NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Matteo Persivale per il Corriere della Sera
Che faccia avrà fatto il generalmente imperturbabile Vladimir Putin davanti alla scena dell' ambasciatore sovietico che nella «war room» rivela agli americani l' esistenza dell'«ordigno fine di mondo» che scatena l' apocalisse atomica nel finale del «Dottor Stranamore»?
Basterà aspettare l' arrivo in tv - quattro puntate sull' americana Showtime , via cavo, da lunedì 12 giugno - di «The Putin Interviews», «Le interviste a Putin», titolo asettico del nuovo documentario di Oliver Stone. Nel quale, tra le altre cose, come in un bizzarro cineforum, il regista di «JFK» e «Nixon» fa vedere «Il dottor Stranamore» a Putin.
Stone alle polemiche sui suoi film - spesso ispirati a fatti veri anche quando si tratta di fiction - è abituato, e ha una passione per giornalismo e geopolitica: ha girato, in passato, documentari-intervista con Fidel Castro e Hugo Chávez. Ora tocca a Putin, che gli ha concesso lunghe interviste al Cremlino, a Sochi, nella sua dacia fuori Mosca.
Stone - autore anche del documentario a puntate «U.S.A.-La storia mai raccontata»: 10 puntate sempre per Showtime accompagnate anche da un librone di 750 pagine - in una lunga intervista con il Sidney Morning Herald ha annunciato che darà spazio «a un punto di vista che a noi americani è stato finora precluso» (in realtà Putin, che parla pochino con i media americani, ha però negli ultimi anni rilasciato interviste sia a Charlie Rose della Cbs sia a Fareed Zakaria della Cnn , ndr).
Stone ha descritto le sue quattro puntate dedicate a Putin non come un documentario «ma una lunga sessione di domande e risposte. Putin è uno dei leader più importanti del mondo e visto che gli Stati Uniti l' hanno dichiarato un nemico - un grande nemico - ritengo molto importante che gli americani ascoltino quello che ha da dire».
Showtime con una certa megalomania paragona «The Putin Interviews» a «Frost/Nixon», le quattro puntate dell' intervista esclusiva che il presidente americano dimessosi nel 1974 per il Watergate concesse tre anni più tardi all' inglese David Frost (45 milioni di spettatori, tuttora un record imbattuto).
Le differenze? Nixon concesse un' esclusiva e venne pagato da Frost (600mila dollari - quasi due milioni e mezzo di oggi calcolando l' inflazione - più il 20% dei profitti). Quella di Putin non è un' esclusiva e i rapporti tra Stone e il governo russo sono più complicati: Stone ha girato l' anno scorso un film su Edward Snowden, pagando a Anatoly Kucherena, l' avvocato dell' americano fuggito in Russia, un milione di dollari.
E poi Putin non è esattamente un nemico per gli americani, almeno per la metà che vota per il partito repubblicano e tifa Donald Trump: nel 2014 la Russia veniva vista come «alleato/amico» solo dal 16 per cento dei repubblicani. Oggi il 56 per cento dei repubblicani considera Putin proprio un «alleato/amico».
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