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Marco Valle per Lettera 43
Il conto alla rovescia per la ridefinizione del patto di sindacato di Rcs, che prelude a un nuovo assalto al Corriere della Sera da parte di Diego Della Valle e del suo amico Luca Cordero di Montezemolo, sta per terminare. Ma il presidente della Ferrari ha un'altra opzione per diventare editore di un quotidiano nazionale. Opzione che scade il 27 settembre.
L'OPZIONE PER L'ACQUISTO DE IL TEMPO.
Secondo quanto risulta a Lettera43.it, infatti, è valida ancora per pochi giorni la proposta sul tavolo di Montezemolo che prevede l'acquisto del quotidiano Il Tempo di proprietà dell'immobiliarista romano Domenico Bonifaci, oltre a un pacchetto di giornali locali che vanno sotto la testata Nuovo Corriere e che fanno capo alla società Editoriale 2000 del costruttore ed editore Edoardo Longarini.
Valore dell'operazione: 17 milioni di euro, di cui 10 milioni per il Nuovo Corriere con le edizioni di Firenze, Prato, Arezzo, Lucca e Viareggio-Versilia dirette da Alessandro Rossi e 7 milioni per il quotidiano dei salotti e del potere romano diretto da Mario Sechi.
Debiti per quasi 22 milioni di euro
Non proprio un affare visto l'ammontare dei debiti: in tutto quasi 22 milioni di euro, con una perdita iscritta nei bilanci 2010 di oltre 7 milioni di euro per Il Tempo e di 1,47 milioni per Editoriale 2000, nonostante un contributo statale per l'editoria che ammonta a 2,6 milioni di euro l'anno di cui le testate di Longarini beneficiano.
L'obiettivo, secondo quanto risulta a Lettera43.it, era quello di dare vita a un quotidiano nazionale che avrebbe potuto chiamarsi Il Nuovo Tempo con forte presenza a Roma e l'apertura di due sedi a Milano e Napoli, che si sarebbero aggiunte a quelle già esistenti delle testate locali coinvolte.
L'INTERRUZIONE DELLA TRATTATIVA.
Ma la trattativa si è interrotta in maniera brusca agli inizi di agosto, subito dopo l'invio di una proposta scritta e firmata da parte di Michele Polacco, amministratore unico della Editoriale 2000, alla società di consulenza svizzera che ha trattato per conto di Montezemolo e di un gruppo di imprenditori piemontesi a lui vicini.
La proposta prevedeva che fosse la Editoriale 2000 ad acquistare Il Tempo e le testate giornalistiche collegate (Sportissimo e Il Tempo.it) prendendosi in carico il personale, gli impianti, i magazzini e le giacenze, nonché il costo di gestione di circa 18 milioni di euro l'anno (a fronte di 14 di ricavi) e i debiti pregressi.
Editoriale 2000, sempre secondo la proposta, avrebbe poi rivenduto se stessa (con i suoi piccoli giornali locali in Toscana) e il quotidiano romano a Montezemolo e soci in un unico pacchetto del valore di 17 milioni di euro.
LA CAPARRA DEL 20% DA VERSARE.
Come garanzia, la Editoriale 2000 aveva chiesto e ottenuto la disponibilità da parte della società di consulenza svizzera di versare una caparra del 20% del valore di acquisto prima di comprare Il Tempo.
L'affare però si è arenato di fronte alla richiesta di 17 milioni cash più l'assorbimento dei 22 di debito, ritenuta esagerata dagli uomini di Montezemolo. I quali stanno per rinunciare all'operazione lasciando Longarini e Bonifaci con i problemi di quadratura del bilancio.
Per l'editore romano, che vende tra le 30 e le 40 mila copie al giorno prevalentemente a Roma e in Abruzzo - la prima mossa per abbattere i costi sarebbe quella di lasciare la prestigiosa e storica sede di Palazzo Wedekind in piazza Colonna, che pesa per più di 1 milione di euro all'anno di affitto.
IL TRASLOCO IN UNA NUOVA SEDE.
Secondo quanto risulta a Lettera43.it è allo studio il trasloco in una nuova redazione non lontana dai palazzi del potere romano, ma ad un prezzo decisamente inferiore.
Per Longarini, invece, si profila un doloroso ridimensionamento delle testate che contano oggi su cinque edizioni, una trentina di giornalisti e poco meno di 10 mila copie vendute al giorno, di cui quasi la metà con l'edizione fiorentina.
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