“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Piero Negri per “La Stampa”
Sarà l’evento della prima serata del Festival: Al Bano e Romina Power tornano insieme a Sanremo. In coppia canteranno Cara terra mia, Felicità e Ci sarà, che vinse nel 1984, poi Al Bano, da solo, farà È la mia vita. Insieme, hanno partecipato in cinque occasioni alla manifestazione, per l’ultima volta 24 anni fa, nel 1991.
Avete mai pensato di entrare in gara, quest’anno?
«Non so Romina, ma tra la tv e i concerti, io non ho neanche avuto tempo di pensarci».
Ma Sanremo le piace ancora?
«Sì, è un Natale pagano al quale gli italiani sono affezionati, anche se c’è chi fa finta di non saperlo e gli spara sempre contro. Una volta lo scrittore Alberto Bevilacqua mi raccontò che alla Rizzoli, la sua casa editrice, durante il festival organizzavano una giuria e votava anche il Cavalier Rizzoli. Il festival piace a tutti come una partita della Nazionale, ci fa amare nel mondo e ci ha lasciato canzoni come Volare, Felicità, L’italiano. Ha lanciato Lucio Dalla, Adriano Celentano, Vasco Rossi».
A Sanremo con lei la critica non è stata tenera…
«Mai. All’inizio ci stavo male, ma poi ho capito che dovevo applicare il motto: “Non ti curar di loro ma guarda e passa”. Certo, se penso a come è stata trattata Oggi sposi, la canzone della mia ultima partecipazione con Romina... È una poesia, l’ha scritta Depsa, e il titolo è una provocazione, ma figurati… Ci hanno massacrati. L’altra sera ho riascoltato quella canzone in tv, non se lo meritava».
Diciamo che s’è preso le sue rivincite, no?
«Sì, è così, anche se mi hanno sempre criticato, evidentemente qualcosa di buono c’era. Detto Mariano (arrangiatore del Clan, la casa discografica di Adriano Celentano che lanciò anche Al Bano, ndr) me lo diceva sempre: sei bello, hai una gran voce, hai successo, hai una moglie stupenda, vuoi anche avere i critici dalla tua parte?».
Ricorda il primo Sanremo?
«1965, era una specie di Sanremo Giovani. Vedo un ragazzo alto (o basso) come me, con la barba lunga, trasandato, che chiede l’elemosina fuori dall’Ariston. Strano, penso. Poi iniziano le prove, chiamano sul palco un certo Lucio Dalla. È lui! Dalla era così, era il suo modo di divertirsi. Vinse e l’anno dopo tornò con Paff Bum».
Il primo Sanremo vero?
«1968, io ho già venduto molto con Nel sole e sono in gara con tutti i miei idoli: Adriano Celentano, Domenico Modugno, pure Louis Armstrong. Dividevo il palcoscenico con gente che fino ad allora vedevo come modelli».
E quest’anno torna con Romina Power. Sa che tutta l’Italia si chiede come stiano le cose tra di voi?
«Certo, e la mia risposta è: siamo arrivati alla piattaforma del rispetto. Ci sono voluti 19 anni, ma ce l’abbiamo fatta. Io ho due bambini piccoli da crescere, lei ha i suoi cani da accudire, insieme abbiamo tre figli che non si meritano genitori in guerra. La guerra non costruisce niente e io mi sento un uomo di pace».
I concerti di Mosca hanno fatto il miracolo?
«Sì, l’urlo della folla quando siamo saliti insieme sul palco ha cambiato tutto. La gente piangeva, è stato un momento incredibile. Lì ho capito quante gente sarebbe stata felice che tornassimo a cantare insieme».
Prima di andare a Mosca, era un po’ dubbioso?
«Venivamo da anni di tribunali e avvocati, avvocati e tribunali. Poi, se fosse dipeso da me, quell’unione sarebbe ancora valida e solida, tanto che ci ho messo otto anni prima di rassegnarmi alla separazione».
Dopo Sanremo, che cosa accadrà alla coppia artistica?
«Ad aprile andremo in tournée in Canada e negli Stati Uniti. Poi in Germania la gloriosa casa discografica Wea pubblicherà un disco con i nostri successi e tre canzoni nuove a cui stiamo lavorando. Spiace un po’ che si passi dalla Germania e non dall’Italia, ma che ci vuoi fare?»
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