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l ultima foto ufficiale di david bowie
1.DAVID BOWIE, IL CORPO CREMATO IN SEGRETO A NEW YORK
David Bowie sarebbe già stato cremato. In silenzio. Senza funerale e neanche famigliari e amici presenti. Sarebbe stata questa la sua fine più terrena secondo quanto rivelato dal Daily Mirror e confermato da diverse fonti. Subito dopo la morte, Bowie avrebbe avuto quella che si chiama 'cremazione diretta'. Ovvero, "la cremazione di resti umani senza cerimonia e senza che nessuno assista formalmente", spiega il dipartimento salute di New York sul suo sito. Così, il mistero sulla morte dell'artista inglese finirebbe qui.
david bowie ultima apparizione pubblica 7 dicembre
Si tratta di una delle scelte più economiche, costa intorno ai 700-900 dollari, ma la ragione per cui il cantante avrebbe scelto questa opzione sarebbe il suo desiderio di "scomparire senza clamori, grandi show o fanfare - dice la fonte Usa sentita dal Daily Mirror -. Il suo ultimo disco Blackstar è stato l'addio ai suoi fan". Dopo questo tipo di cremazione i resti sono solitamente restituiti alla famiglia, a meno che non ci siano altre volontà. La notizia ha ovviamente deluso ancora di più i numerosissimi fan del Duca Bianco che speravano di poter salutare per l'ultima volta il loro idolo.
Bowie aveva scelto New York come sua seconda casa da circa 20 anni. E proprio nella Grande Mela, il 31 marzo, alla Carnegie Hall si terrà il concerto tributo dedicato al Duca Bianco. I biglietti per partecipare all'evento sono già esauriti da ieri. L'organizzazione sta prendendo in considerazione la possibilità di trasmetterlo in diretta televisiva. Sul palco sono previsti Cindy Lauper, The Roots, the Mountain Goats, Heart's Ann Wilson, Perry Farrell, Jakob Dylan, Mick Jagger, Paul McCartney e probabilmente anche Elton John che starebbe studiando un brano per l'occasione.
2.“BOWIE, FUNERALI A NEW YORK: LA SUA CASA” - PARLA IVO VAN HOVE, REGISTA DI “LAZARUS” IN SCENA A NEW YORK FINO AL 20 GENNAIO
Anna Bandettini per “la Repubblica”
«David Bowie è morto a New York. Non potrebbe che essere così, lì abitava ormai da oltre vent’anni, lì c’era casa sua, i suoi cari, la moglie, i figli. Ma i funerali credo che saranno in forma strettamente privata». Chi parla è Ivo van Hove, 57 anni, olandese, uno dei grandi artisti della scena teatrale europea, il regista di Lazarus, il musical scritto da David Bowie e Enda Walsh ispirato al racconto L’uomo che cadde sulla terra di Walter Tevis in scena fino al 20 al New York Theatre Workshop.
Ivo è stato tra i primi a sapere della malattia di David Bowie, «un cancro al fegato», gli confessò la rockstar un anno e mezzo fa, e uno degli ultimi a vederlo in pubblico, lo scorso 7 dicembre alla prima del musical. «David era lì, era voluto venire. Contento e pieno di grazia, come sempre, ma era fragile, terribilmente fragile», ricorda il regista per telefono da Varsavia dove sta allestendo la Clemenza di Tito, in giorni in cui sono pochi gli amici di Bowie a parlare mentre si susseguono notizie e illazioni intorno alla morte della rockstar, di cui, scrive il Los Angeles Times, esistono almeno 5 inediti di Blackstar pronti per la pubblicazione. Oltre ai brani del musical che il cast ha registrato in questi giorni.
Secondo lei Bowie è morto a New York, non a Londra come qualcuno ha ipotizzato. Sembra che anche i funerali saranno negli Usa, e che potrebbero essere presenti artisti come Mick Jagger, Bono, Paul McCartney?
«Sì David è morto a New York, a casa sua, ma i funerali io credo che saranno in forma totalmente privata. Penso che la famiglia voglia così, rispettando David. Un artista, un uomo che ha vissuto con tale riserbo la sua malattia, non può che ricevere l’ultimo saluto nello stesso riserbo e con la stessa discrezione. La commemorazione pubblica sarà quella alla Carnegie Hall di fine marzo».
I biglietti per quella serata sono esauriti in un batter d’occhio.
«E ci credo. Io ci sarò di sicuro ».
In un’intervista lei ha fatto intendere che Bowie possa essere stato aiutato a morire? È possibile?
«Non posso dirlo con certezza, ma ci sono parecchie coincidenze. È come se David avesse voluto mettere in scena la sua morte, in modo molto intenso e emotivamente forte. Penso che lui sapesse bene che la fine stava arrivando e ne ha fatto un “art work”: il musical, il video di Lazarus, il compleanno e l’uscita dell’album Blackstar tre giorni prima dell’addio... Se sei capace di fare questo in punto di morte, sei un genio, un grande. Ma detto questo, non posso dire come David ci abbia lasciato ».
È vero che il musical “Lazarus” andrà a Londra dopo New York?
«So che il producer Robert Fox ci sta lavorando ma non è ancora sicuro».
Sia il musical che il video di “Lazarus” paiono un testamento. Quando lo scrisse Bowie sapeva di morire presto?
«No, all’inizio non poteva saperlo. Quando parlammo la prima volta mi disse che voleva fare un musical che non fosse solo un buon spettacolo, ma parlasse delle cose profonde della vita. Oggi pare indubbiamente un testamento. Le canzoni sono piene d’indizi in questo senso e il personaggio alla fine scompare nello spazio. Questo dimostra che uomo coraggioso fosse David. Un genio, una leggenda, ma io continuo a ricordarlo come un uomo, importante, aperto, critico, una delle persone più belle che abbia mai conosciuto ».
david bowie lazarus
david bowie lazarus
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