‘’HOMELAND’’, SWEET HOMELAND - LA SERIE CHE FA IMPAZZIRE TUTTI È STATA CONFERMATA FINO ALLA 4^ STAGIONE (IN ITALIA VA IN ONDA LA 2^ SU SKY), MA I PROTAGONISTI POTREBBERO SCHIATTARE PRIMA - È “DE SINISTRA” O PROPAGANDA REAZIONARIA? UN CAPOLAVORO O UN MELODRAMMA HOLLYWOODIANO DOVE I PROBLEMI SI RISOLVONO CON PILLOLE, AMORE E TANTI IDEALI? - CHI SE NE FREGA. PERCHÉ UN EPISODIO VALE QUANTO IL POMPATISSIMO “ZERO DARK THIRTY”…

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1- TRAMA, TRAMA DELLE MIE TRAME...
Paolo Martini - Da "Sette - Corriere della Sera"


Il segreto di Homeland? Mescolare bene la guerra santa, le teorie del complotto e il rinnovato fascino del mondo delle spie. Se Homeland è stato una sorta d'istantaneo grande successo seriale, vincendo subito Golden Globes, Emmy e tutti gli altri 'awards' possibili, non lo si deve certo ai due pur premiati protagonisti. Ma, per dirla con un gioco di parole, al plot del complotto.

Per stare all'etimologia francese, il 'complot' di Homeland nasce da un rifacimento in salsa americana Fox, ovvero un po' reazionaria, di una serie israeliana, Hatufim (Prigionieri). La trama, di un prigioniero convertito all'Islam e poi infiltratosi ai più alti livelli nell'amministrazione americana, va in qualche modo a pescare a piene mani nell'immaginario costruito dalle varie teorie dietrologiche, dai buchi neri dell'11 settembre giù giù fino alla fede musulmana di Obama.

A questo proposito l'ultima traccia (o straccio?) di una prova, sarebbe stata individuata addirittura sull'anello nuziale del nostro amatissimo Barack Hussein, che porterebbe incise le parole chiave dell'Islam, 'Non c'è Dio all'infuori di Allah e Maometto è il suo profeta'...Altro che Homeland! La società di massa e la democrazia s'alimentano anche di questi fantasmi, non che la cronaca non ne offra poi sempre gli spunti. Perciò viviamo un momento di rinnovata passione anche per lo spionaggio. E non solo al cinema e in tv.

Basti citare l'ultimo romanzo Miele di Ian McEwan, che si conclude con l'omaggio al collega Ian Fleming, che sta tornando tanto di moda in libreria. Dell'inventore di 007, nel gioco di specchi di McEwan, si narra che aveva ideato un'operazione vera di disinformazione fondamentale della II guerra Mondiale, il cui nome in codice era Mincemeat (Macinato). Nell'aprile del '43 fu ritrovato sulle coste andaluse il corpo, in avanzato stato di decomposizione, di un presunto ufficiale dei Royal Marines. E legata al suo polso con una catenella una valigetta sui piani d'invasione dell'Europa attraverso la Grecia e la Sardegna.

Il controspionaggio nazista abboccò all'esca e lo sbarco avvenne poi tranquillamente in Sicilia. Fleming, che era un giovane comandante di Marina e riferiva a un consiglio segreto presieduto da un appassionato di gialli, s'ispirò al romanzo di un altro scrittore, The Milliner's Hat Mistery, di Basil Thompson. Infine, un altro romanziere-spia fu coinvolto nell'allestimento dell'operazione, l'addetto della Marina in Spagna che 'ripescò' il cadavere.

E la chiosa di McEwan spiega anche quanto 'plot e complot' possano essere due facce della stessa medaglia: "Chi dice che la poesia non muove niente? Mincemeat è riuscita perché l'intelligence si è lasciata guidare dall'invenzione, e dall'immaginazione".


2- HOMELAND, UN INTRIGO COSÌ AMBIGUO CHE...
Arnalda Canali - Da "Sette - Corriere della Sera"

Tra i milioni di fan sparsi in giro per il mondo, infuria il dibattito: Homeland è una serie progressista o è il solito prodotto di propaganda? Quel microcosmo fatto di villette a schiera in cui si confondono buoni e cattivi, di uffici del potere pieni di corrotti e spioni, tutti quanti assediati da un unico, barbuto nemico, è un ritratto realistico, e critico, dell'America di oggi?

