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LA RAI E LA BATTAGLIA SU SANREMO– VIALE MAZZINI RICORRE AL TAR CONTRO I PARAMETRI DELLA GIUNTA MAGER PER LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE SUL FESTIVAL (6,5 MILIONI L’ANNO PER CINQUE ANNI). IERI IL CONSIGLIO DI STATO HA NEGATO LA SOSPENSIVA DELLA SENTENZA DEI GIUDICI AMMINISTRATIVI CHE HA DICHIARATO NULLI GLI ACCORDI RAI-COMUNE PER LA KERMESSE - L’OPERA DI OSTRUZIONISMO AMMINISTRATIVO VA A TUTELA DI UN PRODOTTO, IL FESTIVAL, TROPPO IMPORTANTE PER LA RAI E I SUOI CONTI. LA PROSSIMA MOSSA? SPETTA AL COMUNE…

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Giulio Gavino per la Stampa - Estratti

 

GIAMPAOLO ROSSI

La Rai gioca all’attacco sul Festival, gallina dalle uova d’oro dei suoi bilanci che non può assolutamente permettersi di perdere. Nel giorno in cui il Consiglio di Stato ha bocciato la sospensiva chiesta da Viale Mazzini alla sentenza del Tar Liguria che ha dichiarato nulli gli accordi testa a testa Rai-Comune per la kermesse imponendo almeno una manifestazione di interesse per il rispetto della libera concorrenza (dicendo di fatto «state buoni che l’udienza è già fissata per il 22 maggio») è partito un “siluro” in direzione Sanremo.

 

Un nuovo ricorso al Tar, questa volta promosso dalla Rai, contro la delibera con la quale il Comune ha fissato i parametri per la manifestazione di interesse: 6,5 milioni l’anno per cinque l’anni, produzioni annuali a Sanremo, posti tra le Nuove Proposte e tante altre cose. L’impressione è quella che si tratti di un “altolà” all’amministrazione del sindaco Alessandro Mager che, da buon avvocato, ha sempre sostenuto che le sentenze vanno rispettate si è adeguato al pronunciamento del Tar Liguria sul bando predisponendo il tutto.

alessandro mager sindaco di sanremo 1

 

Viale Mazzini, a guardare bene, non ha chiesto la sospensiva ma l’impressione è che non appena il Comune varerà la manifestazione di interesse vera e propria, fissando le date in cui dovranno pervenire le proposte, partirà un altro “siluro” amministrativo con annessa istanza di sospensiva giocando la carta del «ma è stata fissata l’udienza al Consiglio di Stato per il 22 maggio, vediamo un po’ come vanno a finire le cose». A Palazzo Bellevue la strategia della Rai non sembrano averla presa bene ma di risposte ufficiali non ce ne sono.

 

Già, perchè in questa fase, proprio perchè si è alla vigilia della manifestazione di interesse, sarebbe irrituale avere anche solo dei contatti informali con quello che potrebbe essere (e nel caso sarà) un concorrente. Su cosa si fonda il ricorso al Tar della Rai. Su una linea di pensiero detta più volte: che il Festival di Sanremo non è soltanto il marchio del Comune ma è formato, nella sua essenza, dal format che con il passare dei decenni è stato elaborato dalla Rai e che le due cose non possono essere separate. Discutibilissimo, ma legittimo anche se, prendendo ad esempio i talent, nessuno si è mai permesso di sostenere che è un format una trasmissione che si fonda su un perfetto sconosciuto che viene selezionato da dei giudici (lo stesso valga anche per il fenomeno dei reality).

Il sindaco di Sanremo Alessandro Mager con il vincitore del Festival olly

 

La traduzione di quello che sta accadendo? Un’opera di ostruzionismo amministrativo per la tutela di un prodotto il Festival di Sanremo, che è un business troppo importante per la Rai e i suoi conti. La prossima mossa? Spetta al Comune. La prima, quasi scontata, sarà quella di costituirsi o meno in giudizio contro il ricorso al Tar della Rai (quello contro i parametri della manifestazione di interesse). La seconda sarà il varo del “bando”, insomma, la fissazione del termine per la presentazione delle proposte per il Festival, con un calendario che si avvicina sempre più a quel 22 maggio che per la Rai rappresenta oggi il giorno più importante del 2025.

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