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MOZART, IL PETOMANE BURLONE - “DI NOTTE SEMPRE SCORREGGIAMO ED È SEMPRE UN' ESPLOSIONE”, NEI DIARI DELLA SORELLA NANNERI LE PAGINE SCRITTE DAL COMPOSITORE TRA SCHERZI, MOTTI E UN’OSSESSIONE: LA COPROMANIA: "IO SONO FRA DI QUELLI CHE PORTANO MERDA IN PANCIA, MA POI LA FANNO USCIRE BEN LIETI DOPO IL PASTO” - “LE NUBI SONO SVANITE, E UN PETO S' È FATTO SENTIRE”

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Giovanni Gavazzeni per “IL Venerdì - la Repubblica”

 

Cosa si fa in una città della chiusa provincia austriaca sotto il regno di Maria Teresa?

Il tempo è scandito da messe quotidiane. Funzioni per tutto: vescovi, canonici e suore defunte, feste comandate, visite e onomastici. Fra esercizi spirituali e funzioni in Duomo, epidemie, febbri terzane e polmoniti, qualche ballo, le gioie del teatro (la comedie), partite ai tarocchi o ai birilli, ricevimenti e, per fortuna, tanta musica.

 

Se la cittadina non fosse Salisburgo e il diario in questione non quello di Anna Maria (Nannerl, Nannarella) Mozart, sorella maggiore di Wolfgang, ci potrebbe scappare il morto per noia. Volfango e Nannarella sono i superstiti, fra i sette figli dati da Anna Maria Pertl a Leopold Mozart. Il diario si fa interessante quando il fratellino ci mette lo zampino parlando del suo argomento preferito: la merda.

 

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La copromania mozartiana assume forme scanzonate, infantili, burlesche, come i versi che il pargolo indirizza alla madre lontana (acclusi in appendice): Andiamo per il mondo, abbiamo poco danaro; ma siamo allegri e nessuno è raffreddato. Io sono fra di quelli che portano merda in pancia, ma poi la fanno uscire ben lieti dopo il pasto. Di notte sempre scoreggiamo ed è sempre un' esplosione.

 

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La passion predominante di Mozart per l' argomento è nota ai lettori del suo epistolario (già curato per l' editore Zecchini da Marco Murara). Ritrovarli nella pubblicazione delle parti superstiti del diario di Nannarella non stupisce, anzi è corollario utile per smitizzare il quotidiano dell' Artista Unico. Spesso il giovane Wolfgang si finge Nannarella, ragazza devota, ossequiosa e orante, anche se rivela l' autografia insistendo sul noto tema: «Per cacare, mia piccolezza, un asino, un' ernia, ancora un asino, e alfine un naso in chiesa. A casa rimasto soffiami in culo, soffiami in culo un po' vigorosamente.

 

Oh culo prezioso! Piovuto tutto il giorno.» Spesso petomania e meteo vanno a braccetto («le nubi sono svanite, e un peto s' è fatto sentire, ha dato speranza di bel tempo»).

Preziosa lettura, quella delle risposte che la sorella diede alle prime indagini bibliografiche, e quelle che evocano i famosi giri concertisti del fanciullo prodigio guidato dal padre-insegnante-impresario, onnipresente e semprevigile, un Monaldo Leopardi musico.

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