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"È IN ATTO UNA BEATIFICAZIONE DELLA CRIMINALITÀ LEGATA AL MONDO DELLA TIFOSERIA?" - IL RACCONTO DELLA GIORNALISTA DI "GENTE" MARIA ELENA BARNABI DELL'UDIENZA IN CUI SONO IMPUTATI CHRISTIAN ROSIELLO (EX BODYGUARD DI FEDEZ), FRANCESCO LUCCI (FRATELLO DEL CAPO DELLA CURVA DEL MILAN, LUCA) E RICCARDO BONISSI: "L'ISPETTORE CHE HA CONDOTTO LE INDAGINI SPIEGA CHE LA CURVA SUD DEL MILAN CERCA CONSENSO SOCIALE. ECCO PERCHÉ SI È AVVICINATA AL MONDO DEL RAP. SUI SOCIAL, LA CURVA TRA LAZZA, EMIS KILLA E FEDEZ È DIVENTATA 'COOL'. KANYE WEST HA FATTO UNA CANZONE CON I CORI DEGLI ULTRAS DELL’INTER" 

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Estratto dell'articolo di Maria Elena Barnabi per "Gente"

 

ultra milan luca lucci e christian rosiello

Quando dico al direttore che voglio andare in tribunale a seguire il processo degli ultras del Milan arrestati il 30 settembre scorso nell’inchiesta “Doppia Curva” della procura di Milano per associazione a delinquere ed estorsione perché tra di loro c’è Christian Rosiello, ex bodyguard di Fedez – quello pelato e muscoloso che con il rapper e altri ha picchiato il personal trainer Cristiano Iovino, per intenderci – lui, il direttore, mi dice:

 

“Ma Meb, ma basta con Fedez, ma basta con questa storia, ma la tua è un’ossessione, che ci vai a fare, tu fai il gossip, le interviste, molla il colpo. E poi a me degli ultras non mi frega niente”. «Voglio andarci invece, e guardare Rosiello in faccia, mi ha messo like su Instagram quando scrivevo di lui e Fedez, che pensava? La stampa non si ferma!». [...]

 

christian rosiello - FEDEZ - FOTO LAPRESSE

Però Brindani un po’ ha ragione. Sulla questione di Fedez che ha partecipato al pestaggio di Iovino, di Fedez che aveva amicizie tra gli ultras del Milan – “banditi”, si chiamano tra di loro – ora tutti in carcere, di Fedez che voleva fare affari con il capo della Curva sud Luca Lucci (agli inizi della loro amicizia, Lucci era condannato “solo” per narcotraffico, ora è in carcere con l’accusa di essere anche il mandante di un tentato omicidio) noi di Gente, come tutti, abbiamo scritto tanto, forse troppo. Per quel pestaggio poi, per Fedez, è stata richiesta l’archiviazione. Che ci vado a fare, quindi?

 

fedez christian rosiello

Intanto c’è la questione del like. Un giorno di giugno del 2024 mi sono trovata un cuoricino di Christian Rosiello a un mio post di Instagram. Aveva anche guardato le mie storie. Quel giorno avevo pubblicato una foto di me e di una ragazza di OnlyFans che avevo intervistato. Lei mi aveva raccontato che aveva portato “su ordinazione” un po’ di sue colleghe scollacciate alla festa di lancio del disco di Fedez.

 

Lui le aveva scelte guardando il loro profilo: questa sì, questa no. Ebbene quel giorno lì, verso sera, mi arriva il cuore di Rosiello. Lui, da mesi, di Fedez era bodyguard, accompagnatore, autista, personal trainer, amico: unico incensurato della Curva sud del Milan, era stato messo accanto a Fedez da Luca Lucci (l’ha detto un ispettore della polizia durante il processo). [...]

 

chiara ferragni christian rosiello

Avevo anche scritto vari pezzi sul rapper di Rozzano: di come fosse sceso agli inferi per la questione di Iovino, delle sue amicizie pericolose come Islam Hagag, un altro ultras finito in carcere per una rissa con coltelli due giorni dopo aver fatto una serata in discoteca con lui, delle ragazzine bionde che frequentava, di quella volta a Montecarlo con la Cadillac blu, di quella paparazzata con la sua fida assistente Eleonora Sesana. Sapevo che Federico non era tanto contento. C’entrava il like del suo bodyguard? Chissà. 

