NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Bruno Giurato per “il Giornale”
Scopriremo, tra tante altre cose, anche il lato comico di Kurt Cobain. Sì, proprio lui, l' inventore con i Nirvana del Grunge, il gran sacerdote della finitezza punk applicata agli anni '90, l' erede con l' ulcera di John Lennon. Cobain, il suicida, il depresso heroin addicted , aveva anche un lato comico.
Il 6 novembre uscirà il Dvd del film biografico su Cobain Montage of Heck , diretto da Brett Morgen, che abbiamo visto lo scorso aprile. Ma ci sarà una sorpresona: la colonna sonora comprenderà un disco di inediti di Cobain, con una playlist che va ben oltre i canoni e le atmosfere che siamo soliti associare al leader dei Nirvana.
Il regista, anzi, annuncia che la musica varia «dal trash metal, al ragtime, e qualsiasi cosa ci passi di mezzo», e precisa che ci sarà anche una audio-commedia con Cobain che interpreta le voci di tutti i personaggi. La storia del documentario è nota.
Morgen aveva ricevuto incarico e permessi da Courtney Love per rovistare liberamente nell' archivio privato di Cobain in vista del biopic ufficiale: si era chiuso per mesi nel capannone industriale pieno di memorabilia cobainiani, e ne erano usciti, tra l' altro, diversi video amatoriali e una bozza di brano voce e chitarra che era finito nel film.
dal documentario montage of heck
Ma la messe di materiali interessanti non era esaurita. Morgen, in un' intervista al magazine Bedford + Bowery aveva parlato di un buon numero di inediti. Cobain aveva l' abitudine di farsi i provini usando un registratore a quattro piste a cassette, con voce e chitarra o occasionalmente anche con altri strumenti. Pare che le cassette siano 107, per circa 200 ore di audio.
Comprendano: compilation «creative» di canzoni e brani parlati altrui, esperimenti sonori, brani di audio-diari (per esempio il racconto di come Cobain perse la verginità, con la «strana ragazza sovrappeso» con cui andarono lui e i suoi amici, e che era stato usato nel film).
Ma ci sono anche varie decine di brani (dai 30 ai 50), sia cover che abbozzi di canzoni a vari stadi di lavorazione, di cui non viene riportato il titolo. Ci sono jam session con la moglie, con vari amici, con i Nirvana. Provini del suo progetto Fecal Matter. In alcuni brani il testo è solo mugugnato e si capiscono solo alcune strofe: è plausibile che Cobain per abbozzare le melodie usasse una sorta di grammelot e scrivesse i testi definitivi in un secondo momento, o è possibile che la cattiva qualità di alcune registrazioni renda le parole incomprensibili.
Alcuni di questi nastri avevano trovato una via non ufficiale alla diffusione, in bootleg, su youtube. Già da un po', ad esempio, si conosceva una sua versione di I love Her dei Beatles, riportata genialmente al mood Nirvana, che smentiva l' odio sempre dichiarato da Cobain nei confronti di Paul McCartney.
Così Morgen in accordo con la famiglia ha deciso di riunire un certo numero di canzoni inedite in un corpus organico, per la gioia dei fan cobainiani: «Sarà come stare in soggiorno con lui e ascoltarlo lavorare alle sua canzoni lungo l' arco della giornata», ha detto Morgen a Billboard . E ha aggiunto: «ascoltando ci si rende conto di come Cobain fosse felice creando in solitaria la propria musica; spesso si percepisce il calore e la cordialità che vengono fuori dalle sue esecuzioni». Compresa la vena comica a cui si è accennato.
Bisogna solo aggiungere che dalla morte di Cobain in poi la pubblicazione di inediti di vario genere, a cominciare dai diari, rafforza l' immagine di un artista totale. Non soltanto uno straordinario autore di canzoni rock, ma anche uno sperimentatore sempre attivo: dalla pittura al disegno, alla scrittura, al video, al collage, alla parodia. Una sorta di journal multimediale inquieto, frantumato, umoristico che provava a mettere in forma la realtà usando tutti i mezzi espressivi a disposizione.
Spiega Morgen: «stava creando un documento orale e visuale delle sue esperienze di vita, e in un modo radicalmente grezzo e viscerale. Era come se tentasse costantemente di portare tutta la propria vita nella sua arte e, parallelamente, di avvicinare tutti i suoi talenti artistici alla sua vita vissuta». E dopotutto, anche questo è rock and roll.
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