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Da "Repubblica.it"
Cori razzisti contro i giocatori di colore, ed il Milan se ne va. Episodio senza precedenti al "Carlo Speroni" di Busto Arsizio, dove i rossoneri hanno abbandonato il campo in segno di protesta contro una frangia del pubblico che stava rivolgendo insulti razzisti verso i propri giocatori di colore. Il fattore scatenante è stato l'ennesimo buu razzista nei confronti di Boateng, che a quel punto ha preso il pallone e lo ha scagliato verso la tribuna dove si trovavano gli autori del gesto.
Immediata la presa di posizione di capitan Ambrosini, che si è portato al centro del campo ed ha ritirato la squadra. In precedenza anche Muntari (in particolar modo in occasione di una rete annullata) e Niang, erano stati oggetto di insulti. La sfida è stata prima sospesa e poi ufficialmente rinviata.
In Italia non esiste un vero e proprio precedente, anche se un episodio analogo si verificò il 25 novembre 2005 nel corso dell'incontro Messina-Inter. Il difensore ivoriano del club siciliano, Zoro, prese il pallone minacciando di abbandonare il campo per i fischi ricevuti dai tifosi nerazzurri in trasferta ma fu convinto a proseguire dai giocatori dell'Inter, in particolar modo da capitan Zanetti.
"Siamo dispiaciuti ed amareggiati per quanto successo però credo che il Milan non rientrando in campo abbia fatto la scelta giusta. Bisogna smetterla con questi gesti incivili - ha commentato il tecnico dei rossoneri Massimiliano Allegri - l'Italia deve migliorare sotto questo punto di vista e diventare un Paese più civile, educato ed intelligente. Spiace per i giocatori della Pro Patria e per la gran parte del pubblico ma non potevamo prendere una decisione diversa. Spero che questa cosa abbia un seguito se dovesse capitare anche in gare ufficiali dai Dilettanti fino alla Serie A".
"Ci impegniamo a tornare qui prima possibile, per permettere anche ai tanti bambini che erano presenti di vedere il Milan in campo. Un segnale, però, andava dato - spiega il capitano Ambrosini -. Non si può tollerare una cosa del genere, non si poteva continuare la partita con questo clima anche perchè bisogna far capire certe cose. Ci dispiace per la stragrande maggioranza di persone che non ha nulla a che vedere con quanto successo, proprio per questo abbiamo preso l'impegno di tornare prima possibile".
2 - CALCIO: SINDACO BUSTO, DA BOATENG REAZIONE IMPROPRIA...
(ANSA) - "E' colpa soprattutto di quattro deficienti, magari anche di quattro professionisti che non hanno saputo fare il loro lavoro,intendo arbitro e alcuni giocatori": lo dice all'ANSA il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, sullo stop di Pro Patria-Milan, definendo "impropria" la reazione di Boateng che "tira un pallone a 200 kmh contro un tifoso".
Farioli ha spiegato che era allo stadio, seduto di fianco al direttore sportivo del Milan Ariedo Braida, "e dalla tribuna non ho sentito nulla. Mi hanno detto - spiega - che ci sono stati tre-quattro pirla che forse non sono neanche di Busto che hanno gridato qualche buu ai giocatori". Ma, prosegue, "l'arbitro ai primi segnali doveva fermare il gioco, chiamare i capitani e avvisare tramite lo speaker che al buu successivo la partita sarebbe stata sospesa definitivamente, cosa che è stata fatta autonomamente dalla società ".
"Se questi professionisti avessero svolto il loro ruolo non sarebbe stata rovinata una festa che a quel punto non poteva più continuare - prosegue - Boateng ha tirato il pallone a 200 all'ora su tifoso, e sappiamo tutti che un fallo di reazione di un professionista è sanzionato molto peggio rispetto a un fallo di gioco e che in qualunque altro stadio d'Italia sarebbe stato espulso. Ma se fosse stato al Bernabeu o a San Siro non avrebbe avuto questa reazione impropria".
La società Milan "si è comportata benissimo" e altrettanto hanno fatto "il 99% dei tifosi di Busto che hanno dato un esempio di alta moralità e di etica, applaudendo i giocatori mentre uscivano dal campo. E' giusto che sia stato dato un segnale ma mi auguro che accada lo stesso a San Siro, a Torino e in qualsiasi altro stadio d'Italia".
D'altronde, ricorda Farioli, "Busto Arsizio è un tempio dello sport per le famiglie, come ha sempre dimostrato soprattutto nella pallavolo (la Yamamay è campione d'Italia nel volley femminile, ndr) e non può essere accumunata a quattro deficienti". "Domani - conclude Farioli - convocherò una riunione con la società e con i gruppi organizzati di tifosi per capire chi sono i responsabili di quanto accaduto e per ridare dignità e forza alla nostra città che non ha avuto la festa di sport che doveva avere".
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