DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
1. «SELFIE» CON SIMONA VENTURA: CASI UMANI, TRASH E FINTE MISSIONI SOCIALI
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Se uno si azzardasse a parlar male di un programma così, mi riferisco a «Selfie. Le cose cambiano», verrebbe subito investito da una gragnuola di improperi: snob, intellettuale, opinionista, incapace di ascoltare la «pancia» del Paese (corollario: se uno non sa ascoltare la pancia c' è in lui qualcosa di razzista e classista, tipico di chi non capisce e dà a ciò che non capisce letture banali).
Ebbene, azzardo: «Selfie», condotto da Simona Ventura e diretto da Roberto Cenci (già questi sono segnali molto importanti, non si sa chi dei due è peggio) è un brutto programma (Canale 5, lunedì, 21.33). O meglio: è il solito programma di Maria De Filippi, dove si mescolano casi umani, trashate senza pudore, finte missioni sociali («Noi siamo un programma di servizio», urla la Ventura), Tine Cipollari a ripetizione e litigi combinati ad arte.
selfie katia ricciarelli e il cartonato di zaytsev
Sia chiaro: la De Filippi è bravissima a fare questi programmi: lei deve fare ascolti non opere pie, ma mi chiedo se a furia di abbassarsi e di abbassare la qualità delle sue trasmissioni (sto parlando di livelli linguistici) alla fine non contribuisca anche lei a questo clima di cinismo diffuso, a questo primato salvifico della «gente».
Comunque, per tornare sul tecnico, «Selfie» è un factual (la tv che cambia la vita alla ordinary people) a cui è stato aggiunto, come contorno, l' universo defilippiano (i personaggi creati da lei o da lei rigenerati). Una ragazza vuole rifarsi il seno, un' altra necessita di un' operazione al polpaccio, un' altra ancora ha il seno asimmetrico, una signora vuole diventare una del Settecento per lasciare un ricordo ai figli, un tizio di Verona vuol diventare come Carlo Conti…
I giudici acconsentono, si oppongono, fingono di questionare tra di loro. Insomma, cose così. Simona si ostina a ripetere i suoi slogan («diamoci dentro a cambiare le cose, prima che le cose cambino noi») senza sapere che i tempi cambiano, ma non le persone.
SELFIE, IL NIRVANA DEL TRASH
Estratti dell'articolo di Selvaggia Lucarelli per ''il Fatto Quotidiano''
Per il suo rientro in Mediaset da conduttrice, la rete ha deciso di affidare a Simona Ventura non un solo programma, bensì cinque spalmati in un programma unico: Uomini e donne, il Brutto anatroccolo, Bisturi, nessuno è perfetto e 10 anni più giovane, C’è posta per te. Perché “Selfie” è questo. Ci sono le liti coatte della Cipollari, il meccanismo “Accetti o non accetti?” delle buste defilippiane e un mix di tutti i programmi sulla chirurgia estetica partoriti ad oggi. (...)
Detto ciò, siccome la De Filippi è un genio del male e la Ventura conduce il programma con la giusta tensione di chi pensa “Se sbaglio anche questa mi resta solo TeleTevere”, “Selfie” ha quel dono raro e imperscrutabile tipico dei programmi che superano la soglia della bruttezza, che raggiungono il Nirvana del trash, che salgono il gradino più alto della conoscenza del pubblico trucido: è ipnotico.
Cominci a guardarlo dicendo: “No vabbè, ma che roba è?” e ti ritrovi a mezzanotte ancora lì a chiederti che roba è. E allora ve lo dico io che roba è “Selfie”. E’, nelle premesse iniziali, un programma che dovrebbe restituire autostima in chi vi partecipa e, va detto, lo fa.
katia ricciarelli selfie le cose cambiano
Guardi la giuria composta da Tina Cipollari, Paola Caruso talmente rifatta che sembra la Corvaglia, Aldo Montano, una contessa con l’allure di un granatiere di Sardegna e tale Gordon e l’autostima ti torna pure se il tuo fidanzato ti ha lasciata per Gigi Hadid. Poi ci sono i “mentori”, ovvero i consiglieri avveduti che daranno fiducia ai concorrenti: Mariano Di Vaio, Stefano De Martino, Alessandra Celentano, Katia Ricciarelli, Ivan Zaytsev e Simone Rugiati. Gente a cui tutti noi pensiamo quando ci manca un riferimento solido nella vita. (....)
