polito cazzullo battista

SE I GIORNALISTI SONO PADRI INSICURI - PRESTO, UNO PSICOLOGO AL ‘CORRIERE’! CAZZULLO, BATTISTA E POLITO SCRIVONO TRE LIBRI SULLA DIFFICOLTÀ DI CRESCERE FIGLI NELL’ERA DELLO SMARTPHONE. E I RUOLI SI INVERTONO: SONO I GIOVANI A DOVER RASSICURARE I GENITORI SUL FUTURO. I MILLENNIAL LA TECNOLOGIA LA CAVALCANO, I BABY BOOMERS SPESSO SONO TRAVOLTI

CAZZULLO COVER

Jacopo Iacoboni per la Stampa

 

 

C' è una scena di un film di Muccino in cui un papà interpretato da Will Smith dice, al figlio: «Ehi! Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto».

 

Il film non era memorabile, ma quella scena in certo modo sì, anche se qui bisogna serenamente ammettere di averla ricordata (e subito dopo ritrovata) solo grazie a YouTube e Google: ossia grazie allo stare perennemente attaccato all' iphone e alle cuffiette.

aldo cazzullo con i due figli al cellulare

 

Insomma, come non capire i due figli di Aldo Cazzullo, i quali - di fronte all' affettuosa esortazione del papà, Metti via quel telefonino (diventata il titolo del libro che l' inviato del Corriere ha scritto a quattro mani con i suoi due figli Rossana e Francesco) - gli replicano che senza quel telefonino oggi sarebbero impossibili tutta una serie di cose, come tra l' altro anche leggere dei libri, organizzare viaggi in Provenza ad ammirare la fioritura della lavanda, vedere film e telefilm (o peggio, aggiungeremmo, scaricarli gratis), ascoltare infinitamente più musica di quanta ne potessimo ascoltare noi, eccetera eccetera.

 

Ammettiamolo, siamo tutti, anche i padri, i figli di Cazzullo. Viviamo, sembrerebbe, una di quelle fasi in cui ruoli e principi di autorità - a maggior ragione quello paterno - si sono un po' sfumati e sono messi in questione. A volte, persino prima psicologicamente che politicamente. O forse è sempre stato così, va a sapere.

 

antonio polito

È così che i padri - giornalisti e scrittori di successo - s' interrogano, sono presi da preoccupazioni, si domandano se abbiano fatto o stiano facendo bene, o male, o malissimo il loro mestiere, che certo facile non dev' essere. Non se lo chiede solo Cazzullo (il dialogo è una scelta accorta, che attenua il rischio che i figli stessi, implacabili, gli espongono: «Te l' avevamo detto in tutti i modi di non scrivere questo libro. Finirai per farti odiare dalla nostra generazione, e anche dalla tua. Noi non metteremo via il cellulare, almeno non quando ce lo dici tu. Ogni rivoluzione ha avuto i suoi hater, i suoi odiatori: i luddisti volevano distruggere i telai a vapore, il treno era un' opera di Satana; c' erano quelli che non volevano viaggiare in automobile, quelli che rifiutavano di salire sugli aerei»).

antonio polito riprendiamoci i nostri figli

 

Se lo chiede anche Pierluigi Battista, altra firma del Corriere , con un libro d' impianto diverso, più un memoir che un dialogo, A proposito di Marta , in cui Battista esplora l' enorme distanza tra la sua generazione di ragazzo e quella di sua figlia, venticinquenne; salvo poi fare a pezzi lui stesso, una a una, le idee da cui aveva creduto di partire.

 

Per esempio quando, pensando di regalare un libro ( Espiazione , di Ian McEwan) a Marta, scopre che lei l' ha abbondantemente e con nonchalance già letto, attraverso circuiti di cui il padre ignora l' esistenza.

selfie di pigi battista

 

O quando, dopo essere andati insieme a vedere un film, Il Concerto (di Radu Mihaileanu), Battista si accorge che la figlia è diventata appassionata del Concerto per violino di Piotr Ciaikovskij: solo che la ragazza, appunto, lo riascolta su YouTube, non su un vinile Deutsche Grammophon: «Gli specialisti del broncio culturale - scrive Battista - i detrattori perenni della modernità, non potrebbero nemmeno lontanamente percepire con quanta gioia mia figlia, e io con lei stavolta, si sia tuffata in una musica sublime che senza il cinema non avrebbe avuto modo d' incontrare, (...) e senza YouYube non avrebbe riprodotto, replicando all' infinito la magia di quel film».

antonio polito contro i papa

 

Francesco Anzelmo, il direttore della saggistica Mondadori, ipotizza che questa ondata di libri sui figli «parta dal rovesciamento di un topos letterario classico, quello del rapporto tra padri e figli. Questo di solito è strutturato a partire dalle angosce dei figli, con uno sguardo al passato, alla vita già vissuta e al bisogno di darle un senso. Qui invece è in gioco prima di tutto la preoccupazione dei padri sul futuro e le sue incognite. E paradossalmente la rassicurazione arriva dai figli, che mostrano molta meno paura dei padri per quanto il domani ci riserva».

 

pierluigi battista a proposito di marta

Rovesciamento che, va detto, funziona molto in libreria, perché ci piace sempre scrutare le vite degli altri. Ed è una possibilità. Un' altra è che, come suggerisce Antonio Polito in Riprendiamoci i nostri figli , questi libri abbiano un non detto operativo, cercare «una Santa Alleanza» tra pezzi di società che ormai fanno corto circuito, la scuola, gli intellettuali, persino la tv, nell' incapacità di afferrare cosa passi nella testa di un ventenne.

 

Siamo, questo è certo, inesorabilmente soli e datati, e a volte anche senza poterne scrivere. Non possiamo del resto, avendolo commesso, gettare la spugna e pensarla come Cioran, «aver commesso tutti i crimini, tranne quello di essere padre».

 

antonio polito