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Arianna Finos per “la Repubblica”
gomorra la serie salvatore esposito alias genny savastano
Da Gomorra ad Hannibal , da boss della camorra a ispettore a caccia del più famoso dei cannibali. Fortunato Cerlino, alle spalle una lunga carriera teatrale, si è fatto notare in un piccolo ruolo nel film di Matteo Garrone, è diventato uno dei protagonisti delle serie di Sky nel ruolo del boss Savastano. Ora è coprotagonista di una produzione tv americana di successo, Hannibal, con Mad Mikkelsen e Laurence Fishburne, trasmessa da Italia 1.
Si racconta via Skype dal set canadese, ha già girato sue puntate, ora si sposta a Firenze. «Tutto è iniziato con un provino. Cercavano un italiano per il ruolo dell’ispettore Pazzi, che nel film era Giancarlo Giannini ». Gomorra La serie è stata venduta in sessanta paesi. «Non ho chiesto, ma credo che i produttori la conoscano bene. Per gli americani è un grande prodotto con attori di qualità e una storia con una base di verità. Sono attenti all’Europa, il mercato si sta spostando anche qui».
gomorra la serie salvatore esposito
Nel romanzo di Thomas Harris, e nel film di Ridley Scott, Pazzi è un cattivo. «Ha comportamenti poco puliti ma è giustificato. Gli sceneggiatori gli hanno regalato una vena di credibilità e malinconia. Insegue Hannibal da vent’anni, lo ritiene autore di delitti attribuiti al mostro di Firenze ma non è riuscito a provarlo, la sua carriera è distrutta. Il ritorno di Hannibal è un’occasione di riscatto ». Cerlino è passato da ladro a guardia: «Savastano è un criminale, Pazzi è comunque un uomo di legge. Per uno ho lavorato sulla mancanza di umanità, sul controllo delle emozioni. All’altro ho dato una vena eroica, romantica: vuole dare un senso alla sua vita».
Fortunato Cerlino gomorra la serie tv
Quella americana è una grande opportunità, «in Italia tendono a replicarti. Ho avuto la forza di rifiutare personaggi clone di Savastano». Del set canadese dice «di diverso c’è il budget, qui ricostruiscono la cappella Normanna con mezzo milione di dollari. Sul set sono stato a casa, con Mikkelsen e Fishburne c’è stata sintonia perfetta ». È l’inizio di una nuova carriera? «Ci lavoro, ma non ho il sogno americano». Di Gomorra 2, dice «non vedo l’ora di tornare sul set, è una grande famiglia. E rispetta, anche economicamente, il lavoro degli attori. In Italia è facile essere avviliti, ti pagano 150 euro a posa e sai che in un mese ne farai due, tre, poi chissà. La mancanza di consapevolezza rende difficile la protesta. C’è una parte infantile dell’essere attori che non ci tutela».
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