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LA VERSIONE DI MUGHINI: “DOV’ERANO QUESTI VALENTUOMINI CHE ORA VANNO A FARGLI VISITA DURANTE QUESTI ULTIMI 30 ANNI IN CUI NESSUNO HA PROPOSTO CHE A MARCO PANNELLA SI DESSE LA QUALIFICA DI “SENATORE A VITA?"

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Giampiero Mughini per Dagospia

 

PANNELLAPANNELLA

Caro Dago, ho una tale disarmonia con il presente che mi è molto difficile scriverti le poche righine che ti invio di tanto in tanto. Ho detto disarmonia, e dovevo invece dire sprezzo del presente.

 

Ovvio che mi commuove infinitamente che un protagonista assoluto di questi ultimi quarant’anni, ossia Marco Pannella, stia arrivando al capolinea.

 

Da qui a vedere che si fanno fotografare quelli che vanno a fargli visita, ce ne passa molto in fatto di miei “gusti”, i gusti di cui ha parlato Annalena Benini in suo bellissimo articolo sul “Foglio”.

 

Dov’erano questi valentuomini durante questi ultimi trent’anni in cui nessuno ha proposto che a Marco Pannella si desse la qualifica di “senatore a vita”? Non che quella qualifica sia più importante di altri, ma chi più di Pannella l’ha meritata e strameritata, chi più di lui ha dato il suo corpo e la sua vita e l’intero suo tempo alla cosa pubblica italiana o a quel che ne rimane?

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Ne parla uno che è nato al giornalismo andando a visitare Marco che faceva uno sciopero della fame e della sete in un albergo romano, e aveva le labbra grosse così dalla mancanza di acqua e riusciva a stento a parlare.

 

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Ci sarebbe mai stato il referendum sul divorzio, e la stravittoria dei filo-divorzisti se Marco e i suoi corsari non avessero piantato le loro bancarelle sulle piazze italiane al tempo in cui Enrico Berlinguer era terrorizzato dall’entità del voto cattolico? Voto cattolico che continua e essere un tabù inespugnabile, come ha dimostrato la vicenda delle cosiddette “unioni civili” e figliolanze annesse e connesse. Voto cattolico che si sarebbe indignato all’idea di Marco senatore a vita.

 

E poi questa faccenda, che non c’entra niente con Marco, della candidata CinqueStelle a Milano che s’è ritirata dalla contesa elettorale a diventare il sindaco del capoluogo lombardo perché s’è accorta che in politica è meglio somigliare a Kate Moss che non essere sovrappeso.

 

MUGHINIMUGHINI

A me che lei fosse sovrappeso me ne poteva importare meno di nulla, così come mi importa meno di nulla che la candidata CinqueStelle a Roma sia un’avvocatessa dalla splendida allure e silhouette.

 

Da uno a mille, me ne strafotto duemila. Quello che mi lascia senza parole è il modo in cui questi personaggi irrompono nella scena politica. Mi pare che la milanese Bedori avesse preso 70 o poco più voti online, altro comparto dell’attuale presepe massmediatico di cui mi ci pulisco le scarpe.

BEDORI MILANOBEDORI MILANO

 

Obesità a parte, quali erano le sue caratteristiche e il suo curriculum per aspirare alla carica di sindaco di Milano?

 

Ma ve li ricordate o no quali sono stati i sindaci socialisti a Milano, prima che il Psi venisse assassinato dai pubblici ministeri di Tangentopoli, gente che aveva masticato la politica da quando erano adolescenti, a cominciare da Paolo Pillitteri?

 

Ma possibile che nessuno ricordi più nulla e che il massimo di conoscenza che si richieda a un “opinionista” dei giorni nostri sia l’avere ascoltato la penultima puntata di “Porta a porta”?

 

D ALEMAD ALEMA

Possibile che quando un uomo (non da poco) come Massimo D’Alema preannunci la voluttà di una scissione a sinistra del Pd renziano, nessuno gli ricordi il tragicomico di tutte le scissioni da sinistra che si sono susseguite nell’Italia di questi ultimi quarant’anni, a cominciare da quella scissione del Psiup che ammazzò il Psi e il centro-sinistra, e si concluse nel fango di un partito che risultò essere pagato dall’Urss pur di rompere i coglioni all’unico riformismo italiano possibile, quello di Pietro Nenni e della sua squadra?

 

Caro Dago, non ho davvero nulla da scriverti e a parte il disprezzo del presente. E parte i sussulti che mi vengono ogni volta che leggo un tuo tiolo. Ma davvero il mio amico Peppino Cruciani ha scritto che per 200mila euro è pronto a farsi inculare? Anche se capisco che oggi ogni occasione anche la più abietta è buona per autopromuoversi e aspirare ai titoli di giornale, non ci crederò mai che Peppino lo abbia detto davvero. Mai. Gli voglio troppo bene per crederci. 

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