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‘’MI PENTO: NON HO VISTO SANREMO’’ – L’EDIZIONE AMA-FIORELLO HA SEPOLTO PURE IL RADICAL-CHIC CHE PER DECENNI HA SBERTUCCIATO INDEFESSO LA SAGRA DELLA CANZONETTA COME EVENTO DEMOCRISTIANO DI DISTRAZIONE DI MASSA. ORA ABBIAMO IL “NAZIONAL-CHIC” CON NATALIA ASPESI CHE CI RASSICURA CHE TRA “I MIEI INTELLETTUALI DI RIFERIMENTO, REGISTI TEATRALI, DOCENTI UNIVERSITARIE, CRITICI CINEMATOGRAFICI, POETI, DIBATTITI SERRATISSIMI SULLA BELLEZZA DI FAMIGLIA DI LEO GASSMANN”
Natalia Aspesi per “la Repubblica” - ESTRATTO
Sono tra i 50 milioni di italiani che non hanno visto Sanremo: e me ne pento. Mi giustifico perché per me è proprio una questione fisica invincibile, subito all' inizio della prima serata la giacca stroboscopica di Amadeus, le sue grida gioiose e gli occhi spalancati nel terrore dell' immane compito, avevano turbato il mio pace-maker .
Ma ho subito provveduto a rimediare alla mia fragilità e oggi credo di saperne quanto se non di più di quelli che l' hanno visto per ore e ore, anche nei momenti di massima stanca personale e del programma; e ho compitato da penitente la valanga incessante di video, informazioni, tweet e social, pettegolezzi, lamenti, attacchi, opinionismi, innamoramenti, prime pagine di quotidiani.
E i miei intellettuali di riferimento, registi teatrali, docenti universitarie, critici cinematografici, poeti? Tra loro dibattiti serratissimi sulla bellezza di famiglia di Leo Gassmann, sulla mancanza per minaccia femminista delle vallette e dei loro magnifici vestiti, però nessuno osa rimpiangere la famosa farfallina pubica di Belen Rodriguez, allora, 2012, soave oasi di bellezza innocente.
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Tutto lo scibile televisivo retrò in cinque notti, con la gioia costante e talvolta esagerata che è il metodo Amadeus di presentazione, abile nelle pause suspense , e il generoso Fiorello, che certo è molto più creativo di quanto un festival canoro richieda, e ne ha improvvisate di ogni colore, dandosi pure a travestimenti entusiasmanti, perché ce lo hanno insegnato i Legnanesi, non un travestito ma un uomo che si veste da donna con parrucchino e tacchi a spillo, non facendosi donna ma irridendo la donna, ha sempre gran successo.
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Per i bambini poi c' era il fiabesco Achille Lauro che l' ultima sera pareva Cate Blanchett in Elizabeth del 1998, solo da dimenticare la sua frase, «una donna che sapeva tener testa agli uomini»: più che altro la regina gliela faceva tagliare, anche alle donne. Lauro comunque è il più amato, vedo su Facebook, dalle signore intellettuali.
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