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Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
La Dell torna ad essere una compagnia non quotata, se gli azionisti approveranno l'accordo da 24,4 miliardi di dollari raggiunto ieri dal suo fondatore con i finanziatori. E' il tentativo di salvare il terzo produttore mondiale di personal computer dalla crisi che ha colpito il settore, reinventandolo come fornitore di tecnologia e servizi per le aziende medie e piccole.
Michael Dell creò la sua azienda nel 1984, nel dormitorio dell'università che frequentava in Texas. In pochi anni era riuscito a trasformarla in un colosso, che al suo picco massimo vantava una capitalizzazione sul mercato da 100 miliardi. Poco alla volta, però, il panorama è cambiato e la compagnia è entrata in crisi.
Da una parte, le vendite dei pc sono diminuite in tutto il mondo, a causa della concorrenza subita da tablet, smartphone e altri strumenti più piccoli e maneggevoli; dall'altra, la stessa Dell ha perso fette significative del proprio mercato, cedendole ad avversari più flessibili come Lenovo. All'inizio del secolo Michael aveva pensato anche di ritirarsi, lasciando la carica di chief executive officer, ma nel 2007 era tornato al suo posto perché l'azienda si era avviata precipitosamente verso il declino.
Nell'agosto scorso il fondatore ha deciso che così non si poteva più andare avanti: la Dell ha bisogno di una ristrutturazione profonda, che la cambi in modo da adeguarla alle esigenze del nuovo mercato. Questo significa diminuire il peso dato alla produzione dei personal, e trasformarsi in un «one-stop provider», capace di fornire con una soluzione unica tutta la tecnologia e i servizi di cui hanno bisogno le aziende. Ibm e Hewlett-Packard hanno già compiuto con successo questa metamorfosi, ma Dell è convinto che ci sia ancora spazio soprattutto per rispondere ai bisogni delle imprese medie e piccole.
La trasformazione, però, richiede tempo, soldi e interventi dolorosi sulla struttura, che secondo Michael sarebbero stati impossibili o molto difficili per un'azienda quotata in borsa. Quindi ad agosto ha proposto al consiglio di amministrazione di lasciare Wall Street, con tutti i controlli e i limiti che la presenza sul mercato impone, e tornare a essere una compagnia non quotata.
Ha suggerito di riacquistare le azioni al prezzo di 13,65 dollari, che all'epoca dell'inizio della trattativa rappresentava un premium di circa il 25%, e ha trovato come soci principali la private equity firm Silver Lake e la Microsoft, che ha contribuito con un loan da 2 miliardi. Bank of America Merrill Lynch, Barclays, Credit Suisse e Rbc Capital Markets offriranno il finanziamento del debito.
Nel complesso si tratta della più grande operazione di leveraged buyout dall'inizio della crisi, e da quando nel 2007 il Blackstone Group acquistò l'Hilton Hotels Group per 20 miliardi. La scommessa di Dell è che adesso, libero dalle costrizioni imposte dal fatto di essere quotato in borsa, avrà lo spazio di manovra e la creatività necessaria a reinventare e rilanciare la sua compagnia.
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