giorgia meloni lettera

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – “TITOLO DALLA ‘REPUBBLICA’: ‘PNRR, L’ASTICELLA SI SPOSTA A LUGLIO’. UNA VOLTA SI SPOSTAVA IN ALTO, ORA IN AVANTI – “ANCHE I PRESIDENTI DEL CONSIGLIO SBAGLIANO, SOPRATTUTTO QUANDO SI AFFIDANO A GHOST-WRITER D’INCERTO MESTIERE. NELLA SUA LETTERA SUL 25 APRILE INVIATA AL ‘CORRIERE DELLA SERA’, GIORGIA MELONI SCRIVE…”

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

LETTERA DI GIORGIA MELONI AL CORRIERE DELLA SERA PER IL 25 APRILE

Anche i presidenti del Consiglio sbagliano, soprattutto quando si affidano a ghost-writer d’incerto mestiere. Nella sua lettera sul 25 Aprile inviata al Corriere della Sera, Giorgia Meloni scrive, nel secondo periodo: «E lo faccio con la serenità di chi queste riflessioni le ha viste maturare compiutamente tra le fila della propria parte politica ormai 30 anni fa».

 

Più avanti reitera l’errore: «Una famiglia che negli anni ha saputo allargarsi, coinvolgendo tra le proprie fila anche esponenti di culture politiche, come quella cattolica o liberale, che avevano avversato il regime fascista».

 

Informiamo la premier che già il compianto linguista Luca Serianni giudicava «erroneo l’uso di fila come plurale di fila “serie di persone o cose”, invece di file: “una certa inquietudine serpeggiava all’interno delle fila del partito” (“La Repubblica”, 14.10.1987)» (Grammatica italiana, Utet, 1989).

 

Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «Militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023). Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto quando si parla di filamenti, oppure della trama di un ordito, o di un intreccio in senso metaforico.

 

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MARCO TRAVAGLIO

«Per cui se fai ammazzare e dissecare con la sega circolare un giornalista dissidente sei un principe del Rinascimento e un impareggiabile finanziatore, se invece fai una vignetta è “odio”», scrive il direttore Marco Travaglio nel suo editoriale di prima pagina sul Fatto Quotidiano.

 

Al suo posto, avremmo preferito usare la locuzione segare in due, meglio ancora squartare. Infatti dissecare significa «sezionare i cadaveri per studiarne l’anatomia e la causa di morte». Non ci pare che sia questa la sorte toccata a Istanbul, in Turchia, al giornalista Jamal Ahmad Khashoggi, entrato sulle sue gambe nel consolato dell’Arabia Saudita e mai più uscitone.

 

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luigi di maio inviato speciale ue per il golfo persico meme

Titolo dal sito d’informazione Silere non possum: «Istituti Religiosi e abusi spirituali. Foro esterno - Foro interno. Il sacramento della penitenza nelle comunità claustrali. Suggerimenti per evitare l’abuso». Primo suggerimento: evitare i riferimenti al foro.

 

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La Verità annuncia che «la famiglia reale danese ricorre all’utero in affitto». Infatti il principe Gustav e la principessa Carina di Sayn-Wittgenstein-Berleburg, 54 anni entrambi, a maggio avranno un bambino da madre surrogata.

 

«Sarà il primo royal baby della storia delle teste coronate», precisa il quotidiano. Chissà come avranno fatto le case regnanti a perpetuarsi se nessuna di esse in precedenza ha mai avuto figli.

 

luigi di maio inviato speciale ue per il golfo persico meme 7

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Titolo dalla Repubblica: «Pnrr, l’asticella si sposta a luglio». Una volta si spostava in alto, ora in avanti.

 

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Greta Privitera (Corriere della Sera) incontra Melika e Aazam, nomi di fantasia, due ragazze di 20 e 21 anni fuggite dall’Iran dopo essere state arrestate e picchiate, e racconta gli abusi e le sevizie inflitti alle donne dagli sgherri della Repubblica islamica: «La pressione, i ricatti, le torture – strappano le unghie, fanno elettroshock sul seno e sui testicoli – sono così tante che spesso le guardie riescono a ottenere false confessioni».

 

Queste ragazze del movimento Donna, vita, libertà, che scendono in piazza per protestare contro il regime degli ayatollah, hanno i coglioni, niente da dire.

 

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Il Tempo, ramadam invece di ramadan

Nel Gesù di Carl Theodor Dreyer, sceneggiatura pubblicata da Iperborea, Pilato è «raffigurato come membro di una élite militare assimilabile alla Herrenvolk tedesca», annota Alessandro Zaccuri su Avvenire.

 

Ma il sostantivo, che letteralmente significa «popolo dominatore» e dunque può essere reso con «razza superiore», in tedesco è neutro, perciò bisognava scrivere «allo Herrenvolk tedesco».

 

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Folgorante, come sempre, la fotovignetta di Federico Palmaroli (Le più belle frasi di Osho) sulla prima pagina del Tempo. Un emiro stringe la mano a Luigi Di Maio, all’epoca ministro degli Esteri, durante la visita all’Expo 2020 di Dubai: «Ma te ’n ce volevi mette l’embargo sulle armi?».

 

Di Maio, oggi fresco di nomina a inviato speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico, replica: «Pe 16 sacchi ar mese faccio pure er ramadam». Peccato che si scriva ramadan, con la n.

 

MARCO TARQUINIO

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Secondo Tommaso Rodano (Il Fatto Quotidiano), Marco Tarquinio, che dal 5 maggio lascerà dopo quasi 14 anni la direzione di Avvenire, «è il più longevo tra i direttori dei principali quotidiani italiani».

 

Non è così. Benché nell’ambiente editoriale sia stato soprannominato Tarquinio il Superbo, questa è una supremazia che non può essere riconosciuta al giornalista umbro. Infatti Roberto Papetti dirige Il Gazzettino dal luglio 2006, quindi da quasi 17 anni, mentre Pierluigi Magnaschi divenne per la terza volta direttore di Italia Oggi nel novembre 2009, lo stesso mese in cui fu nominato Tarquinio. E lo sarà ancora, a Dio piacendo, dopo il 5 maggio, a dispetto dell’«Ei fu».