ornella vanoni

“NON SO SE ARRIVO A NATALE” – LA NOVANTENNE ORNELLA VANONI SI RACCONTA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO: “LA MORTE NON PUÒ ESSERE UN TABÙ PERCHÉ FA PARTE DELLA VITA E, QUANDO SI HA LA MIA ETÀ LA SI DEVE PENSARE, SENZA ANSIA, COME VICINA” – “GUAI A NON PRENDERE GLI PSICOFARMACI, SE LI USATE E STATE BENE: NON SMETTETE, TERMINATE LA CURA, SENNÒ NON GUARIRETE” – “I GIOVANI? MI TIRANO SU, MI FANNO STARE BENE. E NON SONO CRETINI, SONO COME NOI DA GIOVANI…”

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Estratto dell’articolo di Simona De Ciero per www.corriere.it

 

ORNELLA VANONI AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

«La morte non può essere un tabù perché fa parte della vita e, quando si ha la mia età la si deve pensare, senza ansia, come vicina». La vede così Ornella Vanoni, che […] ha raccontato se stessa presentando il suo ultimo libro al Salone del Libro di Torino, scritto a quattro mani con Pacifico. Vincente o perdente, edito La nave di Teseo.

 

Senza filtro, come da sempre ha abituato il suo pubblico, Vanoni ha voluto lanciare un messaggio alla platea. «Non fate come me, che non sapevo proprio amarmi - ha detto -. Guai a non prendere gli psicofarmaci, se li usate e state bene: non smettete, terminate la cura, sennò non guarirete».

 

ornella vanoni

E a proposito di medicine, l'artista parla dei giovani come se fossero «punture di Samir: mi tirano su, mi fanno stare bene. E non sono cretini, sono come noi da giovani - ha aggiunto - solo che la vita promette loro pochissimo». Ornella ha poi spiegato si aver «trovato me stessa mentre scrivevo, prima non mi conoscevo».

 

E conclude traducendo il titolo del libro, vincente o perdente, ma senza punto interrogativo, mentre, ridendo, dice «non so se arrivo a Natale - e chiude -. Perché io di certo non ho il bilancino, è andata com'è andata».

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