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TITOLI DI CODA - AL VIA IL “SALONE DEL LIBRO” CON LA SOLITA PARATA DI MINISTRI E GOETHE "TESTIMONIAL" MA SU TUTTO E TUTTI ALEGGIA IL FANTASMA DELLA VENDITA DI RCS LIBRI A BERLUSCONI-MONDADORI (E' LA FINE DELLA PACCHIA)

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Silvia Truzzi per il “Fatto Quotidiano”

 

Il senso l’ha spiegato bene Ernesto Ferrero, che del Salone del libro di Torino (al via domattina al Lingotto) è il direttore: “Un antidoto alle chiacchiere demenziali dei talk show e ai deliri replicati dalla Rete.

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È uno spazio civico di confronto e approfondimento. Un luogo dove si fa politica nel senso etimologico del termine”. Intanto perché il battesimo di questa edizione numero 28 è affidato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che darà il via domani alle 10 con un discorso in Sala Gialla e il consueto giro di inaugurazione dei padiglioni.

 

MA, CAPO dello Stato a parte, saranno molti i politici e i ministri che sfileranno tra gli stand del Lingotto (passerella molto ghiotta, dove immancabilmente si rilanciano i discorsi sulla “centralità della cultura per il futuro del Paese”).

 

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L’anno scorso l’onore del battesimo era toccato a Dario Franceschini, nella sua doppia veste di ministro e scrittore (è anche autore di romanzi ferraresi per la Bompiani) che aveva detto: “Le televisioni, tutte, devono risarcire il danno fatto alla lettura. Come? Facendo più trasmissioni che presentino libri e facendo pubblicità alla lettura. Nelle fiction Rai i protagonisti fanno di tutto, tranne che leggere”.

 

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In questo anno pare che l’appello non abbia prodotto effetti, ma siamo sempre in attesa. Naturalmente Franceschini (cui bisogna riconoscere l’impegno per l’abbassamento dell’Iva sugli ebook) tornerà anche quest’anno.

 

In ottima compagnia: ci saranno i ministri della b#buonascuola Stefania Giannini, del Lavoro Giuliano Poletti e della Difesa Roberta Pinotti. Ma anche la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e il senatore Franco Marini, presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari d’interesse nazionale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (eh, no?). I due molto sereni Giuliano Amato ed Enrico Letta, ma anche Fausto Bertinotti, Sergio Chiamparino, Sergio Cofferati, Piero Fassino.

 

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Il premier non verrà: la sua ultima partecipazione risale al 2013 in veste di autore, quando presentò in un affollatissimo Auditorium il profetico Oltre la rottamazione . La madrina dell’edizione 2015 sarà Lidia Ravera, torinese d’origine, assessore alla Cultura del Lazio (Regione ospite), autrice del romanzo cult degli anni Settanta, Porci con le ali nonché di una trentina di opere di narrativa.

 

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Diciamo – senza tema di smentite – che dall’anno scorso c’è stato un certo miglioramento: la madrina era Susanna Tamaro, autrice dell’indimenticabile Va ’ dove ti porta il cuore. Che tutto è politica lo si capisce anche dal Paese ospite: la Germania, partecipazione resa possibile anche grazie alla collaborazione tra la fiera italiana e la Buchmesse di Francoforte.

 

“La campagna pubblicitaria del Salone 2015 trarrà il suo motivo iconografico dal famoso quadro di Wilhelm Tischbein”, spiega una nota del Salone. La tela ritrae “Wolfgang Goethe sulla via Appia, sullo sfondo sereno della campagna romana costellata di illustri rovine, in cui il viaggio in Italia viene fissato come momento fondativo di ogni formazione culturale”.

 

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Nella speranza che l’accenno alle “rovine” non sia metafora di alcunché. Intanto già giovedì pomeriggio sarà un illustre italiano come Claudio Magris (che al mito asburgico nella letteratura mitteleuropea ha dedicato una vita dalla tesi di laurea in poi) a dare il senso della presenza tedesca, con un incontro dal titolo “Un paese poco conosciuto, una cultura egemone”.

 

“La Germania ha dato all’Italia motivi fondamentali e dominanti della sua cultura, dall’idealismo crociano al marxismo o ai marxismi del maturo e poi del giovane Lukács o di Brecht, dalla Scuola di Francoforte a Nietzsche riscoperto in chiave libertaria. Un Paese con cui l’Italia ha ancora poca familiarità, ma da cui ha ricevuto un’impronta culturale determinante”.

 

Ecco la Nazionale tedesca (arricchita anche da autori di altri Paesi ma che scrivono in tedesco, come l’ucraina Katja Petrovskaja, in Italia tradotta da Adelphi) presente al Lingotto: tra i narratori ci saranno Daniel Kehlmann e Ingo Schulze, ma anche i filosofi Markus Gabriel e Peter Sloterdijk (di cui è uscita di recente la traduzione italiana presso l’editore Cortina dell’opera maggiore, la trilogia di Sfere ).

 

Ovviamente non ci si poteva sottrarre al tema dell’economia che da molto tempo riempie le cronache dei giornali e anche la vita degli europei: di crisi finanziaria si parlerà con Wolfgang Streeck, direttore del Max Planck Institut.

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Sarà interessante vedere se tra il pubblico ci sarà anche Petros Markaris, una delle più importanti voci della letteratura greca ospite al Salone, che in Resa dei conti (in Italia tradotto da Bompiani) immagina una Grecia uscita dall’euro, piena di giovani che spiegano “Se dobbiamo essere poveri, meglio con la dracma”. Ma dove si incontrano anche ritratti dei membri della Troika – Banca centrale europea, Unione europea e Fondo monetario internazionale – uniti in uno striscione che recita: “Almeno di questi ci siamo liberati”.

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