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misteriosi segnali dallo spazio
L’ennesima tegola sulle speranze dei sognatori della vita extraterrestre assomiglia a una barzelletta di imbranati. Dopo aver scandagliato lo spazio per 17 anni nel tentativo di stabilire la fonte di un misterioso segnale radio, gli astronomi dell’osservatorio australiano Parkes, nel Nuovo Galles del Sud, si sono accorti che proveniva dal loro forno a microonde.
L’interferenza era stata avvertita per la prima volta nel lontano 1998. Il segnale non era frequente. Si attivava solo poche volte l’anno. Come sempre accade in presenza di segnali radio di cui si ignora l’origine, detti perytons in inglese, si mettono in allerta le antenne – tecnologiche e delle menti umani – sulla possibilità di una fonte extraterrestre.
Negli anni gli astronomi che manovrano il telescopio di Parkes si erano però convinti che la fonte dell’emissione fosse l’atmosfera terrestre e che il segnale fosse associabile ai fulmini che, con frequenza irregolare, scaricano elettricità nell’aria, captata dai sensibili strumenti dell’osservatorio.
Per risolvere il mistero, gli astrofisici del Csiro, l’agenzia spaziale Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization, hanno potuto contare dal 1° gennaio scorso di un nuovo decoder in base al quale è apparso chiaro che il segnale proveniva da un’emittente entro un raggio di 5 km. dal telescopio. Stabilita la frequenza in 2,4 GHz, i sospetti sono caduti sul fondo al microonde col quale gli astrofici si scaldavano i pasti. Ma perché il segnale veniva percepito appena un paio di volte l’anno? Perché l’interferenza si produce solo quando qualche astronomo impaziente per i morsi della fame apre lo sportello a forno ancora acceso e il telescopio è puntato in quel momento verso quell’area. “Quando si setta su “caldo” e apri il forno per dare un’occhiata – ha spiegato Simon Johnston, capo astrofisica del Parkes – si dà l’interferenza”. Una coincidenza piuttosto rara.
Curiosamente il telescopio, inaugurato nel ’61, è noto come The Dish, dal documentario sull’allunaggio che fu controllato dall’osservatorio australiano, ma che in inglese significa “Il Piatto”, ora soprattutto per l’intesa col forno al microonde del laboratorio. Johnston ha anche spiegato che diverse fonti provocano un “inquinamento” di segnali per il telescopio che quando fu costruito si trovava in una zona deserta, mentre ora è circondato da onde FM, tv digitali e smartphone.
Per sfuggire alle “interferenze digitali”, è in costruzione in una regione remota dell’Australia occidentale un nuovo telescopio, l’Australian Square Kilometre Array Pathfinder, che sarà ultimato nel 2016. “Là non ci sono celle telefoniche, né stazioni radio, né Wi-Fi – ha spiegato Johnston – è un posto vergine, tranquillo, e possiamo guardare l’universo come non possiamo fare a Parkes”. Purchè si ricordino di non aprire lo sportello del forno acceso.
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