DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
1. L'ULTIMO OMAGGIO A FRIZZI: LO SHARE DEI FUNERALI
Laura Rio per il Giornale
Anche l' Auditel si è inchinato a Fabrizio Frizzi. L' altro ieri mattina a seguire i funerali del presentatore in diretta su Raiuno c' erano ben 5 milioni 200mila persone con il 43 per cento di share. Che, scusate, per uno che di mestiere faceva il presentatore, è il riconoscimento più bello.
Senza essere offensivi, risultati che mai lo showman aveva ottenuto nei suoi programmi, e che avrebbe potuto raggiungere solo se gli avessero affidato prima o poi il Festival di Sanremo. Numeri che si aggiungono al tributo di affetto dimostrato dal pubblico con le lunghe code per salutare la salma e partecipare alle esequie.
E «Mamma Rai», come se non riuscisse a lasciar andare via il suo «figliolo», ha continuato per tutto il giorno a trasmettere all' infinito, forse esagerando, le stesse immagini dei funerali, della lettura dei brani in Chiesa da parte di Conti, Carlucci, Clerici e Insinna, in una lunga, lunghissima cerimonia funeraria durata tre giorni. C' è chi si è molto stupito del dolore incontenibile e dell' omaggio infinito tributato a Frizzi.
Soprattutto si è stupito chi non è abituato ad avere a che fare con la genuinità e la semplicità della gente. E, per darsi una ragione di tutto ciò, ha concluso che nell' era di Internet la televisione è rimasta così potente da riuscire ancora a commutare un semplice presentatore in una icona nazionale. Che la televisione sia ancora potente è scontato. Non è scontato, invece, che pochi personaggi televisivi abbiano conquistato il cuore degli spettatori come Fabrizio. In questo caso la differenza non la fa la magia della tv, ma l' uomo. Da lunedì al suo posto prende le redini dell' Eredità il suo caro amico Carlo Conti.
2. LA POESIA LETTA DA FLAVIO INSINNA AI FUNERALI DI FABRIZIO FRIZZI NON È DI BORGES
Giovanni Drogo per www.nextquotidiano.it
Due giorni fa ai funerali di Fabrizio Frizzi Flavio Insinna ha commosso tutti leggendo una poesia dal titolo “Amicizia”. Frizzi e Insinna non erano solo due colleghi, erano amici da anni. Insinna ha spiegato che la stessa poesia era stata dedicata a Frizzi da un gruppo di amici e colleghi durante una delle ultime serate passate insieme. Insomma, al di là del testo, che parla appunto dell’amicizia, questa poesia aveva un significato particolare per Frizzi e i suoi amici.
Flavio Insinna non ha mai detto che la poesia è di Borges
«Un piccolo grazie a lui che ringraziava sempre tutti», così ha esordito Insinna durante il funerale prima di leggere il suo ringraziamento all’amico Fabrizio Frizzi. Non ha detto di chi era il testo, non ha detto nemmeno il titolo lo ha semplicemente letto. Ha letto una poesia che per lui aveva un significato particolare e che lo legava al ricordo dell’amico scomparso. I giornali poi, nel raccontare la cronaca di quella giornata, hanno riportato il testo della poesia attribuendola al poeta e scrittore argentino Jorge Luis Borges.
INSINNA BOSCHI AI FUNERALI DI FRIZZI
Lo hanno fatto quasi tutte le testate che hanno parlato del commovente addio a Fabrizio Frizzi. Perché se si cercano i primi versi della poesia su Google molti risultati la attribuiscono a Borges.
La poesia però non è di Borges. Il poeta argentino non ha mai scritto una poesia dal titolo “Amicizia” né ha scritto quei versi. Da tempo quel testo apocrifo però circola su Internet con l’attribuzione a Borges, il quale, essendo morto 32 anni fa, non ha mai potuto smentire. E del resto non si può pretendere che Insinna conosca tutta la – monumentale – produzione poetica di Borges.
I giornali, che avrebbero dovuto verificare la notizia prima di pubblicarla, hanno riferito che Insinna ha letto una poesia di Borges dal titolo “Amicizia”.
Quando Matteo Renzi ha letto “Amicizia” in Argentina dicendo che era di Borges
A complicare le cose, per i giornali c’è il fatto che 15 febbraio 2016 durante la Lectio Magistralis alla facoltà di scienze economiche dell’Università di Buenos Aires l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi lesse la poesia dal titolo «L’amistad» attribuendola esplicitamente a Borges. Renzi esordì infatti dicendo: «Non c’è parola più grande dell’amicizia per descrivere la storia di popoli diversi e allora vorrei leggere alcuni vresi di Borges quando nel poema “L’amistad” dice…» e imbarcandosi addirittura in un’esegesi della finzione dicendo che quell’amicizia era «l’amicizia che Borges provava nei confronti della letteratura».
All’epoca ci fu chi fece notare che la poesia non era di Borges e che la pronuncia di Renzi era terribile. Il caso di Renzi è simile a quello di Insinna, e al tempo stesso diverso. Diverso perché cita esplicitamente Borges, simile perché probabilmente nemmeno Renzi ha letto tutto Borges, e qui la responsabilità pptrebbe essere dei suoi addetti stampa che gli hanno preparato il testo da leggere. A scanso di equivoci il titolo del video di Renzi che legge malamente una poesia di un anonimo è ironico: Borges era cieco (lo era diventato negli anni Sessanta), non sordo.
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