 

Ma c’era anche un’altra ipotesi sul like: nella mia quotidiana opera di stalkeraggio di Rosiello sui social, una serie infinita di amici di curva, tutti neri e pelati e tatuati, sempre a petto nudo, ma non prendono freddo alla pancia loro? E poi foto della figlia, capelli e occhi scuri, bella, un sorriso dolce, “Ti amo” scrive lui papà dolce e tenero, e poi amico devoto di Lucci in una foto, entrambi a torso nudo e la scritta “Torneremo ad allenarci assieme” pubblicata il giorno della condanna definitiva per narcotraffico del capo, ecco in questa opera quotidiana di sbirciamento io, cretina, un giorno mi sono sbagliata, mica ho usato l’account finto, ho usato il mio. E così, magari, lui ha visto una bella signora (modestamente sarei io) che ha sbirciato le sue storie e ha detto ma guarda che carina, e mi ha messo like. Insomma, uno sbaglio, un caso, niente. 

 

ultra milan christian rosiello fabiano capuzzo islam hagag detto alex cologno

Ma non c’è mica solo la questioni del like. Ormai, dopo mesi che me ne occupo, che chiedo in giro, che studio, Rosiello è diventato il mio amico immaginario numero due (il primo è Iovino, ma quella è un’altra storia) e io voglio conoscerlo. Parlargli. Intervistarlo. Capire. Capire come sono andate le cose quella sera del pestaggio di Iovino, chi c’era sul van, chi era la ragazza bionda che si vede scendere dal furgone per andare a controllare il personal trainer, sapere se davvero pensa che Fedez sia uno che valga la sua fiducia.

 

Chissà se da quando è in carcere Federico si fa sentire? Mi dirà poi il suo avvocato con un sorriso tra il sorpreso e il beffardo che finché Rosiello sta in galera, me lo scordo di intervistarlo. «E la Leosini?», dico io. Pure lui, l’avvocato, deve aver pensato che sono una signora un po’ bizzarra. La verità è che anche se ho dato l’esame di procedura penale all’università, non mi ricordo una fava di come funzionano i processi, di quel che si può dire agli imputati (niente, se volete saperlo) e che non è che si capisce proprio tutto in udienza.

 

Fedez Fabiano Capuzzo Cristian Rosiello Emis Killa

Comunque, armata di tanto entusiasmo, il 20 marzo vado al tribunale di Milano per l’udienza a carico di Christian Rosiello, Francesco Lucci (fratello di Luca, che invece viene processato a porte chiuse nell’aula bunker del carcere di San Vittore a Milano) e Riccardo Bonissi, un altro ultrà. [...]

 

Chiedo dove sta l’aula e il collega di un’agenzia mi fa un gesto stanco con la mano, lì, a destra. Esco, mi presento un po’ a tutti, chiedo ai colleghi ma dove ci sediamo noi, e quando, mi aiutate, non so niente. Il trucco è fare l’ignorante, sempre, così poi ti aiutano e magari ti raccontano delle cose, e fa niente se ignorante lo sono per davvero. 

DANIELE CATALDO - ALEX COLOGNO - LUCIANO ROMANO - LUCA LUCCI - EMIS KILLA - MARCO PACINI - FABIANO CAPUZZO - ROSARIO CALABRIA

 

Entro, mi siedo nei banchi in fondo. Sulla parete davanti a me, leggo la scritta “La legge è uguale per tutti”. I tre imputati entrano in aula e hanno le manette. Le manette hanno una specie di cavo di ferro. Insomma, Rosiello e gli altri sono ai ceppi. Mi viene un brivido: ma quando Ilaria Salis era stata portata in tribunale in Ungheria in manette e catene non avevamo gridato allo scandalo? Fa impressione. C’è da dire che poi le manette gli vengono tolte, a differenza di quanto era successo alla Salis.

 

Penso alla ragazza che ho notato in piedi in mezzo al pubblico dietro di me: caschetto castano, occhi chiari, un bel naso, bella. La rivedrò a ogni udienza, è sicuramente la morosa o la moglie di uno dei tre. Che strazio deve provare. Gli imputati vanno nella cella che c’è dentro l’aula. Dietro le sbarre, vedo che sono vestiti allo stesso modo: gilet di piumino nero, felpa a maniche lunghe, jeans stretti. Lucci è dimagrito in viso, ha gli occhi incavati, Christian è sempre in forma, muscoloso, torello. Che mangiano in carcere? Si allenano? Cosa pensano? 

Fedez con gli ultras Christian Rosiello e Islam Hagag detto Alex Cologno

 

Il loro avvocato chiede di farli uscire dalla gabbia e di farli sedere di fianco a lui, mi spiegano che siccome non sono pericolosi il presidente dice di sì, e così mi ritrovo Rosiello a un metro di distanza. Potrei allungare il braccio, fargli tap tap sulla spalla e dirgli: «Ciao Rosiello, sai chi sono io? La tua amica immaginaria», ma mi trattengo.

