FLASH! - IL DAZISTA TRUMP, PER SPACCARE L'UNIONE EUROPEA A COLPI DI TARIFFE SUI PRODOTTI ESPORTATI…
1. FABIO, SFOGO VIOLENTO: "VITA DISTRUTTA, COS'È ACCADUTO A MIO FIGLIO"
"Sono sollevato, oggi sono felice che finalmente la mia posizione sia venuta fuori pulita, come è sempre stata. Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine e che non hanno mai avuto alcun dubbio su di me. Ora spero in un domani migliore di questo ultimo anno e mezzo". A parlare è Fabio De Nunzio, il "buono", l'innocente della coppia che è stata cacciata da Striscia la notizia.
Di giorni fa è la notizia che Mingo, ex inviato barese, all'insaputa del collega Fabio, avrebbe truffato per 170mila euro Mediaset con la complicità di sua moglie, facendosi pagare 10 servizi relativi a fatti inventati e invece spacciati per veri, e facendosi anche rimborsare costi non dovuti per figuranti e attori.
La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di Domenico De Pasquale (in arte Mingo), Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui il marito Mingo era socio) e della segretaria della Mec, accusata di favoreggiamento personale per aver mentito agli investigatori che indagavano sui falsi servizi trasmessi dal Tg satirico.
Per Fabio il calvario è finito e lui si toglie parecchi sassolini. Il dolore è immenso: "Ho trascorso un anno e mezzo di inferno a partire dall’annuncio di Striscia in tv. Un fulmine a ciel sereno. Quel sospetto, quell’accusa, mi hanno distrutto. La mia famiglia ha sofferto moltisssimo, mio figlio ha avuto perfino problemi a scuola. Malgrado tutto, però avevo la forza della mia coscienza: sapevo di essere una persona che sulla tavola poteva avere un tozzo di pane e avere fame, ma che andava dormire con la coscienza sazia".
FABIO E MINGO CON MICHELE EMILIANO
Da 18 anni a Striscia la Notizia, la coppia vantava 1020 servizi. Lo scorso anno, insieme a Mingo ha condotto la trasmissione Luciano l’amaro quotidiano su Tele Norba. Ma adesso le loro strade si dividono.
2. MINGO SI DIFENDE: «QUELLE INVENZIONI FACEVANO PARTE DEL MIO LAVORO»
Alessandra Lupo per http://www.quotidianodipuglia.it/
Mingo, ossia Domenico De Pasquale, leader della coppia “Fabio e Mingo” fornisce la sua versione dei fatti sull’accusa di aver truffato Mediaset, avanzata dalla Procura di Bari alla chiusura delle indagini partita dalla “cacciata” degli inviati da “Striscia la Notizia”.
Mingo, nel fascicolo si parla di dieci servizi falsi, lo erano?
«Dipende da cosa si intende per vero o falso, nel nostro lavoro molto spesso si parte da fatti veri, che in taluni casi, come in quelli contestati, hanno un epilogo scenico. Ma si tratta di una procedura ben diversa dall’inventare una storia. E comunque, io avevo un contratto di attore televisivo, posso documentarlo, il che vuol dire che il nostro ruolo era a cavallo tra verità e finzione. E “Striscia” - come ha scritto nel suo libro lo stesso Antonio Ricci - è un varietà non è la verità».
Ci sono vari format basati sul verosimile, possiamo dire che fosse il vostro caso?
«Certo, ed è una prassi che non sconvolge la vita di nessuno oltre a non essere un reato: lo sarebbe se fossimo giornalisti ma a “Striscia” ci sono solo attori e nessuna redazione».
FABIO E MINGO CON MICHELE EMILIANO
Lei ha sempre sostenuto che i servizi erano concordati con gli autori, fino a che punto?
«Fino al punto di concordare come vestirsi. E comunque a “Striscia” arrivava il premontato dei servizi, di solito della durata di 15-20 minuti di cui (sempre per contratto) si riservavano di fare tutte le verifiche necessarie prima di decidere se utilizzare il materiale, di cui andava in onda una versione di massimo 3 minuti».
Perché allora questo disconoscimento netto del vostro lavoro?
«Non lo so, è una storia assurda, la conclusione delle indagini peraltro arriva proprio dopo la nostra denuncia di pressioni su numerosi testimoni ascoltati in fase di indagini preliminari da parte di un ufficiale di polizia giudiziaria delegato dal pm».
Nelle indagini si parla anche di alcune presunte spese gonfiate.
«Di questo aspetto si è sempre occupata Corinne (moglie di Mingo ndr) manager della Mec Produzioni srl che aveva il contratto di appalto con reti televisive italiane per 160mila euro annui, spese comprese. Ogni spesa era a carico della società, non si capisce cosa avrebbero potuto gonfiare».
Però c’erano i figuranti, tra cui anche cameramen e collaboratori...
«Noi abbiamo indicato alcune persone che poi venivano pagate come figuranti da Mediaset, ma questo accadeva quando svolgevano realmente il ruolo di figuranti: ad esempio il cameramen che percepiva un compenso da cameramen di cui esistono le fatture, in alcune sporadiche occasioni è stato un figurante ed è stato pagato come tale, così come è accaduto a Corinne, quando c’era ad esempio da indossare una telecamerina nascosta e così via. Io credo che in fase di indagine non sia stata data la giusta attenzione al contratto tra la Mec e Mediaset: che spiega con esattezza chi deve fare cosa e come»
Nell’indagine si dice anche che Fabio non sapeva nulla di ciò che accadeva.
«È vero, ma non solo per i servizi contestati: Fabio veniva chiamato quando c’era da fare qualcosa ed era completamente estraneo a tutto: faceva davvero il figurante, non c’è alcuna dietrologia».
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