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VIDEO - CROZZA A DIMARTEDÌ NEI PANNI DI CONTE
1. CROZZA A SORPRESA LASCIA LA7
Renato Franco per il “Corriere della Sera”
Un piccolo passo sul telecomando, un grande passo per le strategie televisive: Maurizio Crozza lascia La7 e approda al gruppo Discovery, l' editore di canali come Nove, Real Time e DMax. Di fatto si tratterà di scanalare di due soli tasti, dal 7 al 9 appunto, dove il comico genovese sarà presenza fissa da gennaio 2017, ma conta soprattutto l' effetto e il traino di pubblico che Crozza riuscirà ad assicurare alla rete che con la sua programmazione generalista conta di drenare ascolto da Rai, Mediaset e Sky, a sua volta più aggressiva sul palinsesto in chiaro dopo l' acquisizione di Tv8 dove spicca Fiorello con la sua «Edicola» che verrà riproposta anche in autunno.
Crozza lascia dunque La7 dopo 10 anni, ma il suo «Paese delle meraviglie» andrà comunque in onda sull' emittente di Urbano Cairo anche il prossimo autunno, fino a dicembre 2016 quando il contratto arriverà alla sua naturale scadenza. Quindi Crozza comincerà la sua avventura comica sul Nove.
Ancora prematuro entrare nei contenuti e pochi dettagli su quello che sarà: si parla ovviamente di un programma in diretta in prima serata ma è facile pensare che se hanno preso Crozza è per fare Crozza (e infatti il comico si porterà anche la sua squadra di autori).
Nome di punta del telemercato, il suo volto era stato accostato anche alla Rai: il direttore generale Antonio Campo Dall' Orto aveva dichiarato in più occasioni il suo interesse per un comico giudicato fuoriclasse. Ma evidentemente Discovery ha avuto argomenti (vien da pensare anche economici) più convincenti.
L' accordo risale probabilmente a tre settimane fa quando in un ristorante milanese si sono ritrovati Maurizio Crozza e il suo agente Beppe Caschetto, in compagnia di Marinella Soldi (amministratore delegato di Discovery Network Sud Europa) e di Laura Carafoli, responsabile dei programmi e dei contenuti dei 13 canali del gruppo, che raggiungono complessivamente il 7,2% di share sul pubblico totale.
Nessun rilancio a coprire l' offerta di Discovery invece da parte di La7. Dicono che Urbano Cairo si sia fatto due conti tra costi e ricavi (sia pubblicitari sia di Auditel): a fronte di un programma comunque costoso, l' ascolto di «Crozza nel Paese delle Meraviglie» è sceso dall' 11,3% di share del 2013 al 6,9% del 2016.
Ieri Discovery ha presentato i palinsesti della prossima stagione. E se il nome di Crozza è ovviamente quello che fa più notizia, il progetto del gruppo è quello di rafforzare la presa sul pubblico generalista. E in quest' ottica il Nove è il canale che si vivacizza di più tra innesti e conferme. Tra i titoli, nuovi format come «Top Chef», ennesimo talent culinario con la giuria composta da quattro cuochi che mettono insieme 8 stelle Michelin: «La cucina è ormai un genere, come il crime per la fiction. Qui la novità è che a mettersi alla prova saranno cuochi professionisti che puntano a diventare stellati», spiega Laura Carafoli.
viva santa boschi la processione di crozza renzi
In arrivo anche «Boom!», il quiz che ha fatto gli ascolti più alti di sempre in Spagna: condotto da Max Giusti, cercherà di farsi spazio in access prime time tra i pacchi di «Affari tuoi» su Rai1 e il tg di «Striscia la notizia» su Canale 5.
Un altro filone è quello - tocca chiamarlo così - dell' adventure game: ci saranno «Ninja Warriors» (con Federico Russo, Gabriele Corsi e Massimiliano Rosolino) e «Il Ricco e il Povero» (con Costantino della Gherardesca e Chef Rubio). In palinsesto anche la nuova fiction di Fabio Volo, Giancarlo Giannini in un programma che farà leva sulla sua passione per la scienza (è un vero esperto in materia) e la narrazione, lo chef niente affatto vegano Antonino Cannavacciuolo con la guida dedicata ai piatti di mare.
maurizio crozza nei panni di matteo renzi canta per maria elena boschi 7
Roberto Saviano torna a fine 2016 con «Imagine», un viaggio per raccontare la realtà attraverso le fotografie e gli scatti che hanno segnato l' anno.
Un punto di domanda invece su Sabrina Ferilli: non è ancora confermato, ma potrebbe esserci anche lei come conduttrice del docu-reality «Le vite degli altri».
