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Neil McCormick per "The Daily Telegraph" pubblicato da "Il Fatto Quotidiano" - Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
Il prossimo fine settimana il più grande festival rock del mondo ospiterà la più grande rock band del mondo. I Rolling Stones saliranno a Glastonbury sabato sera e con i loro 51 anni di presenza nella musica scriveranno un'altra pagina nella storia del festival ospitato dalla Worthy Farm.
Ma come mai i Rolling Stones ci hanno messo così tanto ad avventurarsi tra la fanghiglia del Somerset dopo che da un pezzo a Glastonbury si sono esibiti le principali star del rock, da Bob Dylan a Paul Mc-Cartney?
Sabato sera in un certo senso si assisterà alla collisione tra due straordinarie macchine di intrattenimento ciascuna con la sua complessa struttura e le sue priorità ma, per strano che possa sembrare, con storie parallele. Gli Stones, band rock'n'roll esordiente, erano presenti alla nascita dei festival rock.
La loro esibizione a Hyde Park nel luglio 1969 fu il più grande evento del festival dei tardi anni 60. Un anno dopo esordì con grande umiltà il festival di Glastonbury su iniziativa di un piccolo produttore di formaggio hippy. Si chiamava Michael Eavis e gli spettatori furono circa 1.500.
Il primo palco a piramide fu costruito nel 1971, anno in cui si esibì tra gli altri David Bowie. Tuttavia il movimento del festival gratuito e aperto a tutti era troppo disorganizzato per durare. Dopo il disastroso Altamont, in California, nel 1969, quello dove gli Hells Angels imbottiti di droga addetti alla sicurezza uccisero una persona, gli Stones si persuasero della necessità di costruire un palco più adatto e sicuro.
Negli Anni 80, culminati con lo Show Steel Wheels con la scena costruita in modo da somigliare a una città da fantascienza, la band era divenuta una sorta di moloc dello spettacolo tanto da aver allestito alcuni tra i più grandi ed elaborati concerti della storia. Anche Glastonbury era in fase di ascesa e ben presto divenne il più grande e considerato festival del mondo e ospitò superstar quali Bob Dylan, Neil Young, gli Who, gli Oasis, i Blur e i Radiohead.
L'inventore del festival, Eavis, ha sempre considerato gli Stones la sua band preferita pur lamentandosi delle difficoltà incontrate con i suoi manager per ingaggiarli. Ma Mick Jagger lo smentisce: "Non ce lo hanno mai chiesto". Si è sempre avuta la sensazione che i Rolling Stones fossero diventati troppo famosi e costosi per suonare nei festival.
All'epoca del Bigger Bang tour (2005-2007) giravano con 200 persone tra tecnici, musicisti, fonici, attrezzisti, falegnami, operai ospitati su 12 pullman mentre attrezzature e bagagli viaggiavano su 46 camion. Costi enormi, come i profitti. Gli Stones possono vantare tre dei dieci più redditizi tour della storia del rock. Tra il 2005 e il 2007 incassarono 558 milioni di dollari, superati solo dai 736 milioni degli U2.
Il festival di Glastonbury non è famoso per la generosità dei suoi cachet. "Ingaggiamo i pezzi grossi per un decimo del loro abituale cachet", dice Eavis. Nel 2004, Paul McCartney si è esibito per 200.000 sterline quando in genere per un concerto percepiva 4 milioni di sterline. Resta quindi l'interrogativo: perché gli Stones hanno finalmente accettato di suonare a Glastonbury senza il loro palco speciale, dinanzi a un pubblico diverso da quello formato dai loro fan e per molto meno denaro del solito?
Forse un certo ruolo lo hanno giocato le amicizie personali. "In famiglia hanno molto insistito perché partecipassimo al festival", ha ammesso recentemente Jagger. Suo fratello Chris vive in una fattoria nei pressi di Glastonbury e nel 2011 ha preso parte al festival con il suo gruppo blues. Le figlie Jade e Elizabeth sono amiche della famiglia Eavis e tutti gli anni sono tra gli spettatori del festival. Ronnie Wood ammette di aver cercato di convincere i suoi colleghi dicendo. Fonti vicine agli Stones dicono che la decisione è stata presa subito dopo il concerto per il 50° anniversario alla 02 Arena il 25 novembre dell'anno passato perché "Volevano sapere che effetto avrebbe fatto suonare insieme".
L'anno passato riunire la band per le celebrazioni del 50° anniversario non è stato facile e nessuno sa se faranno mai un altro tour insieme. La spiegazione romantica è che la banda più leggendaria del rock forse chiude la sua parabola esibendosi sul palco del festival più leggendario del rock.
La spiegazione più prosaica è che quest'anno il festival cade proprio in coincidenza con il cinquantesimo della band. Forse per questa ragione Glatosbury è riuscita ad assicurarsi gli Stones che comunque a luglio terranno due concerti a Hyde Park e lì si parla di cifre da capogiro con biglietti da 95 a 330 sterline.
Gli Stones hanno accettato un compenso ridotto, ma si sono mostrati riluttanti a permettere alla Bbc di riprendere il concerto. Le trattative sono state molto serrate e alla fine si è raggiunta una intesa, ma solo per una parte dello show. Il fatto è che la band desidera tutelare il valore del copyright (stanno vendendo in pay-per-view i concerti del loro tour del cinquantenario) e, al contempo, intende mantenere il controllo artistico delle loro esibizioni anche nel caso che qualcosa dovesse andare storto.
Ma nell'ambiente degli Stones si respira una atmosfera di fiducia. Dopo tutto suonano da 50 anni! "Non c'è nessuno migliore degli Stones su un piccolo palco tipo nightclub", afferma il direttore luci Patrick Woodroffe. "In una grande arena, dinanzi a 100.000 spettatori, saranno perfettamente in grado di essere all'altezza delle aspettative".
Woodroffe anticipa che la scenografia sul palco di Glastonbury sarà piuttosto semplice, senza sensazionalismi né trucchi mirabolanti. "Alla fin fine bastano poche cose semplici e un paio di ospiti interessanti. Quindi basta alle cose più elaborate. Ci siamo detti che era sufficiente la musica. E ho la sensazione che è proprio così che andranno le cose".
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