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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Luca Telese per “Libero Quotidiano”
Seiunozero, e nessuno sapeva quanto.
Che strana avventura quella di Lillo Greg e Alex Braga, i pilastri di Radiodue, prima cacciati con l' ignominia di una algida comunicazione burocratica, e poi reintegrati, in meno di una settimana, dopo la sollevazione popolare del loro pubblico. Ovviamente tutto a discapito del mega direttore che li aveva sottovalutati e chiusi con un gesto d' imperio.
Voi lo conoscete bene. Toscano, supponente, leaderistico e sempre sorridente, attraversato anche da una qualche velleità autocratica.
Avete capito che sto parlando di lui. O meglio.
Non di lui, dell' altro. Cioè di Carlo Conti, neo direttore artistico di Radiorai, che questa settimana è riuscito nella difficile impresa di scontentare tutti, ma proprio tutti, con la sua idea un po' strana di riformare il palinsesto di Radiodue con il machete, cancellando quasi tutti i programmi che c' erano.
Non solo l' ottimo Mu di Matteo Bordone, non solo Un giorno da Pecora, non solo Radioduesocial club di Luca Barbarossa, Babylon di Carlo Pastore, ma anche il programma di culto Seiunozero: rottamazione radiofonica totale, con la promessa di una fantomatica «radio di flusso», cioè uguale a tutte le altre, e con l' anatema - davvero strano per una radio - di «troppe parole».
L' AUTODENUNCIA
La chiusura annunciata in maniera ufficiosa, poi trapelata per una elegante e dura autodenuncia di Lillo, ha causato un mezzo moto di piazza sui social network, ed è stata poi corretta maldestramente in extremis con un post (presumibilmente) dello stesso direttore sul sito di Radiodue: «Sei Uno Zero Radio2 tornerà. Per la prima volta non possiamo dar retta al Grande Capo Etsiqaatsi, perché a noi 610 sta molto a cuore. Stiamo lavorando - si leggeva nella nota - a una nuova versione del programma con Lillo, Greg e Alex Braga».
alex braga greg lallo circosta andrea perroni
Peccato che adesso a non fidarsi siano proprio i tre artisti, defenestrati e reintegrati, ma mai interpellati. Defenestrati e rimessi in sella dal loro pubblico e dai loro estimatori eccellenti. Maestri del calibro di Renzo Arbore («Per me Seiunozero è il vero unico erede di Alto Gradimento»). O come Rosario Fiorello, che - pur non amando Greg sul piano personale - ha dichiarato: «Seiunozero è l' unico programma che mi fa ridere, sarebbe un autogol clamoroso chiuderlo».
È vero, e non ci voleva molto a capirlo. Una seconda serata celebrativa su Raitre (610 live) aveva avuto risultati di ascolto lusinghieri, e lo spettacolo dal vivo con i tormentoni del programma fa sempre il tutto esaurito nei teatri. I film di Natale della coppia spopolano al botteghino. Poi però arriva Conti, con le sue idee rivoluzionarie. Per chi non ha mai sentito il programma è impossibile spiegare di cosa si tratti.
Scherzi, tormentoni, satira grottesca, l' Italia vista attraverso il caleidoscopio di una comicità tutta particolare. Cinquecentomila ascoltatori medi andando in onda alle 16.30, cioè nell' orario più sfigato del palinsesto. Personaggi come il grande capo Estiquaatsi, ispirato per metà a Toro seduto e per metà alla sinfonia di Philip Glass, con il suo famoso, salvifico tormentone applicato immancabilmente alle notizie da settimanale rosa: «Lo sai che Briatore dice di non essersi sottoposto a chirurgia plastica per dimagrire?» «Ah, Sì? E sti cazzi!».
E poi il memorabile Pasquale Dianomarina da Roccella Ionica, campione del mondo di calabrese estremo. Irriproducibile sul cartaceo, ma padre di una saga a puntate culminata nel dramma: «Purtroppo i cinesi e gli indiani sono diventati sempre più bravi nella Tù aspirata, e nella doppia Tù-Tù, il calabrese estremo ha solo campioni asiatici». E che dire della indimenticabile hit parade di Pasquale: «I love soppressata»? È stata composta da Braga (che nel trio è anche musichiere) che tre anni fa, in classifica, ha sorpassato - per davvero! - persino Eminem.
Non si può trascurare il mitico Simone Colombari, che segue i campionati del mondo di selfie estremo e le olimpiadi del sesso di Parigi. O la direttrice della pro-loco di Scatafracchia (Paola Minaccioni) che racconta il suo paese popolato di «suore alte sei metri, con le mammellone di due tonnellate l' una».
P. Davigo a Radio2 Un Giorno da Pecora
Il libro sacro del programma è la biografia non ufficiale del misterioso De Gambrinis (in realtà Greg) che puntata dopo puntata descrive in maniera feroce la vita di Lillo, intento a sfruttare la sua celebrità per approfittare sessualmente delle vecchine ai semafori.
FUCINA DI TALENTI
Seiunozero è stato prima di tutto un programma di satira di costume, e poi una fucina di talenti dove si sono esibiti Marco Marzocca, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e la giustamente celebrata Virginia Raffaele. Che nel programma vestiva i panni di Chantal Cenciarelli, l' adolescente biascicona della zona est di Roma che lamenta la mancanza di dialogo fra lei e il mondo adulto: «Cioè, tirittittiri, tirittittiri..., cioè....tiriri». Onomatopeismi, giochi di parole, come il mitico «Perepereppe», della parodia bondiana «L' uomo che non capiva troppo».
Ma come faccio a raccontarvela? Anche la campagna per la riapertura del programma è diventata satira di popolo, con buona pace di Conti e dei suoi mentori Pieraccioni e Panariello: «Conti chiude Seiunozero. È la prova che l' abbronzatura fa male».
paola minaccioni photo andrea arriga
Oppure: «610 cancellato, divorato dal palinsesto di #RadioRai. Il nuovo direttore artistico: #Conti Ugolino», e la perfida: «Conti cancella 610. Visto il nome della trasmissione, era giusto lo facesse lui». Poi via con contaminazioni politiche legate alle amicizie di Conti: «610 non andrà più in onda. Per Renzi era un titolo troppo allusivo».
La radio-rottamazione ha finito per rottamare l' abbronzato rottamatore. Speriamo sia un buon auspicio, nel tempo degli ometti della Provvidenza che vogliono decidere tutto loro.
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