DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Giuseppe Videtti per la Repubblica
Ci fu un momento, negli anni Novanta, in cui il pop voleva cantare come Whitney Houston e il rock come Dolores O' Riordan - le cantanti più imitate del decennio, e oltre.
Avevano un timbro unico, la capacità di scivolare con la voce sulla melodia in maniera suadente e poi di salire o scendere inaspettatamente creando un melisma nuovo, accattivante: incisivo, provocante, persino sexy, nel caso di Whitney; metallico, alienato, a tratti disturbante, nel caso di Dolores. Non faceva sforzi per produrre quelle note distorte, la cantante dei Cranberries. Quei timbri lì non s' inventano, non si costruiscono, sono voci da dentro.
Possono piacere o meno, conquistare o meno, ma quale produttore avrebbe avuto il fegato di suggerire a Janis Joplin, Amy Winehouse e O' Riordan di "cambiare la voce" per piacere di più? Dolores si avvitava sulle canzoni dei Cranberries, s' incatenava a quei testi, ci metteva dentro il malessere che l' aveva schizzata nel mondo dell' arte; al contrario di Whitney, controllata a vista dai dobermann dello star system Usa, Dolores era libera di esprimersi a modo suo, mai costretta ad affogare nel bicchiere mezzo vuoto della canzonetta.
Era atterrata tra le stelle giurando di rimanere sempre fedele alla ragazza che era, e un attimo dopo, quando Linger a sorpresa cominciò a scalare le classifiche, si sentì irrimediabilmente perduta, tutt' altro che al sicuro, lontana milioni di chilometri dalla sua Limerick. Non si parlava ancora di tribù sul web, ma dopo Linger Dolores ne aveva già una, affollatissima. I fan, le femmine prima dei maschi, cominciarono a darle la caccia (non era abituata, fuggiva come davanti a un branco di lupi quando si avvicinavano per complimentarsi o chiederle un autografo), fu subito la musa del loro scontento. Avevano intuito che canzoni del genere non si scrivono per mettere cuore in rima con amore, che c' era una storia dietro Linger, ed era una storia vera.
Più tardi O' Riordan l' avrebbe raccontata quella storia (del ragazzo che per primo l' aveva baciata, a 17 anni, in un club chiamato Madonna, «e dopo avermi messo la lingua in bocca invitò a ballare la mia amica, un' esperienza devastante»). Pian piano avrebbe raccontato di più, attraverso le canzoni e le interviste: le molestie subite da bambina, i conflitti con la madre, i pensieri suicidi, il rifiuto del cibo, la depressione. E dopo sette anni tra dischi e tour, quando ormai l' avevano battezzata nostra signora del lamento, la voglia (e l' impossibilità) di tornare a essere quella di prima.
Il dolore è sempre una buona fonte d' ispirazione, ma il successo non è la cura.
Dolores O Riordan Dolores O Riordan
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…
FLASH! - RUMORS ALLA FIAMMA (GIALLA): IL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, ANDREA DE…
DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO…
URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL…