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Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Con il gusto di stupire e l’antica voglia di spiazzare, Giuliano Ferrara annuncia l’addio alla direzione del Foglio. Lascia dopo diciannove anni, ospite in tv delle Invasioni barbariche di Daria Bignardi. Gli chiedono se medita una staffetta alla guida del quotidiano, lui sorride sornione e tutto d’un fiato: «Certo. Renzi ha ragione, largo ai giovani. Non credo comunque di rottamarmi. E l’avrei fatto anche se a Palazzo Chigi ci fosse Giuliano Amato».
Senza perdere tempo, il giornalista indica già il successore. Il timone toccherà a Claudio Cerasa, caporedattore politico giovanissimo (32 anni), ma con alle spalle già dieci anni di militanza nel giornale.
Dalla fondazione del quotidiano, nel 1996, Ferrara attraversa tutto il berlusconismo. Montagne russe, elogi, affettuosità (“amor nostro”) e critiche durissime. «Mica sono un satrapo, non voglio restare in un giornale per 40 anni...». Lascerà entro pochi giorni, perché il Foglio compie diciannove anni di vita il prossimo 30 gennaio. «E vent’anni sono sufficienti», spiega a tarda sera al telefono. Cede la direzione, non smetterà di scrivere. «Continuerò, se vorranno. Resterò un tifoso del Foglio. Farò ancora parte di questa combriccola...».
luigi bisignani giuliano ferrara
Ideatore del format a quattro pagine, Ferrara ha raccontato da vicino il mondo dell’ex Cavaliere. «Ma in questo addio non c’è alcuna ragione politica, sia chiaro. Nel Foglio c’è sempre stata una carica di combattività e di lealtà verso Berlusconi, mai però con conformismo. Per intenderci, non è mai stato l’house organ di Berlusconi, né lo saremo in futuro». Quasi vent’anni di direzione e di mille battaglie.
Sponsor del patto con Mario Monti prima, con Enrico Letta poi, in sintonia spinta con Renzi. E ancora, trincee liberali sugli scandali sessuali dell’ex premier, lotte furibonde contro l’aborto. Adesione convinta all’era di papa Ratzinger, ostilità a quella di Bergoglio.
Ora tocca a Cerasa. Palermitano, ha scritto di recente un libro dal titolo evocativo: “Le catene della sinistra”. Perché lui? «Perché è un campione. È bravissimo, giovanissimo. Cerco una leadership. Naturalmente non c’è solo lui, ci sono tanti ottimi giovani in redazione. Una bella squadra».
LE CATENE DELLA SINISTRA - CLAUDIO CERASA
Il prossimo direttore, intanto, già ragiona sulle prime mosse. Pensa a un giornale «un po’ rivoluzionario», investendo a più non posso sull’online. Resterà anche la carta, naturalmente. «E resterà Giuliano».
mario lavia claudio cerasa matteo orfini e maria elena boschi
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