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Alessandro Gnocchi per "Il Giornale"
Oriana Fallaci, ovve¬ro la forza del carat¬tere. Consapevole di dover essere la migliore per farsi rispettare in un mondo di uomini, quello del gior¬nalismo anni Cinquanta.
Convinta che il valore fonda¬mentale, appreso durante la Re¬sistenza, fosse il coraggio: e per questo pronta a porre doman¬de sferzanti ai potenti della Terra, a sfidare le pal¬lottole come inviata di guerra, a guardare in faccia il cancro.
Una tipa dura, incapace di per¬donare e capace di rompere al¬l'improvviso (e per sempre) amicizie e amori. Una solitaria, anche quando, da giovane, si circondava di colleghi. Un'ita¬liana, una patriota ma profon¬damente legata agli Stati Uniti, a New York.
Una donna d'acciaio.Ma pur sempre una donna. Esce in que¬sti giorni la biografia «ufficiale» di Oriana Fallaci, Oriana. Una donna (Rizzoli, pagg. 324, euro 19).L'autrice Cristina De Stefa¬no ha c¬onsultato materiale ine¬dito e ne ha tratto, dopo tre anni di lavoro, un volume documen¬tato, agile, ben scritto. L'idea, esplicita fin dal titolo, è fare emergere, appunto, la donna. Missione compiuta. Le sorpre¬se, anche scioccanti, abbonda¬no, ma l'incursione nella vita privata della Signora, riservata custode dei propri segreti, è sempre funzionale a illuminar¬ne l'opera, e si tiene alla larga dal gossip.
In queste pagine, si incontra una Oriana inedita: fragile, dol¬ce, addirittura sottomessa. à l'amore a cambiarla. La prima travolgente passione data agli anni Cinquanta. La Fallaci, ap¬pena tornata da Hollywood, in¬contra Alfredo Pieroni, corri¬spondente da Londra per La Settimana Incom illustrata .
In¬credibili le lettere inviate a Pie¬roni. L'indomabile Fallaci scri¬ve di sognare una vita di cop¬pia, di essere disposta ad abban¬donare tutto, anche il lavoro. Vuole una casa in comune, alle¬vare bambini. Alfredo non ri¬cambia i suoi sentimenti. à un monologo di Oriana pronto a trasformarsi in tragedia. Nella primavera del 1958, la Fallaci scopre di essere incinta. Sa che Pieroni non vuole un figlio da lei. In una lettera sembra pren¬dere in considerazione l'abor¬to, con scarsa convinzione: «So, con sicurezza, che devo far¬lo: perché se non lo facessi, rovi¬nerei o turberei, almeno, la tua vita». à il destino a decidere. Nel maggio 1958, a Parigi, Oria¬na perde i sensi, viene trasporta¬ta in ospedale.
Il feto è morto, lei stessa rischia la vita. Cade in depressione. Il 28 giugno fa sca¬lo a Londra, chiede un ultimo in¬contro ad Alfredo. Passa la gior¬nata accanto al telefono. Poi prende dalla borsetta le scatole di sonnifero e le butta giù tutte assieme. La famiglia riesce a ge¬stire l'incidente con discrezio¬ne ma Oriana viene ricoverata in clinica psichiatrica. Ne parle¬rà anni dopo in una lettera a un amico, ricordando i letti con le cinghie di cuoio e le inferriate al¬la finestra.
Per mesi sparisce. Nell'ottobre 1959 L'Europeo pubblica un suo pezzo su come vivere in Hotel. Prima regola: «Non suicidarti in albergo: si in¬fastidiscono molto ». Questa vi¬cenda, insieme a un secondo aborto spontaneo avvenuto nel 1965, ignoto il padre, forse un ex amore americano, è alla base di Lettera a un bambino mai nato (vedi box).
Forte in guerra. Ma ancora fra¬gile in amore, quando si ripre¬senterà in Vietnam nei panni del giornalista François Pelou. Lo scafato collega francese le dà una lezione di realismo, la invi¬ta a non essere manichea, le mo¬stra come in battaglia la stessa persona possa esprimere, con¬temporaneamente, il meglio e il peggio dell'umanità .La Falla¬ci farà tesoro di questa lezione nei reportage dal fronte.
Lei si in¬namora di nuovo. à tenera, gen¬tile, passionale. Spedisce a Pe¬lou lettere su lettere. Gli dedica poesie come questa: «Sono una cosa tua/ sono infine qualcosa/ Grazie». Anche questa storia non ha seguito. Proveniente da una famiglia cattolica, François non vuole divorziare. La relazio¬ne va avanti dal 1968 al 1973, quando Oriana metterà Pelou di fronte a una scelta definitiva. François opta per la famiglia. Lei impacchetta tutta la loro cor¬rispondenza e la spedisce alla moglie. Si rifiuterà di incontrar-lo ancora.
C'è poi l'amore «ufficiale» con Alekos Panagulis. Parados¬salmente, sembra quello che la¬scia minore traccia in Oriana. Nei mesi precedenti la morte di Alekos, deceduto nel 1976 in un (sospetto) incidente stradale, non si vedono quasi mai. Pana¬gulis è rimasto devastato dalla prigionia. Lei lo ama in quanto incarnazione perfetta del¬l'eroe. Non è gelosa, ma si trova costretta a sopportare situazio¬ni volgari (bevute e avventure) e lunghi momenti di apatia.
Infine Paolo Nespoli, oggi astronauta, conosciuto a Bei¬rut nel 1983. Lei si documenta sul conflitto libanese e sul con¬tingente militare italiano. Lui, sergente, nato nel 1957, le fa da autista. Entrano in confidenza. La Fallaci lo convince a non ab¬bandonare il sogno dello spa¬zio. L'amicizia diventa qualco¬sa di più. Oriana è stupita di pro¬vare ancora interesse per l'amo¬re: «Avevo giurato che mai più avrei toccato un uomo. Poi ho incontrato te», gli scrive. Il falli¬mento, però, per la Fallaci, è già sicuro: «Noi due insieme/ sia¬mo un'eresia/ un'ipotesi da scartare/ un fenomeno da stu¬diare/ come i buchi neri e la teo¬ria dei quanta ». La relazione du¬ra cinque anni, con una lunga convivenza newyorchese. Nel 1991, quando Nespoli parte per la Germania ove ha avuto un in¬cari¬co dall'Agenzia spaziale eu-ropea, lei gli comunica di non volerlo più vedere. Così sarà .
Questo rapporto ispira alcune pagine del romanzo Un cappel¬lo pieno di ciliege , che assumo¬no un nuovo significato.
Naturalmente, in Oriana. Una donna , troverete anche tut¬to quello che vi aspettate di leg-gere: l'infanzia, la Seconda guerra mondiale, gli esordi, i re¬portage dalla Nasa, l'inviata, le interviste con i grandi, le pole¬miche contro l'islam. E anche molte notizie inedite: strepito-sa la minuta dell'intervista mai realizzata con Giovanni Paolo II. Non c'è dubbio però che l'Oriana Fallaci romantica, tra¬gica e assoluta (come la descri¬ve Pelou a posteriori) sia la vera scoperta di Cristina De Stefa¬no.
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