1- SIETE PRONTI PER LA VERSIONE DI MAURO MASI? FRA 20 GIORNI ESPLODERÀ IN LIBRERIA “UN NEMICO IN RAI”, CONDITO DA UNA PREFAZIONE BOMBASTICA DI VITTORIO SGARBI 2- 233 PAGINE IN CUI “IL PEGGIOR DIRETTORE GENERALE DI TUTTI I TEMPI” SCODELLERÀ IL CARTEGGIO INTEGRALE (E FOTOCOPIATO) DEL MANCATO ACCORDO CON SANTORO (UNA BOZZA DI CONTRATTO PER TRE ANNI PER UNA CIFRA-MONSTRE DI OLTRE 17 MILIONI DI EURO) 3- E POI: LA VERITÀ SULLA VICENDA RAI-SKY, I RAPPORTI BURRASCOSI CON DANDINI E FAZIO-SAVIANO, GABANELLI E MONICA SETTA, E LAST BUT NON LEAST, OPUS LEI E GARIMBERTI 4- IN PIÙ: PAGINE SULLA VICENDA TRANI-AGCOM, MINZOLINI E L’AMICIZIA CON bisi BISIGNANI 5- UNO DEI CAPITOLI DEL LIBRO PIÙ SPUTTANANTI PER LA CLASSE POLITICA E NON HA PER TITOLO “SE TELEFONANDO”, E METTE NERO SU BIANCO DELLE MILLE CHIAMATE RICEVUTE, TANTO DA DESTRA QUANTO DA SINISTRA, PER PIAZZARE L‘AMICA O L’AMICO DI TURNO

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Renato Stanco per Lettera43.it

Il libro scritto da Mauro Masi, ex direttore generale della Rai, sui suoi mesi al vertice dell'azienda televisiva, secondo alcuni farebbe parte della storia passata.
Per altri, che rischiano di essere la maggioranza, il manoscritto che l'ex inquilino di viale Mazzini ha già consegnato alle stampe (uscita prevista per il 4 aprile) è di un'attualità tale da averlo fatto diventare un best seller ancor prima di arrivare in libreria.

Un nemico alla Rai. 800 giorni «contro» nella tv pubblica, scritto a quattro mani con il giornalista del Corriere della Sera, Carlo Vulpio, racconta i giorni di Masi a viale Mazzini. E punta a fare chiarezza sul periodo nel quale è stato direttore generale, per sgombrare il campo dalle ombre che ancora aleggiano sul suo operato.

Del resto, il ricordo che lo spettatore medio ha di Masi è legato alla famosa telefonata in diretta ad Annozero, il programma di Michele Santoro al tempo campione d'ascolto. Oppure al ritorno in tivù di Giuliano Ferrara e al mega flop di Vittorio Sgarbi in prima serata.

MASI E LE TELEFONATE TATTICHE. Ma Masi non è stato solo questo, tanto che uno dei capitoli del libro, intitolato «Se telefonando», racconta delle mille chiamate ricevute, tanto da destra quanto da sinistra, per piazzare l‘amica o l'amico di turno. E siccome la storia, molto spesso, si ripete uguale a se stessa, quanto sta avvenendo ora attorno alla Rai assomiglia tanto agli 800 giorni di Masi.

Soprattutto in materia di telefonate, visti i veti incrociati e le incerte posizioni di Popolo della libertà (Pdl) e Partito democratico (Pd). Il nodo da sciogliere riguarda il rinnovo del consiglio di amministrazione (cda).

Assodato che si andrà avanti con la legge Gasparri, prima di ragionare sui nomi il partito di Silvio Berlusconi vuole la massima chiarezza su quali caselle potrà riempire.
Da qui la frenata di Angelino Alfano rispetto ai vertici di maggioranza convocati dal premier, mascherando la questione con il tema dell'economia.

Il Pdl sarebbe pronto a cedere al governo la direzione generale (si parla di Rocco Sabelli, che tra qualche settimana lascerà il posto di amministratore delegato di Alitalia) e la nomina, come prevede la legge, del rappresentante del Tesoro in consiglio d'amministrazione.

Per la scelta del presidente (in pole c'è Claudio Cappon), in cambio di un sostanzioso ammorbidimento dell'esecutivo sulla questione delle frequenze, il Pdl è pronto a dire sì alla classica soluzione all'italiana, ovvero «scelta condivisa».
E Cappon è la fotografia esatta di questo.

FREQUENZE: ASSEGNAZIONE RISARCITORIA. Sulle frequenze, poi, la soluzione potrebbe essere una sorta di assegnazione "risarcitoria" per Rai e Mediaset, mettendo all'asta tutte le altre.
Al Pd, sempre più incartato sui nomi, e non sul metodo come va sostenendo in pubblico, andrebbero due consiglieri e il diritto di scelta sul presidente.
Con questo schema verrebbe superato, in scioltezza, il nodo del nono consigliere. Altrimenti, a indicare il nome dovrebbero essere Italia dei valori (Idv) e Sinistra ecologia e libertà (Sel). Un problema peggiore del male.

CERTEZZA SUI TEMPI. Nonostante il quadro generale non sia ancora nitido, viste le continue fibrillazioni che spostano in avanti o indietro le caselle, c'è la certezza sui tempi. A fine marzo è previsto che il consiglio voti il bilancio, dopodiché i consiglieri rimetteranno il loro mandato.
Il governo è intenzionato a confrontarsi con il nuovo cda prima delle amministrative. Idea, questa, sulla quale c'è la piena convergenza di tutte le forze politiche, particolarmente attente a questa tornata elettorale. E un nuovo consiglio avrà buon gioco nel tenere sotto controllo i telegiornali della Rai.

 

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