 

Non vi sto a raccontare la prima udienza perché è stata di una noia mortale ma vi dico l’highlight più importante: Rosiello ha incrociato più volte il mio sguardo e non mi ha riconosciuta. Come lo so? Intanto perché non mi ha detto manco ciao. E poi perché nei suoi occhi non ho visto nessun lampo, nessun “Ah, vedi chi c’è”. Quindi sto tranquilla. Quel like non era un segnale. Era uno sbaglio, un caso, niente. Speriamo.

 

maria elena barnabi

Il primo testimone è l’ispettore che ha fatto le indagini, un signore tutto compatto, non alto, molto energico, che si presenta con mille faldoni, cartelline, un computer. Ci spiega un sacco di cose, una specie di introduzione sui piani criminali di Luca Lucci. Ci spiega che la Curva sud del Milan cerca consenso sociale: ecco perché si è avvicinata al mondo del rap.

 

E in effetti negli ultimi mesi, sui social, avevo notato che la Curva tra Lazza, Emis Killa, Fedez (i rapper che la frequentavano) è diventata molto “cool”. Penso anche al fatto che Kanye West (o meglio Ye), un geniale e famosissimo artista e rapper americano, l’anno scorso ha fatto una canzone con i cori degli ultras dell’Inter. C’è in atto a livello mondiale un movimento di nobilitazione del fenomeno degli ultras? Una beatificazione della criminalità legata al mondo della tifoseria? Chissà. 

 

Mentre penso a Kanye, l’ispettore manda in onda sulla lavagna luminosa dell’aula (sì: anche in tribunale hanno la Lim come nella scuola di mio figlio) un video inedito del pestaggio di Motta Visconti del 5 aprile 2024. Motivo: debiti. Quattordici ultras milanisti, tra cui Rosiello (dice l’ispettore), entrano in un bar. Ne esce fuori un uomo correndo, loro lo inseguono, lui cade, lo prendono a calci e pugni, uno lo picchia con qualcosa, alcuni guardano, uno filma. Ma non si capisce chi fa cosa, o forse sono io a non capire.

MARIA ELENA BARNABI

 

Alla fine, per spregio, lo denudano: mentre lui è a terra, uno gli tira già i pantaloni, l’altro gli toglie la felpa, e quell’altro è Islam Hagag, quel tizio un po’ tracagnotto che si fa chiamare Alex Cologno con cui Fedez ha passato tanti momenti felici dell’estate 2024, tra Costa Smeralda e concerti in Calabria, Sicilia e Montecarlo organizzati della società intestata alla moglie di Luca Lucci.

 

Di questa sua prodezza Hagag se ne vanta in una chat con Lucci, ce lo dicono le intercettazioni che, dopo, legge l’ispettore. Nel video poi gli ultras vanno via, l’uomo si alza, cerca di tirarsi su le braghe, perde l’equilibrio, cade a terra, i pantaloni ancora calati sulle caviglie, le natiche esposte. 

 

luca lucci

Mentre guardavamo il filmato tutti assieme – giornalisti, avvocati, magistrati, poliziotti, imputati, il pubblico, tutti uniti nel guardare la realtà – mi chiedevo cosa pensavano gli altri. Io pensavo: ma questi son matti, ma ci si comporta così? In quattordici contro uno? E tutti quei calci, quei pugni… fan male. Uno ci mette giorni a riprendersi. Alla fine van via, come se niente fosse. Saranno stati esaltati, arrabbiati, contenti? Ero senza parole.

 

Un po’ impaurita. A Rosiello volevo dirgli: «Amico immaginario, ma così si fa?». Le facce che facevano gli imputati – immobili – non le ho viste, non si sono girati. Alla fine del video nessuno ha fatto commenti. Siamo andati avanti: l’ispettore ha letto altre intercettazioni, ha commentato altre cose brutte. Io ero sotto shock, ma ho fatto finta di niente, ho seguito gli altri. Mi dicevo: i magistrati, gli avvocati, i colleghi, le guardie, chissà che cosa hanno già visto nella loro carriera. Scoprirò poi che un po’ impressionati lo erano anche gli altri. 

ANDREA BERETTA IN MAGLIETTA BIANCA CON LUCA LUCCI

 

Alla fine, stanchi di sentir parlar l’ispettore, stanchi di farsi strada tra intercettazioni con bestemmie, “fame di sangue” (parole di Lucci) e frasi sconnesse, il presidente aggiorna la seduta, ci rivediamo tra dieci giorni. Quelli delle agenzie hanno già fatto il pezzo, uno ha scritto addirittura un articolo su Garlasco mentre l’ispettore parlava – quelli delle agenzie sono degli eroi, gli unici che lavorano, dico sempre – e io me ne vado a casa a pensare alle botte che si è preso il tizio. Il quale, dice l’ispettore, non ha mai fatto denuncia. L’appuntamento è per la prossima udienza.