DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Antonio Monda per “la Repubblica”
Gay Talese non ha mai avuto paura di essere politicamente scorretto, ma è sconcertato per la reazione scatenata da una sua affermazione, che oggi difende, conferma e spiega con rinnovata passione.
La vicenda ha fatto il giro del mondo: alla fine di una conferenza alla Boston University ha dichiarato di non riuscire a nominare nemmeno una giornalista donna che lo avesse ispirato.
Da quel momento Talese è diventato il soggetto di violenti attacchi sulla stampa e in particolare sui social media: «Se non fossi sgomento e indignato — spiega nella sua casa di Park Avenue — sarei perfino divertito, e spero che questa storia possa essere di insegnamento per capire lo stato degradato della cultura e dell’informazione ».
Andiamo per ordine: cosa è successo?
«Alla fine di una conferenza una persona nel pubblico mi ha chiesto se ci fossero state giornaliste donne che avevano rappresentato per me un ruolo di ispirazione. Ci ho pensato a lungo e ho detto: “No, nessuna”. Il che è la verità e lo confermo: avevo sedici anni e all’epoca i punti di riferimento erano tutti maschili».
Era un mondo dominato dagli uomini?
«Certamente per quanto riguarda il lavoro che mi interessava, e che poi ho fatto. Esistevano ovviamente anche giornaliste, e di eccellenza, ma all’epoca scrivevano soprattutto di costume, e di quello che oggi chiamiamo “soft news”.
Una riflessione interessante e scomoda da fare è relativa al rapporto tra sesso e politica: quando il giornalismo era dominato da uomini si attribuiva meno peso agli scandali sessuali, basti pensare alla differenza tra come sono state raccontate le vicende di Kennedy rispetto a Hart, Clinton e lo stesso Berlusconi».
Il new journalism, che lei ha fondato insieme a Tom Wolfe e Norman Mailer, è qualcosa di prettamente maschile?
«Lo era allora, e oltre ai nomi che hai fatto possiamo citare Truman Capote e George Plimpton: dobbiamo negare che fossero tutti uomini? Ma negli anni si è visto che ci sono state anche tantissime magnifiche giornaliste.
E qui faccio la mia prima riflessione: non trovi incredibile che si debba negare anche il passato? Stiamo vivendo purtroppo sotto la dittatura del politicamente corretto, e questo episodio ne è una prova evidente: ma ammorbidire, smussare, e falsificare la storia non aiuta la verità. Aggiungo una seconda riflessione: viviamo in un periodo il cui il giornalismo è sempre più scadente. È vittima della fretta — che altro è rispetto alla velocità — e del sensazionalismo.
Le persone che hanno riportato la mia frase non hanno contestualizzato. Non posso dire se per ignoranza o malafede, ma sospetto che si tratti di entrambe le cose. Quello che interessava era il titolo ad effetto, e hanno ottenuto il loro risultato. La cosa più illuminante è quello che è successo in diretta: quando ho fatto la mia affermazione qualcuno ha fischiato e un paio di persone hanno abbandonato la sala.
Ma poi, alla fine della conferenza, c’è stata una festa dove nessuno ha menzionato l’accaduto: anzi, ho ricevuto soltanto complimenti. Io avevo persino dimenticato quella battuta e una giornalista del New York Times mi ha chiesto di fotografarsi con me: il giorno dopo ho trovato quella foto sul giornale con il commento “Ho perso il rispetto per il mio idolo”.
La mia prima reazione è stata quella di reagire spiegando la verità, ma poi ho capito che sarebbe stato inutile: viviamo in un mondo pressapochista, dove conta quello che fa più rumore »
È vero che riceve lettere piene d’odio?
truman capote jon gould foto di andy warhol
«Sì, e anche questo è incredibile. Sono tornato a New York da Boston ignorando tutto e ho capito quello che stava succedendo quando un facchino della Penn Station mi ha detto: “Lei si è messo nei guai”. Poi a casa ho trovato mia moglie esterrefatta e le mie figlie che mi chiamavano preoccupate al telefono.
La notizia era stata trasformata in “Gay Talese disprezza le donne”: non è patetico? Credo che ci sia stato anche il tentativo di farmi passare per una specie di Donald Trump, cosa che oggi fa notizia: altro esempio di cialtroneria, conformismo e sensazionalismo giornalistico.
lady gaga e gay talese FOTO BY TERRY RICHARDSON
Se chiedessi oggi quali sono le giornaliste che ammiri?
«Premesso che in un mondo civile una persona deve essere libero di dire quello che pensa, la risposta è che sono tantissime, e recentemente ho fatto un blurb (una breve recensione per la fascetta editoriale,ndr) a Larissa MacFarquhar, che stimo molto. Ma guardando al passato recente penso a Nora Ephron e Lillian Ross.
Per non parlare di Oriana Fallaci, che è stata una straordinaria maestra di giornalismo per varie generazioni, interpretandolo con lucidità, grande coraggio e ammirevole durezza».
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