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Adriana Marmiroli per “la Stampa”
La rivincita del comprimario. Anzi del cattivo. In tempi in cui i buoni non lo sono tanto e in loro dominano grigi che spesso tendono al nero, cinema e teatro riscoprono i cattivi. Complice anche la fame di nuove storie ma non necessariamente di nuovi personaggi. La bellissima Malefica di Angelina Jolie, protagonista di ben due film, è un angelo caduto, una donna ferita e tradita in amore che si vendica in generale sull' umanità e nello specifico sulla ex protagonista Aurora, trasformata in un «evento» quasi collaterale .
Il Joker giganteggia senza Batman: è uno psicopatico e agisce in modo compulsivo, cosciente di sé solo quando ormai la rivolta a lui ispirata sta bruciando la città. Presto (ri)vedremo anche Crudelia de Mon: protagonista assoluta in un nuovo «Cruella». La interpreta una ringhiosa Emma Stone che rileva il testimone della capostipite del genere, Glenn Close: e chissà che le faranno fare in Disney. Persino Mangiafuoco ruberà la scena a Pinocchio: protagonista di un nuovo spettacolo teatrale che Roberto Latini si appresta a portare in scena prima a Matera e poi al Piccolo Teatro di Milano.
In realtà i cattivi sono da sempre la forza di una storia. Disney, costruttore di archetipi pop, che ha pescato a piene mani nell' immaginario della fiaba tradizionale, lo sapeva perfettamente e, pur nell' inevitabile etica dell' happy end con il bene che trionfa, ha sempre dato il giusto rilievo alla personalità dell' antagonista: migliore il cattivo, migliore la storia (e maggiore il successo).
Il male - si sa - affascina. Come non approfittare allora di personaggi già scritti, ben noti e iconici? C' è da stupirsi semmai che non sia stato fatto prima, di sfruttare il cattivo, la sua personalità e storia, renderlo autonomo per costruire nuove narrazioni: i lati oscuri, la genesi, i retroscena. Malefica vittima di un uomo infido, il Joker di una madre che lo ha vessato nell' infanzia... Sono storie già quasi costruite, successi annunciati.
Al villain di turno basta dare maggiore spessore e un background e il gioco è fatto. Il pericolo è la banalizzazione. Se è vero che la funzione del cattivo nella fiaba è insegnare ai bambini a combattere e vincere le avversità (la strega, il drago, l' orco), umanizzandoli non ci priveremo di un importante modello comportamentale? A nostra consolazione il fatto che finora non li abbiano anche redenti. Non ancora, almeno.
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