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Giovanna Cavalli per il "Corriere della Sera"
Questa è stata la frase più gentile: «Uno dei disastri recenti sono stati i partiti personali» ha detto ieri Michele Santoro su Beppe Grillo e il suo movimento Cinque Stelle. Intervistato da Lucia Annunziata a In 1/2 ora, su Raitre, il conduttore di Servizio Pubblico ha poi continuato così: «Negli Usa Clinton o Reagan non si sono mai sognati di farne uno. Perché invece in Italia dobbiamo avere i partiti di questo o di quell'altro? Mi fa schifo».
E se fin qui Santoro - che nell'occasione si è ufficialmente autocandidato alla direzione generale di Viale Mazzini, in tandem con Carlo Freccero presidente - era rimasto più nel generico, l'attacco successivo aveva un bersaglio solo: «Ho sempre trovato positivo il ruolo che svolge Grillo nell'agitare temi che nessuno ha mai avuto il coraggio di agitare, ma lui rimane un artista».
Non voleva essere un complimento. «Beppe è ancora convinto del fatto che gestisce il suo marchio, non si rende conto che quando parla in pubblico non è come quando lo fa in teatro. Ha problemi di orientamento». Un bollino non proprio lusinghiero per uno dei più attesi protagonisti della tornata elettorale amministrativa, che ieri a Palermo ha sostenuto che «la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo, i partiti sì».
L'affondo di Santoro sull'ex amico segue a ruota il litigio sfiorato quando il comico genovese si è rifiutato di rispondere all'inviato di Servizio Pubblico e l'altro gli ha rinfacciato di voler sfuggire al confronto come un politico qualunque, altro che nuovo. Con la replica indiretta di Grillo che ha paragonato i conduttori tv «ai cani dei politici, da lecca o da riporto».
Sul «disorientamento» del suddetto, risponde Federica Salsi, consigliere comunale di Bologna del M5S: «Santoro forse non ha ben capito che noi non siamo un partito, ma un movimento e Grillo non è il nostro leader, né un tesoriere né un segretario. Beppe è un comico prestato alla politica, un grande megafono. Non ha potere decisionale, è solo uno che fa sparate pittoresche per aiutare noi, che non ci sogneremmo di usare i suoi stessi toni.
E per svegliare il cittadino. Non sarà mai un Di Pietro o un Bersani, il paragone è sbagliato in partenza e Santoro travisa come tutti, applica a lui il solito cliché». Fabrizio Biolè, consigliere regionale Cinque Stelle del Piemonte trova che «Beppe si orienta benissimo, la sua bussola è salda, è uno dei pochi che sa calcare la scena e ha buon senso. Ha anticipato il futuro, è stato il detonatore del movimento. Che non è un partito: non ci sono tessere o strutture, Grillo non si è candidato e mai lo farà ».
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