URSULA VON DER LEYEN HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO…
1. “STORIE MALEDETTE” SCOPPIA LA POLEMICA LEOSINI: “STUDIO GLI ATTI DALLA A ALLA Z” - IL PD CHIEDE DI NON TRASMETTERE L’INTERVISTA A LUCA VARANI SU RAITRE
Silvia Fumarola per “la Repubblica”
Con la nuova edizione di Storie maledette su RaiTre in prima serata è la regina della stagione televisiva. In vent’anni ha intervistato tutti: da Angelo Izzo, uno dei massacratori del Circeo, a Patrizia Gucci a Pino Pelosi. Il ciclo si chiude oggi, tra le polemiche, col Pd (Vinicio Peluffo e Michele Anzaldi e la vice presidente del Gruppo Dem alla Camera, Alessia Morani) che chiede di non trasmettere l’intervista a Luca Varani, condannato in Appello a 20 anni come mandante dell’aggressione con l’acido alla sua ex fidanzata, l’avvocatessa Lucia Annibali.
«La correttezza della Leosini è indiscussa. La nostra richiesta - spiega Alessia Morani - è stata fatta alla luce dell’intervento della Procura di Pesaro. Varani è stato condannato in primo grado il 29 marzo 2014 e la sentenza è stata confermata nel gennaio del 2015, ma ancora manca il giudizio della Cassazione, la prima udienza è prevista per il 10 maggio».
«La verità processuale non sarà condizionata dall’intervista» dice l’avvocato della Annibali, Francesco Coli, a Rtv San Marino. «Ma conoscendo il soggetto non credo che confesserà o chiederà scusa». In Rai confermano che la puntata andrà in onda e che sono stati chiesti tutti i permessi al Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Napoletana, marito direttore di banca, due figlie, laurea in Lettere, ex collaboratrice all’Espresso, ex direttrice di Cosmopolitan, Franca Leosini viene chiamata a RaiTre da Angelo Gugliemi che legge i suoi commenti sui processi sul Tempo.
Nel 1988 è autrice di Telefono giallo, dal ’94 gira le carceri a caccia di storie. Chioma a profiterole che resiste alle mode, giacche firmate («le compro io, sia chiaro») voce modulata, flautata e perentoria, conoscenza dei processi dalle virgole alle parentesi, ipnotizza pubblico e criminali.
Signora Leosini, che pensa della polemica su Varani?
«No, su questo non faccio commenti. Chieda alla Rai. Mi risulta che l’intervista andrà in onda. Però mi scusi, una cosa».
Dica.
«Non voglio essere chiamata signora, le signore stanno in salotto e le giornaliste stanno sul marciapiede. Signora mai».
Va bene. Come prepara le puntate?
LUCA VARANI EX DI LUCIA ANNIBALI
«Non ho pregiudizi, cerco risposte. Studio gli atti dalla prima all’ultima pagina. Vado a incontrare persone che sono come me e come lei, ma che sono cadute nel vuoto di una maledetta storia. Per questo ho intitolato il programma Storie maledette. Fosse per me, li inviterei tutti a casa».
È sicura?
«Mah. Forse. Tutte le persone con cui ho parlato, però, non rifarebbero quello che hanno fatto, hanno avuto modo di elaborare. M’interessa ascoltare, l’intervista è quasi una seduta di analisi. Dico sempre che rubo l’anima per poi restituirla».
Quali sono le regole?
franca leosini e rudy guede storiemaledette 26
«Devono essere persone che non hanno mai parlato prima e non parleranno dopo. Non rivelo mai in anticipo le domande. Mi rifiutai d’intervistare Bozano, ero arrivata all’isola d’Elba dovevo andare a Porto Azzurro, e lui pose come condizione di sapere cosa avrei chiesto. Chiamai il dirigente Rai Giovanni Tantillo: “Mi dispiace, riparto le domande non le do”».
Vent’anni di “Storie maledette”: che ha capito?
franca leosini e rudy guede storiemaledette 28
«La lettura del paese attraverso i delitti è interessante: c’è la tipologia del nord. Il caso Olindo e Rosa, a Napoli, la mia città sfigurata dalla camorra, non si verificherebbe mai: da noi c’è la “vicoleria”, la solidarietà del vicolo, una reciprocità per cui il tuo pianto mi appartiene».
Le donne vengono uccise ovunque.
«La violenza sulle donne è peggiorata: fa più notizia e c’è maggiore sensibilità. L’uomo non accetta che la donna decida il destino della coppia, non sopporta l’indipendenza economica. È la memoria amniotica ed è trasversale: riguarda tutte le classi sociali ».
Si è mai posta il problema di essere strumentalizzata?
«È impossibile, c’è un lavoro enorme dietro ogni incontro, e ringrazio la mia redazione per questo. Studio le carte, la psicologia, l’ambiente in cui la storia si verifica. Ci vuole fiducia reciproca, ma mi aspetto sincerità».
Si fida sempre?
«Dubito sempre. Quelli che parlano con me si affidano, sanno che non giudico. I miei verbi sono: capire, dubitare, raccontare. Voglio capire cosa abbia portato i miei interlocutori dalla quotidianità al delitto».
