giacomina genny urtis

GIACOMINA URTIS SI E’ RIFATTA LE TETTE! IL "MEDICO ESTETICO DEI VIP" RIVELA A “CHI”: “DI SENO HO VOLUTO UNA TERZA, NIENTE DI TROPPO GROSSO, ANCHE PERCHÉ FREQUENTO AMBIENTI DI UN CERTO TIPO, A MILANO, E NON MI ANDAVA DI APPARIRE TROPPO PROVOCANTE” - SONO SOLO 2-3 ANNI CHE ESCO VESTITO DA DONNA. ESSERE TRANS E’ DURA, MOLTI TI RIFIUTANO, NON HO UN FIDANZATO, MIO PADRE NON MI ACCETTA, MA OGGI MI PIACCIO FUORI E DENTRO…” - QUANDO CONFESSO' CHE CON FURBIZIO CORONA CI FU "DELL'INTIMITÀ DALLA CINTURA IN GIÙ" - "SONO UN BRAVISSIMO LECCATORE DI PATATE! SA DI BATTERIA SCARICA” (ECCO LA CONFERMA CHE DI FIGA NON CI CAPISCE NIENTE)

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giacomina genny urtis

Maria Giulia Comolli per Chi

 

Potremmo dire che finora abbiamo scherzato. Noi, che a volte guardavamo le foto di Giacomo Urtis e dei suoi macroscopici ritocchini, spesso anche su “Chi”, con lo spirito di chi dice:

 

(...)

Giacomo Urtis ha fatto un passo importante in un percorso di transizione di genere.

 

Ce ne parla a cuore aperto, convalescente dall’intervento di mastoplastica additiva, provando a mettere da parte la maschera del personaggio e premettendo che ora Giacomo lascia il posto a Genny, anche se a volte parla ancora di sé al maschile.

 

giacomo urtis

Domanda. Come sta Genny?

Risposta. «Sono appena tornata a casa, sono tutta impacchettata, prendo antibiotici, antidolorifici, cortisonici, ma fisicamente non sto male, pensavo peggio. Non posso fare sforzi, non riesco nemmeno a infilarmi una magliettina.

 

Io che sono alta e muscolosa e ho sempre fatto palestra devo capire che non potrò fare troppo la bodybuilder. Avendo una cosa in più cambia tutta la prospettiva, diciamo. Ma imparerò piano piano. Di seno ho voluto una terza, niente di troppo grosso, anche perché frequento ambienti di un certo tipo, a Milano, e non mi andava di apparire troppo provocante».

giacomo urtis

 

D. Emotivamente come sta?

R. «Ci crede che dentro mi sento sempre me stessa, la me stessa che mi sono sempre sentita?
 
C’era un disallineamento tra il corpo e quella che ero io, infatti con i miei fidanzati ho sempre fatto la parte della femmina. Certo, mi ha sempre aiutato il fatto di essere un bel ragazzo e ben fisicato...
 
Tra l’altro per un periodo molto lungo sono stato anche con tante donne, almeno un centinaio direi, è stato il blackout di quando volevo convincermi di essere in un certo modo e me lo sono fatto pure piacere. Va anche detto che in quanto figlio unico di una famiglia molto cattolica, non era facile che i miei accettassero la mia, diciamo, disforia di genere».
 

giacomina genny urtis

D. Giacomo Urtis è stato (ha provato a essere) un maschio eterossessuale, un maschio omosessuale, e oggi si avvia a essere una femmina eterosessuale?
R. «Alla fine lo ho provate tutte... Per poi arrivare all’epilogo per me naturale. Ma ci sono arrivata per gradi, sono solo 2-3 anni che esco vestito da donna. Ai miei tempi se dicevi che volevi diventare femmina ti portavano in psichiatria».
 
D. Presumo che in ogni caso abbia fatto un percorso di analisi e di sostegno psicologico per prepararsi alla transizione.
R. «Ah certo, perché altrimenti a un certo punto sbarelli, non capisci più chi sei. Ma anche chi c’è intorno ha bisogno di tempo per accettarti, c’è chi ti abbandona.
 
Io sono una persona famosa e benestante, sono superfortunata per tanti aspetti, però ho visto il delirio che si crea in certe famiglie in cui scoprono che il figlio non sta con una donna biologica ma con una trans...

cher jenny urtis

 
Fino a quando la trans fa la pagliaccia che fa divertire va bene, invece quando si parla di cose serie diventa un problema per la società. E questo mi spaventava.
 
La discriminazione, l’abbandono, il rifiuto, facevano paura. Sei desiderata, e non le dico quanti mi seguono quando al ristorante mi alzo per andare in bagno, ma sei anche rinnegata, ti tengono nascosta, perché le foto con te o il Natale in famiglia, zero. Sei il caldo, ma hai freddo.
 
Aggiungo l’allarme per quello che sta accadendo nel mondo in termini di discriminazione: mia madre è del Cairo, lì c’è la tomba di famiglia, ci sono i miei nonni, e temo di non poterci andare».
 
D. Se non siamo indiscreti, questo percorso proseguirà fino a un intervento più radicale?
R. «Questo oggi non lo so, certe decisioni richiedono tanto tempo per maturare dentro. Per il momento, le persone che mi avvicinano si avvicinano a una trans. È delicato da spiegare. Forse non sono ancora pronta ad affrontare psicologicamente tutto quanto».
 
D. Avevamo letto di un fidanzato, c’è ancora?

giacomo urtis

R. «Purtroppo no e non posso dire troppo perché ci sono questioni legali aperte. Comunque: sono stata fidanzata per circa un anno, avevamo progetti di vita importanti, intendo casa, lavoro, figli, e invece mi ingannava, addirittura conviveva con un’altra in Sicilia».
 
D. Ha affrontato la mastoplastica senza lui accanto.
R. «Ci siamo messi insieme quando ero all’inizio del mio percorso, stavo prendendo gli ormoni, però lui mi denigrava, diceva: “Sei troppo uomo”, e poi: “Tuo padre non ti permetterà mai di fare l’intervento”».
 
D. Suo padre rifiutava un figlio gay. Come si colloca verso una figlia?

giacomo genny urtis

R. «Ma guardi, non ha mai accettato un orientamento diverso dall’eterosessualità e non è che adesso vada meglio, quando vede i ragazzi che mi guardano si imbarazza, se mi vesto troppo da donna peggio.
 
Mia mamma invece no, lei mi rammenda pure le calze se con queste unghie lunghe mi smaglio i collant.
 
Eppure dovrebbero entrambi essere contenti, faccio tante cose, ho aperto cliniche, ho fatto tv, ho cantato anche a livelli alti, abito con loro, li accudisco, li faccio vivere in una villa a Milano, sono il figlio perfetto, ma un “bravo”, o “brava”, da mio padre mai. Sempre la faccia triste».
 
D. Prova tenerezza per se stessa?
R. «Provo orgoglio, tenerezza no perché ci sarebbe un po’ di pena e ringraziando il Signore credo invece di avere tante fortune».
 
D. Evoca Dio. È credente?
R. «Sì sì, dopo che ho lasciato il mio ex, a dicembre, sono uscita con un altro e la prima cosa che ho fatto è stata portarlo alla Messa di Natale. Una trans che porta in chiesa un non credente. Lo vede che cosa riesco a fare?».

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