PARASCANDALO, PARAFESSERIA - MINOLI NON CI STA A FARE L’AGIT-PROP DEI FINIANI: “FUI ATTACCATO DA GASPARRI”

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1. L'ARTICOLO DI RENATO PARASCANDALO CUI FA RIFERIMENTO GIOVANNI MINOLI
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/a-chi-la-rai-a-noi-quando-an-affido-a-minoli-lincarico-di-riscrivere-56135.htm


2. MINOLI: MI NOMINARONO ALL'UNANIMITÀ. MA SBAGLIAI IN UNA COSA: NON CAMBIARE NOME A "LA STORIA SIAMO NOI"
Riceviamo e pubblichiamo da Giovanni Minoli

Caro Dago,

Prima di tutto un caro saluto allo studioso di filosofia Renato Parascandolo, di cui leggo sconcertato l'attacco sferratomi.

Pensandoci bene, una soluzione potrebbe essere quella di ridare proprio a lui La Storia siamo noi: non solo per lo straordinario carattere innovativo del suo format (un'intervista dell'ottimo Michele Mirabella a uno storico in studio); ma anche e soprattutto perché, com'è noto, l'inflessibile regola dell'era Gubitosi, che proibisce di utilizzare pensionati Rai, vale solo e soltanto per me, e dunque per Parascandolo non sarà problematico fare una eccezione.

Personalmente, ho enorme stima di Parascandolo come editore e come organizzatore di raffinate cene per intellettuali, al pianterreno di viale Mazzini; poiché però la memoria dovrebbe essere il primo strumento di uno studioso come lui, gli ricordo che fui nominato direttore di Rai Educational all'unanimità: fascisti e comunisti, dunque, si trovarono uniti sulla scelta del mio nome.

E tuttavia, poco dopo, venni violentemente attaccato dall'allora ministro Gasparri proprio a proposito dei contenuti dei miei programmi. Può darsi che la memoria tiri invece brutti scherzi a me: e dunque spero di sbagliarmi nel ricordare un'accorata difesa da parte di Accame nei confronti di Parascandolo e dei suoi programmi di Storia.

Quanto all'eredità trovata da quella gestione, preferisco non parlarne: in genere parlo di televisione, non di editoria.

Un errore, però, l'ho fatto anch'io: conservare lo stesso titolo per un programma che non aveva più niente di simile. Dopo la mia nomina, con La Storia siamo noi abbiamo infatti applicato la lezione produttiva della lunga serialità appresa con Un posto al sole ai linguaggi sperimentati, credo con qualche successo, a Mixer, a Top Secret e a La grande Storia in prima serata.

Abbiamo trasformato la Storia in un racconto quotidiano, ogni volta diverso per spunti e suggestioni, aprendoci al mercato dei migliori prodotti internazionali (a proposito: History Channel è stata lanciata in Italia nell'estate 2003, oltre un anno dopo che Parascandolo aveva lasciato Rai Educational), innescando il circuito virtuoso delle produzioni indipendenti italiane (in dieci anni, abbiamo collaborato con oltre 50 società in tutto il Paese), vincendo decine di premi in tutto il mondo (alcuni prestigiosissimi, come il Premio Le Goff o l'Outstanding Achievement di History Makers) e, soprattutto, crescendo una nuova generazione di televisionisti che, come rammenta Gubitosi, oggi fertilizzano le malconce strutture editoriali Rai.

All'annuncio della chiusura di La Storia siamo noi - che, ripeto, al momento non è prevista in nessun palinsesto futuro della Rai - hanno risposto una interrogazione parlamentare rigorosamente quadri-partisan (Pd, Pdl, Sel e Scelta Civica), migliaia di messaggi e twitter, che chiedevano all'Azienda di ripensarci.

Non accadrà: ma quelle adesioni sono la testimonianza migliore del segno che il nostro lavoro ha lasciato, su cui, prima di dar sfogo a una voce dal sen fuggita, forse sarebbe meglio riflettere.

Un caro saluto

Giovanni Minoli

 

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