1. SABATO SCORSO NEGLI STATI UNITI SI È FESTEGGIATO IL “NATIONAL COMING OUT DAY”, GIORNO IN CUI SI CELEBRA, CON ORGOGLIO, IL DICHIARARSI PUBBLICAMENTE GAY, LESBO, ETC. 2. E PER L’OCCASIONE E’ STATA LANCIATA SU "AOL" LA WEB SERIE “TRUE TRANS”, DOVE SI RACCONTA LA CANTANTE DELLA PUNK BAND “AGAINST ME!”, DIVENTATA DONNA DUE ANNI FA 3. NATO TOM GABEL, SPOSATO, CON UNA FIGLIA, ERA UN RAGAZZONE PUNK ALTO E TIMIDO, NOTO PER LA SUA ANARCHIA, PER LA SUA VOCE FEROCE E PER ESSERE UN TORNADO SUL PALCO 4. A 31 ANNI, HA FATTO ''COMING OUT'': HA RIVELATO DI AVER VISSUTO UNA VITA DI DEPRESSIONE E ISOLAMENTO, UNA CONDIZIONE DI NON ALLINEAMENTO FRA IL SUO ESSERE E IL SUO APPARIRE. HA COMINCIATO A VIVERE DA DONNA, PUR RIMANENDO PER ANNI SPOSATO A SUA MOGLIE HEATHER 5. QUANDO HA AFFRONTATO COME LAURA JANE GRACE LA PRIMA VOLTA UN CONCERTO CON LA MINIGONNA, HA PENSATO: “SE SOLO MI POTESSE VEDERE LA MIA FIGLIA TREDICENNE!”

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da www.newsweek.com

 

tom gabel prima e poi laura jane gracetom gabel prima e poi laura jane grace

Sabato 11 ottobre è stato il “National Coming Out Day”, giorno in cui si celebra, con orgoglio, il dichiararsi pubblicamente lesbiche, gay, trans, queer, o semplicemente loro alleati. La data ha segnato il ventiseiesimo anniversario dell’iniziativa: era il 1987 e mezzo milione di persone marciavano a Washington per reclamare i propri diritti apertamente, liberavano se stessi e creavano l’esempio per altri che intendevano seguire.

 

In diversi anni, ma sempre quel giorno, Keith Haring disegnò l’omino che esce dalla porta, Betty DeGeneres, madre di Ellen, si schierò a favore della comunità LGBT, così di seguito fecero Cindy Lauper, Ani DiFranco, Michael Stipe, RuPaul, Rufus Wainwright.

 

tom gabel prima e  poi laura jane gracetom gabel prima e poi laura jane grace

Per l’occasione il “Newsweek” intervista Laura Jane Grace, voce della band “Against Me!” che due anni fa si è dichiarata trans, pubblicando anche un disco intitolato “Transgender Dysphoria Blues”. Laura ha appena lanciato su “Aol” la web serie “True Trans With Laura Jane Grace”, quattro episodi in cui racconta il suo viaggio fisico ed emotivo.

 

Nata Tom Gabel, ora ha voglia di parlare di identità di genere: «Ho parlato con la gente lungo tutto il paese, mi sono state raccontate storie di altre trans e l’unico tratto comune a tutte è la non accettazione da parte della famiglia. Certo, incontrando trans di altre generazioni, è chiaro che sono stati fatti passi avanti. Non so se con il mio “coming out” ho perso molti fan. Se è successo, erano quelli che volevo perdere».

 

Grace sta anche scrivendo un libro. Segna tutto su un diario da quando ha 17 anni, il materiale verrà raccolto e presto pubblicato.

 

www.dailybeast.com

tom gabel prima di diventare laura jane gracetom gabel prima di diventare laura jane grace

 

Tommy Gabel era un punk alto e timido, noto per la sua anarchia, per la sua voce feroce e per essere un tornado sul palco. A 31 anni ha rivelato di aver vissuto una vita di depressione e isolamento, una condizione di non allineamento fra il suo essere e il suo apparire. Ha cominciato a vivere da donna, pur rimanendo per anni sposata a sua moglie Heather. Quando ha affrontato la prima volta un concerto con la minigonna, ha pensato: «Se solo mi potesse vedere la me tredicenne!».

 

tom gabel  prima di diventare laura jane gracetom gabel prima di diventare laura jane grace

Eppure non ha alcuna intenzione di eleggersi a modello per altri. Dice: «Non devo ispirare nessuno, però questa serie può servire a qualcosa. E’ reale. Ospita tante trans che vivono la loro vita e vanno avanti. E’ rassicurante, è un cazzo di sollievo! Puoi essere chi vuoi essere».

 

Chi ha ispirato lei?

«Avevo tre anni e vidi Madonna in tv. Pensai: “E’ questo quello che voglio essere! E’ questo  quello che voglio fare da grande! Voglio fare musica e stare sul palco”. Poi ho subito realizzato che ero un ragazzo, e che da grande sarei diventato un uomo. Negli anni Ottanta, alle elementari, mi fissavo sulle foto di gruppi come Poison e Guns N’ Roses perché sembravano formati da donne. Poi scoprii David Bowie, sentivo che i ruoli erano stravolti, che era in atto una ribellione agli stereotipi».

laura jane gracelaura jane grace

 

Però lei finì in una band punk, diciamo un club per ragazzi....

«Perché era un gruppo di ribelli, anarchici, anti-capitalisti, attivisti. Il punk, è vero, può essere sessista, razzista, omofobico. Ma fa parte del genere: significa quello che significa per te, non significa per tutti la stessa cosa»

 

E’ stato difficile affrontare il ruolo di frontman?

laura jane grace sul palcolaura jane grace sul palco

«Oh sì, assolutamente. Soprattutto quando la band firmò con una major ed ebbe successo. Sulle copertine delle riviste c’è sempre il cantante davanti, coperto di tatuaggi, o con un po’ di barba, confuso, misterioso, un po’ cupo, intenso. Non il mio stereotipo insomma. Io vivo in uno strano luogo: quando non sto con la band, e vivo la mia vita normale di tutti i giorni, cammino per strada e nessuno sa chi sono, ma la gente mi guarda comunque come fossi un rocker. Ho questo privilegio qui. Al contrario, quando sono in studio, mi sento sicuro, e insisto su quello che voglio fare, mi trattano come un pazzo, non come un artista»

 

La sua transizione ha influenzato il rapporto con sua figlia Evelyn?

«Se vuole un giocattolo, non insisto affinché sia una bambola. Può avere quello che desidera, ma studiare ciò che la attrae di più non necessariamente spiega le sue tendenze. Chissà le influenze da dove arrivano. Le piace la Barbie, poi la tartaruga Ninja. Ora esiste solo “Frozen”. Me l’ha già fatto vedere tre volte». 

laura jane grace punklaura jane grace punk

 

Solo tre?

«Sono stato assurdamente fortunato, lo so».

 

E’ in un’età in cui i figli fanno un milione di domande....

«I bambini sono a proprio agio con queste cose. Non cercano risposte complicate. La prima volta è accaduta al parco. Un amichetto di mia figlia è venuto da me e mi ha chiesto: «E tu chi sei, un ragazzo o una ragazza?». Ho pensato, cazzo adesso che gli rispondo? Alla fine ho detto solo: «Sono una ragazza». E lui «Ok». Non ha fatto una piega, se n’è tornato a giocare. Non hanno bisogno di chissà quali spiegazioni».