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MELANIA RIZZOLI per Libero Quotidiano
Chi di voi crede che il talento sia la condizione essenziale per avere successo è sulla strada sbagliata e si fa delle illusioni, perché per salire sul palcoscenico, e soprattutto per restarci, è indispensabile avere fortuna.
Cultura, formazione, professionalità ed impegno infatti, non sono sufficienti senza la benevolenza della dea bendata, che può portarvi per mano ad un incontro determinante, favorire una circostanza inaspettata, o preparare una casualità positiva in un momento particolare, per cambiare in meglio la vostra vita e proiettarla ai vertici della carriera professionale, anche se non ne avete le qualità, perché è dimostrato che tra una persona di vero valore e una mediocre, in qualunque ambito, la seconda in genere ha più successo della prima, e questo semplicemente perché è stata più fortunata, che ci crediate o no.
Seneca sosteneva che la fortuna non esiste, ma esiste il momento in cui il talento incontra l' occasione. Ebbene, questo concetto radicato nei secoli è stato largamente smentito da uno studio dell' Università di Catania, dove un team di ricercatori, tra i quali noti fisici ed economisti, hanno dimostrato con dati evidenti come il ruolo della fortuna sia invece determinante, come esso sia largamente sottovalutato, e come l' idea che il successo professionale ed economico siano quasi sempre un riconoscimento per chi "vale" di più e si impegna di più, sia in realtà un mito da sfatare.
Gli studiosi infatti hanno sviluppato un modello matematico, chiamato "Talent vs Luck", che smentisce categoricamente il fatto che raggiungere posizioni apicali sia dovuto esclusivamente al merito, perché ogni percorso lavorativo risulta chiaramente influenzato, nel bene e nel male, dalla buona o cattiva sorte. Nello studio è stato simulato il percorso di carriera nell' arco di 40anni di un gruppo di persone influenti e famose, valutando la distribuzione della intelligenza, la capacità personale e la determinazione di ciascuna di loro, calcolando gli eventi favorevoli o negativi che avevano colpito a caso i soggetti, e i risultati hanno dimostrato con certezza che la meritocrazia più o meno riconosciuta di ognuno di loro è stata fortemente influenzata e ingigantita dalla fortuna. Non solo.
È stato dimostrato che il bacio della dea bendata, se arriva al momento giusto, è in grado di provocare una concatenazione di eventi positivi che riescono a condizionare anche la percezione delle qualità di una persona, la quale può essere vista con una nuova luce e addirittura valutata come un portento di talento, senza in realtà averne nemmeno una minima dose.
FATICA FISICO-MENTALE Quando parliamo di fortuna quasi sempre esaminiamo la questione partendo dalla propria esperienza personale elevandola al sistema generale, un errore concettuale che cozza con i dati statistici, i quali evidenziano chiaramente che il talento di ognuno di noi non va valutato solo dai risultati ottenuti, perché questi non sono sempre frutto della fatica fisica e mentale, ma incorporano sempre il ruolo fondamentale della fortuna.
La ricerca scientifica ne è un esempio, perché le più grandi scoperte, dalla penicillina alla radioattività o al grafene, solo per citarne alcune, sono frutto non di scienziati talentuosi, ma di casi assolutamente fortuiti, naturalmente favoriti dall' intuito e dall' intelligenza di chi ha saputo capirli e coglierli al volo. Lo studio infatti dimostra con chiarezza che una certa quantità di talento è certamente necessaria per avere successo nella vita, ma quasi mai i soggetti più dotati sono quelli che raggiungono il maggior grado di livello o diventano famosi, venendo regolarmente sopravanzati da persone con meriti evidentemente inferiori, ma che sono in quel momento sensibilmente più fortunate.
Il punto chiave di questa ricerca è l' evidenza che i mediocri sono molto più numerosi dei talentuosi e quindi l' effetto benefico del caso si spalma su una platea di potenziali beneficiari della buona sorte molto più ampia, accrescendo le probabilità che uno di loro ottenga risultati più importanti.
Questo non vuol dire che il talento e l' impegno professionale non vadano coltivati, anzi, ma purtroppo spesso sono insufficienti senza l' occasione fortunata.
SENECA Quindi Seneca a suo modo aveva maledettamente ragione. Nel dizionario della lingua italiana la fortuna è definita «la presunta causa degli eventi e delle circostanze non spiegabili razionalmente», ed è intesa come un fattore indipendente dal nostro controllo, che non riguarda la volontà, l' intenzione o il desiderio, ma che ha la forza di determinare il verificare di certi eventi che hanno un impatto importante sulla vita.
Naturalmente la fortuna per regalare il suo effetto ha bisogno di alcuni "punti di partenza" essenziali per influenzare il nostro destino, fattori che comprendono la famiglia o il paese in cui si nasce, o quello in cui ci si sposta per vivere e lavorare, la possibilità di accedere a sistemi educativi di buon livello, o di essere inseriti in una pregiata rete relazionale, tutti fattori che aumentano le possibilità di successo, ma se la professione, un partito politico,o l' intera vita di molti uomini dipende da casi fortuiti, da un evento o dal capriccio improvviso della sorte, ecco che il nome che noi diamo al successo altrui è fortuna, e la gloria o la fama di quella persona viene considerata sempre inferiore al suo merito, ignorando che il fato ha invece una sua logica, che è ben lungi dal coincidere con la nostra. E si chiama appunto fortuna.
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