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Carlo Tecce per il "Fatto quotidiano"
Ah, la passerella che tentazione, che goduria. Ah, l'ingresso in teatro, le cene in comitiva, i pettegolezzi in camerino. No, la vanità non c'entra. E neppure l'abitudine di sedere in primissima fila su comodissime poltrone rigorosamente riservate Rai.
I consiglieri Antonio Verro e Alessio Gorla, incidentalmente berlusconiani, non potevano rinunciare al giro finale fra le balconate e le trasparenze di Sanremo. Questa è l'ultima volta, e va assaporata. Perché soffermarsi sui titoli di coda di un copione recitato con estrema disciplina nel Consiglio di amministrazione? Ieri mattina, orario di pranzo, Cda ancora sconvolto per l'imprevedibilità di un prevedibile Adriano Celentano che porta se stesso in televisione: Verro che punzecchia Mauro Mazza (Rai1), Verro che quasi insulta Mazza, Verro che inveisce contro le pareti d'amianto di viale Mazzini.
E poi sempre Verro, più dolce che iroso, che inforca la berlina targata Rai verso Milano per recuperare la consorte e corre al Festival annunciando un inevitabile ritardo. Certo, ci scappa la telefonata, la rituale prenotazione, l'ordine supremo di un consigliere: una decina di biglietti per parenti, amici, chissà ottimi conoscenti per la terza serata di Morandi e Papaleo. L'affiatata coppia Gorla-Verro, che prepara i ricordi nei cinematografici scatoloni prima di sloggiare da viale Mazzini, si unirà ufficialmente soltanto per stasera.
In questi giorni Gorla ha osservato il gioco del silenzio, nemmeno una parolina che fosse una soltanto su Celentano, su Sanremo, su Lorenza Lei. Qualcuno ha avuto la ventura di ascoltare il suo accento milanese per i biglietti di un gruppo al seguito che si prevede numeroso. Anche Gorla condividerà con la moglie l'ebbrezza di un viaggio d'autorità a Sanremo. Quel rattoppo di vita e di carriera che mai più tornerà (salvo clamorosi ripensamenti di Mario Monti o conversioni eccellenti di ruoli, in Rai dove accade di tutto e di più).
Sbaglia chi pensa maliziosamente che Verro e Gorla siano a Sanremo per una vacanza di piacere (e basta). C'è una strategia sotto, un piano raffinato che si può definire banalmente "colpo di scena": mentre Adriano Celentano riprende il microfono, a favore di telecamere, Verro e Gorla scattano in piedi, emanano indignazione e lasciano muta la platea. C'è un dettaglio, però: che fanno parenti e amici? Vanno via svuotando il teatro e creando ressa ai maniglioni antipanico? Oppure, furbi, fingono indifferenza?
In questi spettacoli che nutrono lo spettacolo del Festival c'è un racconto carbonaro del Cda di ieri: il dg Lorenza Lei che accusa il dg Lorenza Lei. Avete letto benissimo. Il direttore generale è furiosa per la libertà illimitata concessa al ragazzo della via Gluck, ma il contratto fra l'azienda e Celentano l'ha firmato proprio Lei e trattato punto su punto con il fedelissimo Rosario Fiorespino.
Nessun consigliere ha replicato al messaggio che Mazza ha inviato da Sanremo, una lettera ai vertici di viale Mazzini che infilza il dg Lei con le sue stesse responsabilità : "Sono certo che non si svolgerà alcun processo in contumacia. Il contratto Rai-Celentano - scrive il direttore di Rai1 - non contempla la possibilità che i testi dei suoi interventi siano sottoposti al vaglio di chicchessia. [...] L'azienda può riunire anche subito la Commissione per il Codice etico, valutare e decidere di conseguenza nei confronti dell'artista".
Domanda di Mazza per Lorenza Lei: se ritiene sia corretto, perché non convoca la Commissione per il Codice etico? Semplice, il direttore generale non può fare nulla, e per due motivi: non può rettificare se stessa, non può provocare polemiche infinite. Il governo ha precisato due cosette: caro Cda, ordinaria amministrazione e poi sobriamente a casa. E dunque la Rai ha rinviato la discussione al prossimo Cda, a babbo morto.
Prima di preparare il vestito migliore per Sanremo, Verro ha piantato un paio di lagne: "Noto che Sanremo quest'anno, ma anche negli anni scorsi, ha avuto un vuoto assoluto: l'assenza della Rai che ha delegato purtroppo a professionisti esterni la gestione del Festival, abdicando al ruolo di guida e responsabilità ". Non serve chiedersi adesso dov'era "quest'anno e negli anni scorsi" il consigliere Rai, lasciamo a Verro e Gorla la gioia per l'ultimo struscio a Sanremo.
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