pubblicato la foto del direttore di Charlie Hebdo, Stephane Charbonnier, con in mano la vignetta anti-Islam, pixellando (cioè, oscurando) quest'ultima. Un oltraggio al diritto - anzi, al dovere - di cronaca.
2. ALCUNI GIORNALI, SITI E CANALI TELEVISIVI HANNO SCELTO DI CENSURARE LE VIGNETTE SATIRICHE DI “CHARLIE HEBDO”, DOPO IL MASSACRO
La reazione della stampa non è stata unanime. Tutti a condannare l’attentato di Parigi certo, ma alcuni giornali, siti e canali televisivi hanno scelto di censurare le vignette satiriche di “Charlie Hebdo”, dopo il massacro.
telegraph censura charlie hebdo
In Gran Bretagna il “Telegraph” ha pixelato l’immagine di Maometto che appariva sulla copertina di “Charlie Hebdo” e ha inoltre tagliato la foto del direttore Stéphane Charbonnier, che si era fatto immortalare con una copia “incriminata” del suo giornale. Il “New York Daily News” ha fatto lo stesso, pixelando la foto di Charb che mostrava la prima pagina davanti all’ufficio raso al suolo nel 2011 e un’altra che titolava “Gli Intoccabili2” con un imam e un rabbino, nemmeno con il Profeta. Dalle redazioni di “Telegraph” e “Daily News” non è arrivato alcun commento che spiegasse la decisione.
le foto nel sistema di associated press
Il “New York Times” ha invece spiegato così la sua decisione di non pubblicare immagini: «Per i nostri standard, normalmente non pubblichiamo materiale che intende deliberatamente offendere la libertà religiosa. Dopo attente riflessioni, abbiamo stabilito che descrivere le vignette in questione fosse già abbastanza per far comprendere la storia ai lettori».
LA NUOVA COPERTINA DI CHARLIE HEBDO CON UNA VIGNETTA SU MAOMETTO
Tre immagini di Charb sono state pubblicate dalla “Associated Press” dopo l’attentato, e nessuna includeva le copertine del giornale satirico, tagliate non a caso. Paul Colford, portavoce dell’agenzia, dichiara: «Noi non diffondiamo le vignette su Maometto. E’ la nostra politica da anni non diffondere immagini volontariamente provocatorie». Eppure nel sistema, la “Associated Press” ne aveva ben quattro di queste foto, intere. Sono state rimosse ieri. Colford ha giustificato così: «Tre di queste foto non erano state fatte dai nostri fotografi, ma da esterni. Le abbiamo cancellate dal sistema».
Anche la “Cnn” non ha mostrato immagini. Un portavoce sostiene che in redazione stanno ancora discutendo la linea editoriale, ma un documento ottenuto da “Politico” esplicita la linea dettata dal direttore alla direzione ieri pomeriggio: «Non mostreremo le vignette di “Charlie Hebdo” considerate offensive da molti musulmani, ma invitiamo a descrivere verbalmente e nel dettaglio le vignette». Hanno deciso di non mostrare le vignette anche “NBC news”, “Abc News” e “CBS News”. “Fox News” lo ha fatto ieri, una sola volta, e non intende rifarlo.
Stephen Pollard, a capo del “Jewish Chronicle” inglese, ha twettato con sincerità: «Siamo sinceri. Se un giornale ebreo come il mio pubblicasse queste vignette, gli islamisti farebbero la fila per ucciderci. E’ un vero dilemma. Il mio istinto dice di pubblicarle, ma posso mettere a repentaglio le vite della mia redazione?».
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