DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Da ilnordest.it
Boldi, lei è nato a Luino sul Lago Maggiore, in Lombardia, paese dello scrittore Piero Chiara . . .
«Grande amico di mio padre, l’ho conosciuto da ragazzo. Ricordo bene i suoi libri: La stanza del Vescovo, Il piatto piange, Il pretore di Cuvio».
(…)
E la sua avventura al cinema come è iniziata?
«Due cuori e una cappella del 1975, regia di Maurizio Lucidi, con Renato Pozzetto, Agostina Belli e Aldo Maccione. È stato il mio debutto cinematografico. Merito del mio amico Renato Pozzetto, per me un fratello, dai tempi del Derby Club a Milano, che frequentavo fin dal 1968».
massimo boldi raffaella fico a capodanno tutti da me
Una fucina di comici che ha fatto scuola.
«Un gruppo di amici. Amici veri, come lo si è da ragazzi. Da Enzo Jannacci a Teo Teocoli, da Gino Paoli a Paolo Villaggio, da Cochi e Renato a Diego Abatantuono, da Mauro Di Francesco a Giorgio Porcaro e tanti altri. Quell’amicizia poi resta sempre anche se ci si vede di meno. Ora qualcuno è scomparso».
Chi più amico fra gli amici?
«Come faccio a dirlo? Con tutti ho condiviso sogni e spettacoli. Con Paolo Villaggio e Cochi e Renato, con la trasmissione Quelli della domenica, d’un tratto il nonsense ha invaso, come un’onda, anche la comicità della televisione nazionale. E non era facile farsi spazio nella televisione di allora, che era rappresentata in pratica da un canale in bianco e nero. Non c’erano tutte le emittenti di adesso, quindi chi andava in tv diventava davvero un fenomeno, faceva tendenza anche nel linguaggio».
Una fama che le ha cambiato la vita? Dal pubblico del cabaret milanese a quello televisivo il passo è stato grande. Le pesa la fama? Riesce a prendere un caffè al bar senza “subire” la richiesta di un selfie?
«Fa sempre piacere che la gente ti riconosca; i più si fanno avanti timorosi, quasi si scusano di avermi riconosciuto; poi qualche sfrontato lo mettiamo a posto con una battuta».
Se chiude gli occhi e pensa a Cortina, che cosa vede?
«Vacanze di Natale, un film che è un’icona, che sopravvive, che interessa ancora».
Ma è sempre tempo di cinepanettoni?
«I film interpretano la società del momento. Anche allora tutto nasceva dalla osservazione della gente, di quello che faceva nella vita. Ho sempre imitato personaggi esistenti, le loro contraddizioni, l’imbarazzo, le fragilità. Tanto vere che poi ti fanno ridere come capita se uno inciampa, viene colto sul fatto, cade, piagnucola. Il mio ultimo lo definirei una commedia più che un cinepanettone».
massimo boldi nancy brilli a capodanno tutti da me
CIPOLLINO VA ANCORA AL MAX
Estratti da corriere.it
La prova la dà quando gli chiedono se non avrebbe desiderato calarsi nei panni di qualcuno che non fosse Cipollino o altri sgangherati personaggi che pure tanto successo hanno ottenuto. «Sono felice di quello che ho fatto», confessa candidamente, senza mostrare pentimento o imbarazzo per essere quello che è. E a chi gli chiede un tormentone per l’anno che verrà risponde con l’aria un po’ smarrita: «E cosa dovevo fare?». Sì, ma il tormentone, insistono. «Cosa dovevo fare?», ripete. In che senso? «È questo il tormentone: cosa dovevo fare?», ripete per la terza volta e una frase banale diventa battuta perché a pronunciarla è lui, Massimo Boldi.
massimo boldi adriano celentano
Nel nuovo film in uscita sui grandi schermi è un ministro e con Raffaella Fico, tra le stelle protagoniste della commedia «A Capodanno tutti da me» che si propone come classica pellicola per il Natale al cinema delle famiglie se non come cinepanettone, mette in piedi un siparietto che evidenzia le doti surreali e originali della sua comicità. «Ministro», gli si rivolge l’attrice seduta accanto a lui al Poste e lui replica: «Non chiamarmi ministro». «E come devo chiamarla?». «Ministro», risponde lui. Fa ridere? Detta da Boldi la più banale delle battute fa ridere.
(...) Così è dunque per il cinepattone che Gherardo Manaigo, patron dello storico Hotel de La Poste, ha deciso di voler onorare trovando la complicità del Nations Award di Taormina, festival nato nel 1970 e oggi curato da Michel Curatolo.
Al quale Boldi rivolge una domanda surreale quanto lo sono i suoi indimenticabili tormentoni: «Ma è vero che l’anno prossimo vuoi portare il mare di Taormina a Cortina?». In attesa che ciò accada non per effetto del disgelo ma per qualche magia di natura cinematografica, il programma della tre giorni cortinese continua. Nel pomeriggio di oggi, sabato 14 dicembre, al Poste Massimo Boldi, Raffaella Fico, Federica Lucaferri e Gianluca Pirazzoli presentano il trailer del film «A Capodanno tutti da me».
Poi la sera l’assegnazione dei «Nations Award Cortina» allo stesso Massimo Boldi, a Raffaella Fico e a Federica Lucaferri. Domenica gran finale sulla pista Olympia delle Tofane con uno slalom gigante in tenuta rigorosamente anni Ottanta e a seguire brunch al Camineto con la partecipazione di vip e frequentatori abituali della Conca ampezzana. Parola d’ordine: «Bestia, che figura».
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