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"SIGNAL", ULTIMO BALUARDO DELLA PRIVACY - LA APP DI MESSAGGISTICA È L'UNICA CHE TUTELA I DATI DEGLI UTENTI, A DIFFERENZA DI WHATSAPP E TELEGRAM - "SIGNAL" PROTEGGE TUTTE LE CHAT ATTRAVERSO LA CRITTOGRAFIA END-TO-END, COSA CHE NON SEMPRE ACCADE PER TELEGRAM - WHATSAPP HA UNA FALLA: I DATI SALVATI ATTRAVERSO BACKUP NEL CLOUD NON SONO PROTETTI, COME NON LO SONO LE CHAT DI GRUPPO - IN PIÙ, "SIGNAL" È UNA NON-PROFIT INDIPENDENTE NON SOGGETTA A PRESSIONI DI AZIENDE O POLITICHE...

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Stefano Contili per www.professionereporter.eu

 

signal app

Come tutelare le notizie e le proprie fonti scegliendo consapevolmente i canali di comunicazione?

 

Oggi tutti utilizziamo applicazioni di messaggistica. Sembrano simili tra loro, ma in realtà sono molto diverse. Possiamo essere certi che queste app rispettino la nostra privacy? Da cosa possiamo verificarlo? E in che modo un’app come Signal si distingue dalla massa? Perché Signal è diventata l’app preferita da attivisti, whistleblower e giornalisti di tutto il mondo?

 

Signal è una non-profit indipendente, finanziata esclusivamente tramite donazioni, senza nessun finanziatore commerciale né legami con le grandi aziende. Questo status la protegge da interferenze esterne e da logiche di profitto basate sulla raccolta dati. Spesso si dà per scontato che app come Telegram utilizzino la crittografia end-to-end per tutte le conversazioni.

signal app 1

 

Non è così: Telegram applica la crittografia end-to-end solo nelle “chat segrete”, che devono essere attivate manualmente per ogni singolo interlocutore. Le chat normali, di default, passano attraverso i server Telegram e non sono completamente protette.

 

Signal, invece, protegge tutto per impostazione predefinita: messaggi, chiamate, video, file, perfino sticker. Include inoltre strumenti pensati per la privacy attiva, come l’offuscamento automatico dei volti nelle immagini: una funzione strategica in situazioni come proteste o mobilitazioni, utile a proteggere l’identità dei partecipanti.

 

Come ha dichiarato Edward Snowden, grande sostenitore dell’app, Signal è una delle poche piattaforme di messaggistica non legate a nessuna grande azienda tecnologica. Il suo codice è interamente open source, il che permette a chiunque di verificare concretamente la validità delle promesse fatte in tema di privacy.

 

whatsapp signal telegram

L’app è infatti particolarmente utilizzata da giornalisti investigativi, Ong, attivisti e persino da agenzie governative e servizi di intelligence, utenti che ne apprezzano il livello di protezione.

 

WhatsApp è una piattaforma di messaggistica di proprietà di Meta (ex Facebook), azienda nota per aver costruito il proprio modello di business sulla raccolta e monetizzazione dei dati personali.

 

Anche se WhatsApp utilizza la crittografia end-to-end per le conversazioni private tra singoli utenti, questo non vale per i backup nel cloud, i metadati (cioè, chi comunica con chi, quando, per quanto tempo) e le informazioni condivise con l’ecosistema Meta.

 

SIGNAL VS TELEGRAM

Molti utenti non sanno che WhatsApp, pur dichiarando di non poter accedere al contenuto dei messaggi, raccoglie comunque una vasta quantità di informazioni: nome, numero, indirizzo IP, tipo di dispositivo, ultima connessione, rubrica contatti, info profilo, foto e, in casi specifici, può attivare la raccolta dei log delle comunicazioni (chi contatti, a che ora, da quale IP) su richiesta formale delle autorità.

 

Come dichiarato pubblicamente da Meta nella sezione domande frequenti, WhatsApp riceve regolarmente richieste di accesso ai dati da parte di enti governativi di tutto il mondo. L’azienda ha creato un team dedicato — il Law Enforcement Response Team (LERT) — che coopera regolarmente con i governi esaminando ogni richiesta. A volte, può fornire dati senza informare l’utente, in casi di emergenza.

chat signal top secret a cui e stato aggiunto jeffrey goldberg 1

 

Nel suo Transparency Report, WhatsApp afferma: “In base alla richiesta, la risposta può includere nome, data di iscrizione, ultimo accesso, indirizzo IP, tipo di dispositivo, indirizzo email, e altri dettagli del profilo e dei gruppi”.

 

A differenza di Signal, WhatsApp non è completamente open source: solo alcune parti dell’app sono pubbliche, mentre il codice server resta chiuso.

L’assenza di trasparenza, la proprietà di una big tech legata al business pubblicitario, e la disponibilità a condividere dati con enti governativi rendono WhatsApp una scelta meno sicura per chi cerca reale tutela della propria comunicazione.

 

WhatApp è gratuita, ma come si dice nell’era digitale: “Quando non paghi per avere il prodotto, il prodotto sei tu”.

 

Confrontando i tre applicativi emergono le concrete differenze che li dividono:

 

Crittografia:

 

SIGNAL VS TELEGRAM

Signal applica la crittografia end-to-end a tutte le comunicazioni. WhatsApp solo per le chat tra due utenti. Telegram solo nelle “chat segrete”, attivabili manualmente.

 

Trasparenza del codice:

 

Solo Signal è completamente open source. WhatsApp e Telegram lo sono solo parzialmente: il codice lato server resta chiuso.

 

Gestione dei dati:

 

Signal non raccoglie nulla. WhatsApp raccoglie e monetizza per fini pubblicitari. Telegram conserva metadati su server centralizzati.

 

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Modello economico:

 

Solo Signal è gestita da una fondazione no-profit. WhatsApp e Telegram sono aziende private con obiettivi commerciali.

 

Privacy e Anonimato:

 

Privacy non vuol dire anonimato.

 

area legittima

 

Signal richiede l’associazione a un numero di telefono, rientrando così in quell’area legittima di chi non ha nulla da nascondere, ma vuole scegliere con chi condividere le proprie informazioni.

 

La privacy, a differenza dell’anonimato, non è per chi ha qualcosa da nascondere.

Difendere la privacy non significa nascondersi, ma scegliere. Scegliere cosa condividere, con chi, e quando.

app signal

Difendere la privacy significa mantenere il controllo sulle proprie idee.

E il controllo è libertà.