giampiero mughini tino vittorio

LA VERSIONE DI MUGHINI – SONO STRAZIATO DALLA MORTE DELLO STORICO CATANESE TINO VITTORIO, L'AMICO IRRINUNCIABILE, PIU’ CHE UN FRATELLO. SE IN QUESTI ANNI QUALCUNO MI CHIEDEVA DELLA SICILIA DA CUI ERO PARTITO NEL GENNAIO 1970, SUBITO MI VENIVA IN MENTE LUI, LE SUE PAROLE, LA SUA COMPLICITÀ, IL SUO ORGOGLIO E IL SUO PUDORE ASSIEME. A DIFFERENZA DI ALTRI NON È CHE MI AVESSE TOLTO IL SALUTO DOPO LA PUBBLICAZIONE DI "COMPAGNI ADDIO", SEPPURE NON FOSSE INTERAMENTE D'ACCORDO CON ME NEL PRONUNZIARE QUEL SALUTO SECCO E DEFINITIVO. SOLO CHE IL SUO DISSENSO CONTINUAVA AD ESSERE IL…

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giampiero mughini

Giampiero Mughini per Dagospia

Caro Dago, non so a chi altri rivolgermi se non a te per pronunziare il mio strazio dopo quello che mi hanno appena scritto i pochi amici rimastimi dagli anni della giovinezza siciliana, quando eravamo un gruppo di intellettuali di provincia che spasimavano di stare al passo con quel che accadeva in Italia e nel mondo.

 

Di quel gruppo Tino Vittorio era l'amico più irrinunciabile, più che un fratello, quello con cui si concludevano le serate e le conversazioni di ogni giorno. Credo che ognuno dei tuoi lettori abbia avuto un amico così. L'ho detto, più che un fratello. Tino era malato di tumore, anche se nelle sue lettere di questi ultimi anni non ne parlava mai. Mai.

 

Mi hanno comunicato che è morto, che è appena morto. E' come se qualcuno mi avesse strappato la pelle, mi avesse tolto qualcosa di cui mai più avrò l'eguale. Con Antonio Di Grado, Paolo Manganaro e forse qualcun altro, era lui che in tutto e per tutto mi teneva legato alla Sicilia della mia giovinezza, al tempo dei "compagni" cui avevo dato addio in un libro pubblicato quarant'anni fa. Se in questi quarant'anni qualcuno mi chiedeva della Sicilia da cui ero partito nel gennaio 1970, subito mi veniva in mente Tino, le sue parole, la sua complicità il suo orgoglio e il suo pudore assieme.

 

tino vittorio

Aveva insegnato all'università, per tutti noi del gruppo che sto dicendo l'università catanese era comunque fondamentalmente estranea e alla quale eravamo profondamente estranei.

 

Non che andassimo sempre d'accordo. A differenza di altri non è che mi avesse tolto il saluto dopo la pubblicazione di Compagni addio, seppure non fosse interamente d'accordo con me nel pronunziare quel saluto secco e definitivo. Solo che il suo dissenso continuava ad essere il dissenso di un fratello, di uno che si sarebbe fatto scannare pur di proteggermi dalla folata di insulti che mi piovvero addosso.

mughini compagni addio

 

S'era intanto separato dalla moglie, aveva un figlio difficile da gestire, era morta sua sorella, era andato in pensione, pochi anni fa gli avevano prognosticato il tumore di cui ho detto e di cui non mi parlava mai nelle lettere che ci scrivevamo di tanto in tanto.

 

Quanto a me non gli raccontavo nulla della mia vita e del mio essere al mondo. Non ce n'era bisogno. E del resto le nostre lettere erano molto brevi, bastava un accenno, bastava una parola. Ringrazio Iddio di avermi donato un tale amico, un tale e indimenticabile fratello. Addio, Tino

 

GIAMPIERO MUGHINI

giampiero mughini

 

tino vittorio