E infine, ci sono le storie di dolore, di esistenze alla deriva. La prima è la storia di Lorena che rivela: “Mi marito la sera all’8 va a letto e russa.”. I mentori, nel decidere se occuparsi o no del caso, pongono delle domande a Lorena forti delle loro competenze nei rispettivi campi. La Celentano mette a frutto la sua esperienza nella danza classica e le chiede “Hai provato a dormire a pancia in su?”.
La Ricciarelli mette a frutto la sua esperienza nella musica osservando: “Russa fuori tempo!”. Alla fine, grazie anche a un decisivo “Anche mio padre russa” di Aldo Montano, tutti decidono che del tizio che russa come una teiera non frega una cippa a nessuno e si passa al secondo, dolorosissimo caso.
Una storia tosta. Marzia ha 25 anni, ha già un figlio, lavora per una ditta di pulizie, spesso lavora anche di notte, suo figlio piange perché la vede poco, conduce un’esistenza di sacrifici. Quindi il problema di Marzia, uno pensa, sarà economico, sarà il welfare, sarà la retta del nido, sarà il precariato. E’ il mondo di Ken Loach. No, il problema di Marzia è che le sono calate le tette. E’ il mondo di Kim Kardashian. La Celentano, una con l’empatia di un grizzly finnico, prende a cuore il caso.
L’indispensabile Gordon si complimenta con lei per aver preso a cuore il caso di Marzia e tutti si domandano perché nessuno prenda a cuore il caso dei capelli di Gordon. Marzia, 19 giorni dopo l’operazione, arriva in studio. Giura di non essersi mai guardata quindi non si è neanche mai lavata e sulle nuove protesi sono cresciuti licheni. Le portano uno specchio e tataaaaaaa. Le sue tette sono attratte dalla gravità lunare, la gente applaude, i parenti si commuovono. (....)
Per fortuna, subito dopo, c’è il caso di Vera, che invece è più complesso. Vera è triste. Ha dovuto affidarsi alla fecondazione assistita, dopo il parto il marito l’ha lasciata, è in un tunnel di profonda infelicità. Quindi, altro che i piagnistei superficiali di Marta. Lei ha ben altri problemi. Lei, oltre alle tette, vuole rifarsi anche la pancia. Del suo caso si occupa il fine psicologo Mariano di Vaio, il quale dopo la rivoluzionaria dichiarazione “Le mogli non vanno mai lasciate”, si dice emotivamente coinvolto da questa vicenda.
Così coinvolto che mentre lei è già accanto all’anestesista, le manda il seguente videomessaggio: “Vorrei tanto essere lì ma sono in Cina per lavoro!”. E certo, chi non crede che preferirebbe essere nella sala d’attesa di un ospedale piuttosto che alle sfilate a Pechino?.
Poi c’è il caso di una tizia che ha la dentatura di un luccio e mentre tu pensi che il suo problema, in effetti, sia quello, dice: “Sono una ragazza solare!” che nell’ordine delle cose tristi nel descriversi viene solo dopo a “Sono un po’ pazzerella!” e “Sono buona e cara ma se mi arrabbio…”.
Ma c’è anche l’ossessiva compulsiva che quando va al ristorante si porta le posate da casa e allora i mentori decidono di mandarla dallo psicologo che uno dice: c’è uno coi risvoltini, un altro che fa videomessaggi perché “amo ancoraaaa Belen!”, uno schermidore vestito come un testimone di nozze ad Afragola e dallo psicologo ci deve andar lei?
Infine, c’è la Cipollari nella solita versione “Er Monnezza” che sbraita contro la povera Ricciarelli, la quale nella veste dell’ unica persona presente a se stessa nel programma, a un certo punto si vergogna e se ne va. Insomma, un programma epocale, il cui unico, educativo messaggio è: “Con una botta di bisturi si risolve tutto”. Pure gli ascolti.
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