DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL…
1.MEDIATRADE: NESSUNA CONDANNA PER I 10 IMPUTATI
confalonieri con marina e piersilvio berlusconi
(ANSA) - Nessuno dei dieci imputati al processo Mediatrade è stato condannato. Il tribunale di Milano ha invece deciso o di assolverli oppure di dichiarare il non luogo a procedere o per prescrizione del reato o per carenza di giurisdizione.
2.MEDIATRADE: ASSOLTI P. BERLUSCONI E CONFALONIERI
(ANSA) - Assoluzione e prescrizione per Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, imputati a Milano per il caso Mediatrade. La Procura nei loro confronti aveva chiesto rispettivamente 3 anni e 2 mesi e 3 anni e 4 mesi di carcere.
SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI CORRONO
I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano hanno dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato di frode fiscale per l'anno 2005 mentre per gli altri anni hanno assolto Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri con la formula ''Perché il fatto non costituisce reato''. La decisione del collegio è arrivata dopo 5 giorni di camera di consiglio.
3.MEDIATRADE: GHEDINI, RICONOSCIUTA ESTRANEITÀ P. BERLUSCONI
berlusconi silvio e piersilvio
(ANSA) - "E' una sentenza molto importante e ovviamente siamo soddisfatti, perché è stata riconosciuta la totale estraneità di Pier Silvio Berlusconi rispetto alle accuse". Lo ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini commentando la sentenza con cui il figlio del ex premier è stato assolto dall'accusa di frode fiscale per il caso Mediatrade con i giudici che hanno anche dichiarato la prescrizione per una parte dell'imputazione.
4.IL CASO MEDIATRADE
Nel corso del processo i pm Fabio e Pasquale e Sergio Spadaro avevano chiesto 3 anni e due mesi di carcere per Pier Silvio Berlusconi, 3 anni e 4 mesi per Fedele Confalonieri e per Giovanni Stabilini, Daniele Lorenzano, Gabriella Ballabio e Giorgio Dal Negro, ex manager del gruppo, rispettivamente a 4 anni, 3 anni e 2 mesi, 3 anni e 2 anni di carcere. Chiesti anche, oltre alla confisca di circa 134 milioni di dollari, 3 anni per il banchiere Paolo Del Bue (per lui il reato di riciclaggio dovrebbe essere già caduto in prescrizione) e 5 anni e 4 anni per Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun, le due cittadine di Hong-Kong, anche loro imputate di riciclaggio, “attività compiuta – secondo l’accusa – nell’interesse del loro dominus Frank Agrama“, ritenuto ‘socio occulto del leader del Pdl nel processo Mediaset, per il quale la richiesta di pena è stata di 3 anni e 8 mesi. Silvio Berlusconi era stato prosciolto dal gup Maria Vicidomini in sede di udienza preliminare. Proscioglimento confermato in Cassazione.
Durante la requisitoria però il nome dell’ex Cavaliere la requisitoria era risuonato diverse volte indicando in Silvio Berlusconi ”l’organizzatore” di ”questo grande disegno di frode”, attuata sia per un ”risparmio fiscale” che per la ”creazione di fondi neri”. Quello che in sintesi è la motivazione della sentenza definitiva per il processo Mediaset per cui il leader di Forza Italia sta scontando un anno ai servizi sociali. Dall’inchiesta Mediaset, infatti, era derivato il procedimento sul caso Mediatrade, che riguarda sempre presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv.
ghedini consiglio nazionale forza italia foto lapresse
Secondo l’accusa il meccanismo di frode fiscale e di creazione di fondi neri è andato avanti negli anni con il ”denaro che veniva sottratto a Fininvest e poi ridistribuito ai soggetti al vertice”. Tra l’altro, sempre secondo il pm, anche i ”volumi di affari” agli atti dei due processi sono simili: ”Quasi 200 milioni di euro” a meta’ anni ’90 nel caso Mediaset e ”circa 235 milioni di euro” tra il ’98 e il 2005 in quello Mediatrade. E da parte di Pier Silvio Berlusconi e di Fedele Confalonieri, aveva concluso Spadaro, ”c’è stato avallo e complicità” nei confronti di chi trattava i diritti televisivi. Una conclusione che oggi il collegio giudicante non ha condiviso, almeno in parte.
Premio Guido Carli Fedele Confalonieri
Durante la sua audizione Pier Silvio Berlusconi, respingendo le accuse, aveva dichiarato che il produttore televisivo statunitense Frank Agrama ”per me era un signor nessuno”, e dell’avvocato inglese David Mills ”avevo sentito parlare soltanto dagli avvocati o leggendo articoli di giornale”. Il vice presidente Mediaset aveva anche dichiarato di non essersi mai ”interessato di diritti tv” nelle sue attività da dirigente di Mediaset e delle società controllate e di ”non essere a conoscenza” della creazione di trust esteri, al centro anche di altre inchieste che hanno riguardato il gruppo, costruiti, secondo le accuse, per occultare il denaro.
2. CHE ASSICURAZIONE SULLA VITA, IL PATTO DEL NAZARENO
Francesco Bonazzi per Dagospia
Che assicurazione sulla vita, il Patto del Nazareno. La controprova non ci sarà mai, perché formalmente il piano giudiziario non è collegato a quello politico, ma sembra proprio che la stagione del grande inciucio con Renzie sulle riforme porti bene ai processi del clan Berlusconi.
Oggi, il Tribunale di Milano, dopo cinque giorni di camera di consiglio, ha assunto Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri dalle accuse di frode fiscale al processo Mediatrade, una costola della grande inchiesta sull’acquisizione dei diritti tv dei film del Biscione che invece è costata la condanna definitiva all’ex Cavaliere.
Mauro Crippa Confalonieri Mario Giordano Piersilvio Berlusconi Giuliano Adreani
I vertici Mediaset se la sono cavata con un mix di assoluzioni e prescrizioni per i vari capi d’accusa. Ed è davvero impossibile dimenticare che tanto Confalonieri quanto Pier Silvio sono due fan conclamati della linea del dialogo sulle riforme costituzionali. Berlusconi junior, mentre i giudici discutevano della sua fedina penale, ha addirittura fatto due pubblici endorsement nei confronti di Renzie, sfiorando la pacchianeria.
Per non parlare delle innumerevoli occasioni, ai pranzi di Arcore, in cui entrambi gli assolti di oggi hanno consigliato a Papi Silvio la linea del dialogo e della compostezza nei confronti del Quirinale e dei magistrati.
Re Giorgio si è rifiutato di dare la grazia che Berlusca pretendeva quasi come un premio alla carriera politica, ma non potrà che compiacersi di sentenze che aiutano a svelenire il clima. Adesso, per la fine del mese, è atteso il verdetto di secondo grado sul caso Ruby e ci sarà la controprova dell’effetto polizza del Nazareno. In primo grado, il Banana s’è beccato una randellata da 7 anni di carcere, ma sono in molti a Milano a scommettere almeno su uno sconto di pena.
Da oggi, i senatori forzisti che s’impuntano sul Senato elettivo sono un po’ più soli.
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