O è una rappresentazione altrettanto falsata e stereotipata, quanto l'immagine delle strade di Beirut nel secondo episodio della nuova stagione, che ha fatto infuriare il governo libanese? Come va interpretato il titolo, di che patria stiamo parlando, quella minacciata e perciò da difendere a ogni costo, o della culla della democrazia? La discussione è destinata a protrarsi e complicarsi, perché questa serie pluripremiata da critici e pubblico, ha fatto dell'ambiguità proprio il suo principale punto di forza: nessuno è veramente quel che sembra, di nessuno ci si può né ci si deve fidare, tutti hanno terribili segreti, dalla follia al tradimento, anche coniugale.

Quanto ai grandi temi, Dio è un po' un problema, perché in suo nome agiscono anche i fondamentalisti islamici, la famiglia o sembra una clinica di rehab o è peggio di quella di un reality, in cui tutti sono pronti a tutto per un pugno di dollari e qualche ora di notorietà, e la politica, beh lasciamo stare. Eppure, stando allo svolgimento del racconto, è proprio per salvare questi stereotipi di ideali e valori che si fanno la guerra questi buoni non così buoni e questi cattivi così angariati, o abbiamo capito male?

Alla fin fine, c'è così tanto da argomentare, e da digerire, da far venire il sospetto che in fondo si tratti solo di un solido melodrammone hollywoodiano, con tanto di improbabili colpi di scena per tenere viva l'attenzione. Dove, in fin dei conti, tutti sembrano essere quello che sono solo perché sotto forte stress emotivo, che prima o poi si risolverà alla vecchia maniera americana, pillole, amore e tanti ideali. O forse anche no, ma per saperlo dovremo continuare a guardare la tv.


PRIMA O POI ANCHE I MITI DEVONO MORIRE

Tutti credono che siano azione e suspense a tenere milioni di spettatori incollati allo schermo ed è vero, ma solo se dietro c'è una sceneggiatura di ferro. Questo è il caso di Homeland la serie thriller scritta da Howard Gordon e Alex Gansa, già autori di 24, che di bravura ne hanno da vendere, tant'è che Showtime ha già firmato per la quarta stagione mentre la terza è ancora in cantiere.

Alex Gansa: «Sappiamo all'incirca come procederà, abbiamo già individuato i momenti salienti ma ci mancano molti tasselli da riempire». E poi anticipa: «Credo che tutti noi preferiremmo non dover assistere a un attacco imminente e che Carrie rimanga nel cast; detto questo, non abbiamo ancora trovato quel motore narrativo che possa muovere gli eventi della nuova stagione, quindi non posso dire altro». Ma cosa accadrà a Carrie Mathison?

Nulla di buono se pensiamo alle parole di Gansa di qualche mese fa quando parlando di 24 affermò: «Quello che ho imparato dalla mia esperienza è che bisogna liberarsi dei personaggi nel momento stesso in cui la loro storia finisce. Anche perché il telespettatore quando decide di guardare una serie come questa sa a cosa va incontro e sa che per quanto ami un personaggio questo può essere arrestato o addirittura morire». Non resta che aspettare il finale della seconda stagione per capire se Carrie Mathison sarà dei nostri anche il prossimo anno, se verrà uccisa, se soccomberà alla sua malattia oppure se tornerà a insegnare l'inglese...


CARRIE CONTINUA LA SUA CACCIA ALLA SPIA

Su Fox (ogni mercoledì alle 21) si è riaperta la stagione di Homeland - Caccia alla spia. Creata di Gideon Raff la serie si è ispirata all'israeliana Hatufim (Prigionieri) che racconta il reintegro di due soldati che, dopo diciassette anni di prigionia in Libano, tornano a casa. A Raff, l'idea venne dopo uno dei suoi viaggi: «Ogni volta che tornavo vedevo un altro Israele». Così ha immaginato come lo avrebbe visto un prigioniero di guerra, ne ha trovato uno, Uri Ehrenfeld, paracadutista, caduto in mano nemica nell'inverno 1973 e ha raccontato la sua storia.

Secondo Uri però: «a nessuno piace affrontare i propri fallimenti. Amiamo le storie eroiche. Quelle come la mia, di solito, non si raccontano. Farsi catturare non è un'esperienza molto onorevole». Ma dopo aver spopolato in patria, ora il nome di Prisioner of war la sua storia sta andando bene anche negli Usa. Homeland, però resta la regina anche se non proprio incontestata.

Se per il Wall Street Journal si conferma la migliore serie, in molti sono rimasti delusi dal finale di stagione e da qualche incongruenza tanto che per placare gli animi, gli sceneggiatori Gansa e Gordon, hanno dovuto indire un conferenza stampa e dare spiegazioni al pubblico (accadrebbe mai in Italia?). Ma cosa aspettarci da questa nuova stagione? Nuovi personaggi pronti a complicare la vita a Carrie Mathison, nuovi sotterfugi, nuovi intrighi ma soprattutto un finale che non lascia presagire niente di buono sulla terza stagione.

 

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