2. MAURIZIO, L' UMORISTA TRASVERSALE CHE FA RIDERE (E ARRABBIARE) TUTTI
maurizio crozza nei panni di matteo renzi canta per maria elena boschi 5
Paolo Giordano per “il Giornale”
Ora gli tocca rinnovarsi. Mica potrà andare a Discovery con il «brand» Crozza totalmente identico a quello che per vent' anni si è visto su Rai, Mediaset e La7. Ora basta. Il comico garbato, politicamente non eccessivo ma comunque schierato, quello che per ragione sociale si rivolge a un pubblico generalista, adesso (anzi da gennaio 2017) ha accettato la sua sfida più importante: rinascere diverso.
Appena un po'. Non che finora la sua rotta abbia attraversato solo calma piatta, figurarsi. Da quando si è diplomato alla scuola dello Stabile di Genova (professore Gian Maria Volonté, un super maestro) Maurizio Crozza ha fatto la propria bella gavetta, passando dagli sgarruppati Broncoviz alla Dandini di Tunnel e Avanzi fino alla consacrazione con la Gialappa' s di Mai dire gol a Mediaset, ossia a casa di uno dei suoi bersagli preferiti.
maurizio crozza nei panni di matteo renzi canta per maria elena boschi 15
Una carriera che oggi, a 57 anni, merita comunque l' applauso se non altro perché, nel post berlusconismo della satira, è riuscita a garantirgli un posto sul podio dei più popolari, versatili e godibili comici in circolazione. Però, si è visto, l' improvvisazione non è il suo forte.
maurizio crozza imita marchini e xfactor 6
Al Festival di Sanremo di Fazio, quando arrivò sul palco dell' Ariston imitando (appunto) Berlusconi, fu contestato da poche persone ma perse la favella e si «forlanizzò», nel senso che diventò come l' allora segretario della Democrazia Cristiana Arnaldo Forlani davanti ai giudici di Mani Pulite: bocca asciutta, lingua felpata stile Fantozzi e tentennamento disorientato.
Difficile che un comico da avanspettacolo o comunque abituato al tumulto della platea si perda così d' animo. «È un attore più che un improvvisatore» sentenziò un Aldo Grasso meno tranchant del solito.
Ed è vero.
Crozza è nato attore, ha i tempi dell' attore e, quando ha la possibilità di costruire un personaggio, è difficile che sbagli. Specialmente se l' argomento è popular, ossia conosciuto da tutti, dal cardiochirurgo al professore di estetica fino alla sciampista di Alessandria (senza offesa per sciampiste e alessandrini). Così è nato il «crozzismo», neologismo che Jacopo Iacoboni de La Stampa ha inventato per riassumere quella particolare forma di sindrome di Stoccolma delle persone imitate da Crozza: imitare l' imitatore che le imita.
Prendete Bersani del Pd che una volta, quasi per caso, disse «non siamo mica qui a smacchiare giaguari» e, dopo che Crozza ci costruì sopra una serie di sketch, ricevette uno schiaffo di popolarità che manco se lo sarebbe immaginato. Idem Roberto Giacobbo che oggi forse ama più il parodistico Kazzenger di Crozza del suo Voyager se non altro perché il primo gli ha dato molta più fama rispetto al secondo. E per tacere di Antonio Razzi, quello della «crana» o «fatti li cazzi tua», che ormai è quasi più simile all' imitazione che all' originale.
Insomma Maurizio Crozza da Genova, sposato da 24 anni con l' attrice Carla Signoris, padre di due figli che ha pure portato in tv (in Crozza Alive nel 2010 e poi in Italialand l' anno successivo) è obbligato a fare come l' araba fenice: rinascere per rimanere uguale. Ossia popolare, famoso, influente. In una parola: temuto dai politici e dall' establishment, che hanno paura di chi fa paura, ossia di chi raggiunge una grande quantità di pubblico.
Le sue copertine prima di Ballarò e poi di Di martedì valgono più di un editoriale in prima pagina. Gli ospiti in studio le temono, fanno buon sorriso a cattivo gioco e, da casa, i politici interessati le soppesano manco fossero bolle papali. E ora? Su Discovery il comico cresciuto con la Gialappa' s dovrà ritagliarsi un ruolo diverso, un profilo nuovo, qualcosa che sia inatteso ma allo stesso tempo fedele al personaggio che in questi vent' anni il comico amico (ma non troppo) di Beppe Grillo ha saputo ritagliarsi.
Perché un conto è fare l' imitazione del «celeste» Formigoni davanti a un pubblico che lo conosce bene. Un altro è rivolgersi a chi, come lo spettatore meno «istituzionale», cerca un' alternativa distinta e distante. Vedremo. Il nuovo Crozza, in fondo, è dietro l' angolo.
crozza come vincenzo de luca a piazzapulita
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