Usa un lessico forbito, arcaico.
«Non scelgo le parole, le possiedo. Il mio vocabolario è frutto di letture. Mi gratifica essere seguita dall’intellighenzia - Garrone per L’imbalsamatore e Primo amore si è ispirato a due storie maledette - e dal grande pubblico. Il verduraio ha la mia foto sul carretto, veleggio tra zucchine e peperoni».
È un’icona gay, i “leosines” sono scatenati: il segreto?
«Sono come mi si vede. In carcere vado col tailleur, non mi travesto. Sono me stessa».
2. NEL PD E’ DI MODA LA CENSURA
Francesco Specchia per “Libero Quotidiano”
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Franca Leosini, la «signora omicidi» che su Raitre da vent' anni s' addentra, sussurrando, nell' anima nera dei killer «non professionisti» è stata silenziata dalla Rai.
Un ordine dal settimo piano di viale Mazzini le cuce il sussurro loquace in un «no comment» implacabile; e le impedisce di difendersi dall' attacco del Pd, ispirato dalle dichiarazioni del procuratore capo di Teramo Manfredi Palumbo, sull' opportunità della messa in onda della sua intervista a Luca Varani nel programma Storie maledette di stasera.
Varani, per capirci, è l' ex fidanzato sfregiatore di Lucia Annibali, condannato a 10 anni in secondo grado per stalking, lesioni gravissime e tentato omicido. Varani non ha finora mai risposto alla domande dei magistrati; però ora risponde dal gabbio, davanti alla Leosini e alla di lei imperturbabile espressione da signora inglese al the delle cinque. In effetti è seccante. E, probabilmente, le sue risposte avranno valenza processuale.
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Pare che Varani abbia anche pronunciato, con una certa arroganza, la frase «non ho mai detto "ti amo" a Lucia Annibali». Ma non è questo il punto.
Il punto è che il procuratore Palumbo ha avviato una serie «di accertamenti per capire chi ha autorizzato ad aprire le porte del carcere alle telecamere (è stato il dipartimento dell' amministrazione penitenziaria, tutto regolare: si tranquillizzi, ndr)».
E dopo l' invettiva del magistrato, di seguito, magicamente, ecco Lara Ricciatti di Sinistra Italiana che subito presenta un' interrogazione al ministro della Giustizia Orlando; e da lì esalano concetti come «intervista inopportuna», «sospensione della messa in onda», «racconto di certo parziale dei fatti». Ecc. Ed ecco, anche, che Orlando chiede chiarimenti sulle procedure le quali potrebbero influenzare l' animus della Corte di Cassazione la quale si esprimerà direttamente sul caso Varani, il prossimo 10 maggio. Il tutto, quindi, dando per scontato che i giudici siano influenzabili dai mass media, una cosa molto di destra.
Ed ecco, infine, che arriva il silenzio stampa della Leosini dettato dalla direzione generale Rai. Senza considerare, tecnicamente, che Varani è stato condannato in appello; e dunque, se vuole rilasciare dichiarazioni può farlo a chicchessia.
Ora, è comprensibile che, in questi giorni, attraverso i cupi corridoi di viale Mazzini, serpeggi il nervosismo. Comprensibile. Prima c' è stato il caso della puntata di Presa diretta slittata in seconda serata col conduttore Riccardo Iacona più illividito del solito. Poi è arrivato il caso di Massimo Giannini che, per una battuta sul ministro Boschi si è visto invocare il licenziamento dal vivace dem in Commissione Vigilanza Michele Anzaldi, l' uomo dell' eterna invettiva che pare abbia sostituiti nel cuore dei nostalgici della censura la figura del mitico senatore Bonatesta di An nel primo decennio del 2000. Prima ancora, a dire il vero, la stessa Leosini era stato criticata per la sua intervista -esclusiva, e sempre in carcere- a Rudy Guede sul caso Meredith Kercher (complimenti, Franca, due su due). La Rai, con la direzione Campo Dall' Orto è un macigno col ballo di San Vito.
In essa, un tempo avvolta dalle liturgie consociative, ora tutto evolve. Tra poco scadono le concessioni di servizio pubblico e col canone in bolletta nessuno avrà più scuse. E verrà ufficializzata la nomina del ritrovato Antonio Di Bella a direttore di Rainews; e, successivamente, avremo delle sorprese sulla materializzazione di nuovi direttori di rete. Ovvio che, così, il Pd «l' editore di riferimento» -come diceva Vespa- sia in iperventilazione e scatti per un nonnulla.
un giorno in pretura processo a tarantini 5
Eppure, chi ha un po' di memoria storica, dovrebbe ricordare che di «interviste inopportune» in Rai ne sono sempre state trasmesse parecchie, prima fra tutte quelle di Santoro (dalla D' Addario in giù). E che proprio la vicenda Leosini è speciosa. Il format di Storie maledette ha ruminato interviste a cacciatori di anoressiche, ereditiere molto glamour assassine dei mariti, ergastolani autisti di Fiat Uno bianche che sguazzavano nel sangue. Leosini ha sempre trattato il delitto da entomologa, e con un certo successo. Da un ventennio. Se la signora fa il suo dovere, in fondo, non è colpa sua...
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