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GIUSEPPE CRUCIANI - I FASCIOVEGANI
Giorgio Biferali per “il Messaggero”
Viviamo in un mondo strano, un mondo dove non si può dare più nulla per scontato, neanche le cose su cui avevamo capito di essere più o meno tutti d'accordo, cose come l'idea di libertà, dove mangiare è diventato un rischio, un crimine, una colpa, tanto che a volte verrebbe voglia di affidarsi a Kafka e diventare artisti del digiuno.
Mentre in tivù passa la pubblicità del nuovo cornetto Algida vegano, in libreria arrivano romanzi e saggi (bellissimi) come La vegetariana di Han Kang (Adelphi) e Se niente importa di Safran Foer, dedicato agli allevamenti intensivi, e altri meno belli come quello in cui Brizzi racconta la sua storia d'amore vegan (Ho sposato una vegana, Einaudi), su Netflix appaiono documentari e film come Okja dove un supercast di attori mette su una storia incentrata sullo sfruttamento brutale degli animali, quelli che mangiano carne, intanto, vengono chiamati assassini, mangiamorti, che fingono di non sapere di avere l'Olocausto nel piatto.
CENA IN DIRETTA
GIUSEPPE CRUCIANI E LE TESTE DI AGNELLO
Ma c'è anche chi non è d'accordo, come Giuseppe Cruciani, celebre per aver condotto il programma La Zanzara su Radio24, che l'ha espresso nel suo I Fasciovegani (pp. 192, 16,50 auro), appena pubblicato da La Nave di Teseo. Tutto comincia nel 2015, quando Cruciani ha portato un coniglio in radio, l'ha fatto cucinare e se l'è mangiato in diretta, per rispondere a quelli della Lav, la lega anti vivisezione, che in quel periodo invece volevano difenderlo e toglierlo dalle tavola.
Da lì comincia la sua avventura, con quelli del Fronte Animalista che lo aspettano davanti alla redazione, con tanto di striscione minatorio con scritto Hai superato il limite, ti vogliamo faccia a faccia, scendi se hai coraggio, e lui che scende mostrando un salame con aria trionfante e vittoriosa, come impugnasse una spada o la coppa del vincitore, provocandoli, per poi essere rincorso e quasi aggredito.
GIUSEPPE CRUCIANI E LE TESTE DI AGNELLO
Cruciani, nella dedica del libro, scrive «Agli animali che ho mangiato. Li ho amati, da vivi e nel piatto», partendo dai fasciovegani che nel suo immaginario sono simili a Pol Pot, che vogliono «annullare le diversità in nome dell'uguaglianza assoluta tra individuo e animale», passando per il guru dei vegani, Gary Yourofsky, che ha trascorso settantasette giorni in un carcere di massima sicurezza canadese per aver rubato 1542 visoni da un allevamento, convinto che se guardassimo un macello di mucche o di polli e li rimpiazzassimo con gli ebrei «si ricreerebbe Auschwitz», per arrivare ai vegani vip, fino a smentire tutti i luoghi comuni che ormai tempestano la tivù, il web e la nostra quotidianità.
BUDDHA E VAN GOGH
GIUSEPPE CRUCIANI E LE TESTE DI AGNELLO
La cornice, che Cruciani, come buona parte di noi, ha ben presente, è che la libertà di cibo, in fondo, non è altro che la libertà di pensiero. Quindi il fatto che Buddha, Pitagora, Platone, Leonardo, Michelangelo, Montaigne, Voltaire, Garibaldi, Tolstoj, Van Gogh, forse, siano stati vegani, non giustificherà mai frasi come «L'uomo si deve estinguere, odio gli umani» (Rosita Celentano), «Oggi esiste una Shoah degli animali» (Red Ronnie), «I bambini col latte si ammalano» (Paola Maugeri). I cani sono meglio delle persone che dicono che i cani sono meglio delle persone, canta il rapper Willie Peyote, e tutto si potrebbe risolvere con una battuta. Durante una cena, magari, dove ci si guarda negli occhi e non nel piatto.
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