“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Nel quarto numero di “Playboy”, pubblicato nel marzo 1954, appariva Dolores Del Monte, aspirante attrice convocata per posare per “un calendario”, senza vestiti, per la cifra di 50 dollari l’ora. Accettò e di lì a poco si sposò, ebbe tre figli. Non seppe di essere finita su “Playboy” finché il maggiore, ormai al college, non si imbatté in una retrospettiva della rivista e riconobbe la madre.
Inizialmente la rivista sceglieva le più belle ragazze della porta accanto, poi si trasformò in un impero con club a suo nome, jet noleggiati dalle celebrità tipo Elvis Presley, la famosa grotta dove si svolgevano le sontuose feste di Hugh Hefner. Riuscì addirittura a far diventare le orecchie da coniglietta un accessorio sexy, una di quelle cose che i futuri studiosi di relazioni del ventesimo secolo non riusciranno a comprendere.
Helena Antonaccio posò nel 1969. Aveva visto un “Playboy” da piccola, nel garage di suo padre, e aveva sempre sognato di diventare una “Playmate”. Divenne Miss Giugno, tenendo un cono alla fragola in mano e leccandosi i denti. A guardarle, queste modelle, sembrano tremendamente innocenti. La Del Monte dice infatti che oggi non poserebbe: «Si mostra troppo».
miss march 1954 dolores del monte
Prima ancora di competere con il porno on-demand, “Playboy” ha avuto per rivali riviste più esplicite come “Penthouse” e “Hustler”, dando inizio alle “guerre pubiche”.
La prima nudità frontale fu di Marilyn Cole Lownes, anno 1972. Suo padre le diceva che quelle foto erano come i dipinti di Rubens, e in effetti, lei come le colleghe, trovavano l’esperienza liberatoria. Non pensavano a eccitare gli uomini, ma a celebrare le donne.
miss march 1954 dolores del monte
Tutte le modelle immortalate in queste pagine, da allora diventate giornaliste, imprenditrici, agenti immobiliari e, per l’occasione, modelle sessantenni, raccontano che il ruolo di “Playmate” dava sicurezza, fiducia in se stesse, rendeva indipendenti dagli uomini anche economicamente. Per loro “Playboy” precorse la rivoluzione sessuale femminista.
Nonostante la pornografia oggi sia più esplicita e le bionde conigliette siano le ragazze della porta accanto però con un sacco di botox, il classico scatto con la donna centrale è vivo e vegeto. Il selfie nudo estromette la figura del fotografo e anche quella della rivista. La donna che si fa l’autoscatto può decidere come riprendersi, dove, con quale luce, può decidere di tenere la foto per sé o mandarla a qualcuno. Ha il competo controllo del suo corpo: è sia oggetto che soggetto. Ora queste ex Playmate hanno deciso di tornare a posare per un fotografo del “New York Times”. Sono invecchiate, ma una volta raggiunto lo status culturale di “Playmate”, quel fascino rimarrà per sempre.
miss june 1969 helena antonaccio
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