DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Alessandro Gonzato per “Libero quotidiano”
Che canzone è questo governo?
«Benvenuto il luogo dove di Giorgio Gaber. Ha un testo molto importante, condivisibile in ogni passaggio».
Benvenuto il luogo lungo e stretto con attorno il mare/Pieno di regioni come dovrebbero essere tutte le nazioni/Magari un po' per non morire, un po' per celia/Un luogo così assurdo, sembra proprio l'Italia. Morgan.
Come il corsaro gallese Henry Morgan, a metà del'600 governatore della Giamaica, luogotenente del Corsaro Nero di Emilio Salgari. È da lui che Marco Castoldi, 50 anni a dicembre, cantautore, musicista, compositore, fondatore dei Bluvertigo e poi solista ha preso il nome d'arte.
Anche il vecchio stopper di Samp e Juve Francesco Morini veniva chiamato Morgan, perché rubava la palla come un pirata. E il rum Captain Morgan, anche questo prende il nome dal leggendario gallese, morto di cirrosi epatica. Morgan-Castoldi è stato proposto dal neosottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi a capo del settore Musica del governo.
Morgan: per fare cosa?
«Punto primo: una riforma perché le radio trasmettano un quantitativo di musica italiana pari a quella straniera, com' è in Francia. Questa sì che sarebbe una grande rivoluzione discografica».
Però il presidente della Federazione dell'Industria Musicale Italiana, Enzo Mazza, sostiene che la rivoluzione loro l'hanno già fatta.
«(Ride). È la rivoluzione che fa comodo a loro che fanno arricchire le filiali americane, giapponesi e tedesche. Per me, invece, la musica è cultura, dev' essere valorizzata per potenziare il Paese. Loro fanno come chi svende le nostre opere d'arte. Io ne faccio prima di tutto un discorso nazionalista. Tenco, Lauzi, De André: un patrimonio».
Ma lei è di destra o sinistra?
«Sono un liberale e un anarchico. L'arte non ha tessera di partito. Vasco Rossi, Beethoven, Battisti... Come fai a catalogarli?».
Ci dica un'altra proposta per il settore.
«Chi si occupa di musica in Rai dovrebbe avere una laurea specifica».
Ci spieghi.
«Quelli delle commissioni che selezionano i cantanti per Sanremo che competenze hanno? E chi lavora nelle case discografiche? Serve un titolo di studio mu-si-ca-le. Va premiato il merito. Sanremo è della Rai, servizio pubblico, e chi lavora nel pubblico deve avere un titolo adeguato. Poi mi impegnerei a fare un'altra cosa. Ci tengo...».
Cosa?
«La Rai ha smantellato le orchestre: ne aveva di meravigliose. Non esistono più. Le ripristinerei subito».
Veniamo alla politica.
«Io non sono un politico».
D'accordo, ma sulla stretta ai rave party? Alla fine anche lì c'è musica.
«Quelli sono suoni che ti rintronano e ti fanno male. Io però non sono per vietare i rave in toto: vanno offerte alternative, più qualità, più bellezza. Subito dopo aver conosciuto Sgarbi, che per me è come Pasolini e Leonardo Da Vinci e mi considera un poeta, mi propose di entrare nel partito, della Bellezza. Non ho mai aderito, ma ho sempre trovato ottime le sue idee».
Sapeva che l'avrebbe proposta al ministero?
«Io non gliel'avevo chiesto. È stata una dimostrazione di stima e lealtà. È da tempo che appoggio le sue iniziative, è una persona unica per competenze e visione».
Qualcuno dice che lei, per alcune posizioni sul tema droga («Uso la cocaina come antidepressivo», ndr), non sia proprio in linea col nuovo governo...
«Chi! Nome e cognome che li porto tutti in tribunale. Se qualcuno mi attacca per frasi di 12 anni fa in cui peraltro parlavo del passato ha davvero poca sostanza. Ignoranti! Analfabeti funzionali!».
Lei canta: "Sta finendo la crisi e ogni volta che passa una crisi resta qualche traccia". Ora: la fine della crisi economica non sembra immediata, ma che traccia lascerà?
«Rispondo con Ma cos' è questa crisi, 1933, Rodolfo De Angelis. Cavi fuori il portafogli/Metta in giro i grossi fogli e vedrà...Che la crisi finirà! Servono vita, scambio di idee, l'Italia non ha bisogno di blocchi. Oggi sento aria di slancio, di rinnovamento. Via i freni. Basta zavorre».
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