
FLASH! – A MILANO CIRCOLA LA SEGUENTE STORIELLA: ALL’INVITO DI ANTONIO ANGELUCCI DI FAR POSTO A…
Elena Tebano per il "Corriere della Sera"
Il paese di Besenello, tremila anime tra Trento e Rovereto, è provincia che più provincia non si può. A molti non dirà niente. Carmine Abate, 59 anni, una vita alla ricerca di radici esistenziali e geografiche (calabrese, scrittore, ex insegnante, prima ancora operaio in Germania) lo ha scelto invece dopo molto peregrinare, perché è «a metà strada tra Amburgo e la Calabria: mette insieme il meglio del Sud con il meglio del Nord».
Con meno istinto e molti più dati alla mano, l'indagine 2013 del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane gli dà ragione: secondo gli analisti del quotidiano finanziario, Trento è la migliore d'Italia. Le province più invivibili sono tutte al Sud, capitanate da Napoli, mentre i primi posti della classifica sono - come lo scorso anno - una partita interna al Nord-Est: Bolzano si piazza seconda (nel 2012 era prima), Bologna terza (guadagna sette posizioni), Belluno quarta.
Per trovare il Centro bisogna arrivare a Siena, quinta (era seconda). Volano Macerata, che recupera 21 posizioni ed è ottava (la migliore del Centro Italia) e Milano, prima tra le grandi città , decima assoluta (+17), detentrice del primato nel «tenore di vita» (una delle sei macroaree d'indagine). Bene anche Gorizia con +25.
In Lombardia c'è un altro piazzamento inatteso: Brescia, che precipita da 26esima a 53esima: colpa della voci «tempo libero» (poche librerie, cinema e ristoranti); «popolazione», perché la provincia ha pochi laureati (è la numero 105); «sicurezza», dove è centesima su 107, falcidiata da truffe e frodi informatiche.
La sicurezza crea qualche problema anche a cittadine dove tutti reclamano a furor di popolo un'alta qualità della vita: Rimini, che perde 23 posizioni, o la toscana Lucca. Anche il sindaco di Torino Piero Fassino ha protestato: non si capacita che per furti, scippi e rapine faccia peggio di Napoli (106° posto per il capoluogo piemontese e 93° per quello campano). «Ho incaricato di chiedere la documentazione. Queste tabelle mi convincono poco» attacca.
«Misurano le denunce, che sono legate alla fiducia nelle istituzioni e al senso civico, non il numero reale di crimini», spiega Paola Profeta, economista dell'Università Bocconi. Però è d'accordo sulla cautela: «Ci sono due macroaree economiche su 6, "tenore di vita" e "affari e lavoro", che pesano molto: ovvio che Bolzano o Milano facciano meglio di Crotone. Io sarei più interessata a confrontarle con gli equivalenti tedeschi. Così invece la ricerca fotografa la divisione tra un'Italia del Nord "europea" e un Sud arretrato».
Le ultime posizioni, infatti, sono solo meridionali: Caserta, Taranto, Reggio Calabria, Palermo e infine Napoli. Lo scrittore Abate però non ne fa solo questione di redditi: «Qui in Trentino posso andare a nuotare in una piscina olimpionica, le scuole sono nuove, i cinema affollati». Neppure sulle cause ha dubbi: «Quello che hanno ottenuto lo devono al senso del bene comune di politici e cittadini. Allo spirito cooperativo». Non a caso Bolzano e Trento sono prime anche per volontariato.
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