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Marco Giusti per Dagospia
Se ne va Paul Mazursky, 84 anni, nato e morto a Brooklyn, regista di commedie di grande intelligenza e di grande innovazione, da “Bob & Carol & Ted & Alice” a “Una donna tutta sola”, che seppe capire, spesso prima di altri, i cambiamenti e le vere e proprie rivoluzioni nella vita e nelle famiglie americane. Intuì alla fine degli anni ’60 il bisogno delle coppie borghesi di far sesso in maniera non tradizionale dopo le rivoluzioni sessuali scoppiate in Europa.
E radiografò per primo in “An Unmarried Woman” con Jill Clayburgh, la condizione della donna che decide di vivere senza un marito o una famiglia borghese. Raccontò la crisi di un vecchio signore rimasto solo nel romantico e struggente “Harry and Tonto”, che fruttò un Oscar per l’interpretazione a Art Carney. E infine costruì per Bette MiIdler e Woody Allen una commedia su una coppia in crisi, “Scenes From A Mall”, 1991, interamente costruita dentro un grande centro commerciale americano dove per la prima volta i cellulari acquistano l’importanza che hanno adesso per la nostra vita di relazione.
Come Woody Allen e, in parte Mike Nichols, adattò alla sua analisi di costume degli americani, e soprattutto delle coppie newyorkesi che ben conosceva, la passione e l’influenza del cinema europeo, da Ingmar Bergman a Federico Fellini, da François Truffaut a Jean Renoir. Osò chiedere a Fellini di fare un cammeo in “Il mondo di Alex”, 1970, il suo secondo film, che è una specie di versione americana di “8 ½” con Donald Sutherland come regista del New Cinema americano in crisi dopo il suo primo film di successo.
Fin troppo legato al cinema d’arte europeo osò anche fare un remake americano del capolavoro di Jean Renoir “Boudu salvato dalle acque” con “Su e giù per Beverly Hills” con Richard Dreyfuss, Bette Midler e Nick Nolte, o farne uno da “Jules e Jim” di Truffaut con “Willie e Phil”. Combinò Shakespeare con il cinema americano e col mondo di John Cassavetes e di sua moglie Gena Rowlands nel curioso “Tempest”, girato in Grecia con la celebre coppia assieme a Raul Julia e Vittorio Gassman.
woody allen bette midler scenes from a mall
Un film bizzarro che non trovò a Venezia la giusta accoglienza. Ritrovò la sua vena di ebreo-americano di origine ucraina nella sua bella versione di un classico di Isaac B. Singer, “Nemici. Una storia d’amore”, con Ron Silver, Anjelica Huston e Lena Olin. Ma ci dette pure film più originali, come l’autobiografico “Next Stop, Greenwich Village”, 1976, bella descrizione del Village e dei suoi abitanti, o il curioso “Moscow in the Hudson”, dove Robin Williams è un russo che arriva a New York e si scontra con una realtà non sempre facile.
Visto da noi come una specie di versione alternativa di Woody Allen o di Mike Nichols, Paul Mazursky ebbe in realtà una sua visione molto personale e forte del cinema e di quello che voleva raccontare. Seppe intuire i cambiamenti e i desideri di una certa classe americana tra la fine degli anni ’60 e fino ai primi anni ’80, raccontando questi anni con precisione, tenerezza e divertimento, senza perdere uno sguardo profondamente umano e sensibile sui suoi personaggi.
Offrì ai suoi attori, da Jill Clayburgh a Art Carney, da Shelley Winters a Richard Dreyfuss, da Bette Midler a George Segal, da Ellen Burstyn a Susan Anspach un grande aiuto creativo che ne esaltò i caratteri. Da attore esordì con Stanley Kubrick in “Fear and Desire” nei primi anni ’50 per poi proseguire nella classe dei cattivi di “La scuola della violenza” di Richard Brooks e finire, già regista affermato, nei cast di “Carlito’s Way” e dei “Sopranos”. Non perse mai uno sguardo ironico sul cinema e su quel che stava raccontando.
an unmarried woman
bob carol ted alice 1969
woody allen bette midler scenes from a mall
paul mazursky roger simon woody allen
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