DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Clarissa Domenicucci per “Specchio – La Stampa”
Negli anni '80 Giorgia Passeri è stata la stella della tv dei ragazzi targata Fininvest. Ha 20 anni e la frangetta, modi da brava ragazza e la tv nel sangue: sarà l'unica riconfermata per 4 anni alla conduzione di Ciao Ciao (‘84-‘88), così perfetta nel "botta e risposta" col pupazzo parlante Four.
Giorgia è una star della tv; riceve ogni giorno centinaia di lettere dai piccoli fan che si confidano e le confessano con fiducia, da lei mai tradita, intimità a volte pesanti. In soli 10 anni di carriera si aggiudica tre Telegatti, roba da guinness dei primati! Passa in Rai nel 1989 e nel '94 il colpo di scena: ancora al top decide di chiudere con la tv e sparisce per sempre dal piccolo schermo.
Incontriamo Giorgia Passeri, attrice e regista freelance della scena off romana, presidente per 15 anni del Teatro Agorà di Roma, nella casa che affaccia sul Lungotevere Flaminio dove vive con il marito Massimo, anima gemella dai tempi di Big!: lei, la stella del programma, lui cameraman delle esterne. Giorgia mette in conto i rischi del fidanzarsi con un operatore ma se ne frega: vuole innamorarsi, e la loro corsa insieme non ha mai rallentato.
L'intervista procede nel tempo di un aperitivo perfetto e la vista di un dettaglio mi rallegra: un Telegatto è appoggiato a terra e fa da fermo alla portafinestra del terrazzo. Lei quasi si giustifica: «non per snoberia ma è un oggetto inutile, così pesante». Si ride.
Arriva dal teatro Giorgia, se ne innamora a 15 anni, e frequenta il suo primo corso con "un amico vero": Paolo Bonolis. Sarà proprio lui a suggerirle di scappare da Roma quando la fine di una storia d'amore la lascia K.O.: "vieni a Milano, levati da 'sta palude», la incoraggia, «sto facendo un provino per Bim Bum Bam, qui si muovono cose e tu sei brava, puoi farcela».
Andò così. Dopo poche settimane a Milano, ospite di Bonolis e della prima moglie, arriva il provino per la popolarità e la chiamata a Ciao Ciao. Di quel periodo dice: «da ragazza mi è accaduto un fatto artistico incredibile. Ho vissuto una magia, un esperimento perfetto durato 10 anni. Poi le cose sono cambiate, l'esplosione della tv commerciale ha trasformato il pubblico di bambini in acquirenti, è arrivata la tv delle Veline, la spettacolarizzazione del dolore; robe lontane da me».
Lei non recitava, era sé stessa, una ragazzina in uno studio tv come fosse in cameretta a giocare con le bambole: «non potevo, non sarei riuscita a cambiare insieme alla televisione» –sintesi perfetta– «e non me la sono sentita di tradire il mio pubblico». Lascia Ciao Ciao quando in scaletta aumentano i messaggi promozionali che tolgono spazio al gioco e gli sketch vengono costruiti per vendere. Giorgia comprende le ragioni aziendali, ma esprime la sua perplessità ad Alessandra Valeri Manera, recentemente scomparsa, responsabile della tv dei ragazzi Fininvest. L'incompatibilità delle vedute è conclamata, la stima professionale resta ma lei si guarda attorno e passa in Rai, «dove mi danno l'opportunità di tornare a recitare con un pupazzo, Calimero, mentre di là era diventata una lunga telepromozione».
(...) dice no a Boncompagni che, sotto attacco della stampa, la vuole a condurre La posta del cuore a Non è la Rai. A patto di proporsi con un'immagine meno asessuata rispetto a prima. Giorgia opta per un anno sabbatico che le regala sua figlia, è il '96 e non prova amarezza, certa della sua scelta: «non ho sofferto perché la mia tv'non c'era più, l'ho vissuto come un fatto naturale, un'epoca irripetibile che si era esaurita e non avevo intenzione di accanirmi né diventare un dinosauro nella nuova era». Tutte le proposte arrivate dopo le ha rifiutate: «con la tv ho guadagnato bene e messo da parte, così poi mi sono potuta permettere dei no».
In questi giorni lavora all'adattamento teatrale del best seller Di che coniuge sei?
, al teatro Porta Portese di Roma a novembre, e attende il rientro di Gaia, la figlia, ballerina solista in Germania al Landes Theater Ballet Eisenach e Meiningen Staat Theater. «Non è competitiva, non ha gli occhi della tigre», dice di lei, «è un fiore d'acciaio appassionato e tenace che ama quello che fa. Ha scelto questo mestiere per ballare, non per diventare famosa».
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